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Montella, il borgo della castagna e i luoghi più belli da visitare

Montella, 83048, Avellino

Ora aperto
Durata

2h

Le lingue

English, Italiano

Partecipanti

Illimitato

Tipo

Borgo

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Adatto ai bambini

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Adatto alle coppie

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Animali ammessi

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Parcheggio disponibile

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Senza barriere

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Supporti in lingua

Informazioni su questa attività

Il comune campano di Montella è situato in provincia di Avellino e abita il cuore dell’Irpinia.

Probabilmente ne avrai già sentito parlare soprattutto per la famosa e deliziosa castagna. Questa zona, nel particolare quella del Terminio-Cervialto, presenta la maggiore concentrazione di castagneti di tutta la Campania. Grazie al clima e ai terreni favorevoli, il frutto gode di una qualità indiscussa, che conquista ancora oggi anche i Paesi oltreoceano come Canada e Stati Uniti.

Già nel lontano 1987 la castagna di Montella ha ottenuto il marchio di qualità IGP.

Cenni storici sulle castagne di Montella

Secondo molti le origini di questo frutto rimandano in realtà a tempi molto antichi. Nonostante sia nato in Asia Minore, le prime testimonianze della sua presenza in questa zona della Campania risalgono al periodo che va dal VI al V secolo a.C. In particolar modo, furono proprio i longobardi a consolidarne le coltivazioni emanando una legge che lo tutelasse. Ti chiederai, perché tutelare un frutto?

In epoca medioevale la castagna era una risorsa essenziale, soprattutto nei periodi di guerra; basti pensare al fatto che la farina ricavata dalla castagna era conservabile a lungo, qualità fondamentale quando la città doveva proteggersi dagli assedi e sfruttare ciò che aveva a disposizione per sfamare la popolazione. Ma non solo: il legno del castagno era adatto per costruire mobili, parti di abitazioni e, naturalmente, per appiccare il fuoco.

Il Museo della castagna

A Montella esiste un vero e proprio museo dedicato alla castagna.

Il MUCAM, Eco-Museo della Castagna di Montella, è nato grazie al contributo del Fondo Europeo agricolo per lo sviluppo rurale e al Programma di Sviluppo Rurale 2007/2013 della Regione Campania. La struttura è pronta ad accoglierti in un percorso multimediale che coinvolge tutti i sensi attraversando sei ambienti differenti.

Dalla prima sala dedicata all’accoglienza, si passa alla 2, in cui ti verrà mostrata una panoramica generale dei paesaggi irpini, per poi introdurre la storia della castagna e la sua tradizione.

La Sala 3 è quella della “Proiezione Immersiva”, particolarmente affascinante in quanto il visitatore avrà la sensazione di camminare realmente in un bosco di castagne.

La Sala 4 si chiama “Tavolo interattivo e diffusori olfattivi”. Con il multi-touch interattivo potrai approfondire in maniera autonoma i contenuti che più ti interessano. Durante il percorso ti sembrerà davvero di essere circondato dalla natura, soprattutto grazie al coinvolgimento dell’olfatto: i diffusori olfattivi richiamano gli odori del bosco e della castagna.

La Sala 5, “Pavimento Interattivo”, è forse quella più divertente per i bambini: il nome già lascia intendere qualcosa.

Manca l’ultimo senso: il gusto! La sala 6, “Il prodotto e le aziende del territorio”, ti permetterà di dedurre da solo perché questo frutto sia così apprezzato dagli amanti della castagna e non solo.

Montella, però, non è solo “il paese delle castagne”, infatti offre tanti altri percorsi e luoghi affascinanti da visitare.

Il Bioparco

Oltre che cimentarsi nella raccolta delle castagne, se ti piace passeggiare nella natura o sei un appassionato di trekking, qui puoi dedicarti a svariate escursioni, in particolare il sentiero che dal centro del paese attraversa il Bioparco della valle del fiume Calore, è uno dei più interessanti. Potrai ammirare la flora e la fauna che caratterizzano i boschi dei Monti Picentini, e la famosa Cascata della “Maronnella” o Madonnella, paradiso naturale facile da raggiungere ma non visibile dalla strada in quanto completamente immerso nella vegetazione; nonostante ciò, è frequentato sia da chi desidera rinfrescarsi durante le calde giornate estive sia dai pescatori a caccia di trote.

Montella cela scenari quasi fiabeschi. Stiamo parlando, ad esempio, della Cascata della Lavandaia e del Ponte del mulino, che sorgono ai piedi del monte Santissimo Salvatore con l’omonimo Santuario: un’antica leggenda narra che un giorno una bella lavandaia (alcuni dicono proprio di nome Montella), sedotta da un nobile locale di cui rimase incinta, annegò nelle vicinanze del ponte. Molti raccontano che ancora oggi il suo fantasma ostacoli chiunque cerchi di attraversare il ponte.

La cascata esiste dal I secolo a.C., quando fu eretto il ponte sovrastante. In questo punto, nel 1564 venne costruito un mulino, di cui oggi purtroppo vediamo pochi ruderi; la forza generata dal passaggio dell’acqua del fiume Calore e della cascata veniva utilizzata per mettere in moto il mulino tanto voluto dagli abitanti del borgo.

Il Complesso Monumentale del Monte

Appena sopra Montella, dall’alto della sua imponenza, si erge il Complesso Monumentale del Monte. Di che si tratta?

È un complesso architettonico di cui fanno parte i ruderi di un Castello angioino appartenente ai longobardi, la Chiesa di Santa Maria del Monte e l’ex Monastero francescano, proprietà dell’Arciconfraternita del Santissimo Sacramento di Montella.

Negli anni ’80 sono stati condotti degli scavi su quest’area, che hanno confermato l’appartenenza della fortezza ai longobardi per i reperti riportati alla luce, tra cui monete, frammenti di affreschi e sepolture, tutti riconducibili all’epoca longobarda e alto-medievale. Oggi purtroppo puoi vederne solo il torrione centrale, le mura di cinta e i ruderi delle stanze della nobiltà.

La chiesa, invece, presenta una sola navata e due cappelle laterali, in una delle quali puoi ammirare una preziosa pala lignea duecentesca raffigurante la “Madonna dell’umiltà”. Del Monastero, costruito tra il 1554 e il 1586 sulla preesistente chiesa al Monte di Pietà, sono oggi visitabili le celle e gli ambienti inferiori dove si svolgeva la vita dei frati, in cui sono anche stati installati dei pannelli multimediali. Nel 1642, il feudatario Antonio Grimaldi donò al Monte di Pietà il giardino adiacente al convento, all’epoca proprietà del castello. Passeggiandovi puoi trovare le stesse colture (ripiantate) che durante il Medioevo davano sostentamento ai monaci.

Per visitare il complesso è necessario prenotare telefonicamente.

Il Museo di San Francesco a Folloni

Nella piana di Folloni sorge un altro convento, quello di San Francesco, riconosciuto monumento nazionale, patrimonio storico-artistico del Polo museale della Campania e istituto museale statale dal 2019.

Dietro l’esistenza dell’attuale convento ci sono storie miracolose. Quando San Francesco giunse a Montella non venne accettato come ospite nel castello del paese, per questo si rifugiò nel bosco di Folloni insieme ai suoi confratelli. Il miracolo vuole che quella notte nevicò incessantemente, ma la neve coprì ogni punto del bosco tranne che il leccio sotto cui si riposò il santo. Il castellano e i cittadini, davanti al miracolo, chiesero a San Francesco di far sì che due dei suoi frati in quel punto vi costruissero un convento. Si dice che il leccio venne conservato a lungo come reliquia sotto l’altare della chiesa.

Un’altra storia interessante testimonia la presenza di un’altra reliquia, quella di un sacco contenente del pane che secondo la leggenda fu donato da San Francesco, in quel momento in Francia, ai suoi confratelli sul punto di morire di fame grazie all’intermediazione degli angeli. A confermare la storia, sul sacco la presenza del contrassegno dei gigli di Francia.

Il complesso ospita anche una biblioteca e un museo in cui sono esposti la giornea originale del Conte Diego I Cavaniglia, lo scheletro e le vesti funerarie ritrovate con gli scavi successivi al terremoto dell’Irpinia.

Il museo è  aperto tutti i giorni tranne il martedì, dalle ore 9:00 alle ore 13:00.

Posizione dell'attività

Montella, 83048, Avellino

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