2h
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Illimitato
Borgo
Adatto ai bambini
Adatto alle coppie
Animali ammessi
Parcheggio disponibile
Senza barriere
Supporti in lingua
La cittadina medievale è situata su un colle in provincia di Salerno, nel cuore del Parco Nazionale del Cilento, e non è un caso che sia stata riconosciuta Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO e come uno dei borghi più belli d’Italia.
Probabilmente avrai già scoperto qualche angolo di Castellabate al cinema o in televisione grazie al famoso film “Benvenuti al Sud“, di cui il borgo è protagonista. Questa città è capace di rapire il cuore di chiunque la visiti grazie al fascino intramontabile dei secoli di storia che l’hanno attraversata, dei vicoletti, delle terrazze panoramiche e degli antichi edifici che la abitano.
Merita sicuramente una visita il Castello dell’Abate, simbolo del borgo in quanto è qui che ha avuto origine la sua storia (scopri perché nel paragrafo dedicato alla storia!). Costruito nel 1123 dall’abate Costabile, è nato con con lo scopo di difendere la città marittima dai possibili attacchi dei Saraceni.
La struttura conserva ancora oggi la sua imponenza e maestosità, garantendo a chiunque la visiti una vista spettacolare sulla costa cilentana. Al suo interno vengono spesso organizzati eventi culturali artistici e sociali, ma anche cerimonie e matrimoni; tra le sue sale, infatti, è possibile ammirare le miniature dei fabbricati del paese di Castellabate, le opere pittoriche e le sculture di artisti del posto.
Tra i sotterranei ci sono diverse gallerie, infatti alcune leggende raccontano di una rete di tunnel segreti che dal castello conducono direttamente a Punta Licosa e altre località.
La Basilica pontificia di Santa Maria de Gulia è una chiesa del XII secolo in stile romanico con una facciata cinquecentesca. Tra le opere prestigiose conservate al suo interno troviamo un dipinto raffigurante San Michele trionfante su Satana e un polittico della Madonna in trono col Bambino, San Pietro e San Giovanni Evangelista. Le maioliche della pavimentazione risalgono al XV secolo, mentre all’esterno, davanti alla basilica, c’è la piccola Cappella del Rosario.
Le località balneari più belle di Castellabate si dividono tra Santa Maria e San Marco di Castellabate, Punta Licosa e Ogliastro Marina.
Tra Santa Maria e San Marco troviamo la Spiaggia del Pozzillo, che con la sua meravigliosa sabbia dorata accompagna il litorale per 1 km, assicurandosi il secondo posto tra le spiagge più lunghe di Castellabate. L’acqua limpida e il fondale poco profondo la rendono particolarmente adatta alle famiglie che vogliono godersi una giornata tranquilla con i bambini.
Più a sud ci sono le spiagge di Ogliastro Marina e di Baia Arena. Qui si alternano tratti di spiaggia libera a lidi e stabilimenti; la seconda, in particolare, è lunga solo 100 metri in quanto il lato appartenente a Castellabate è diviso da quello di Montecorice dal fiume che dà il nome alla spiaggia.
Meno comode e più selvagge, invece, sono le spiagge e le calette di Punta Licosa. La spiaggia di Punta Licosa è una delle più suggestive del litorale ed è dotata anche di un piccolo porticciolo in quanto i turisti possono raggiungerla solo via mare o percorrendo il Sentiero di San Marco.
Caratteristica comune a tutte le cale sono i ciottoli e le rocce che si fanno spazio al posto della sabbia. Se ami rilassarti e goderti il sole immerso nella quiete, queste piccole oasi naturali sono il luogo perfetto per te. La più grande si trova subito dopo la punta del promontorio, di fronte all’isola di Licosa, e vanta un’acqua cristallina.
Siamo certi che chiunque sia rimasto incantato dalle meravigliose location che fanno da sfondo al film “Benvenuti al Sud”. La maggior parte delle riprese sono state girate proprio a Castellabate, tra la marina e il borgo arroccato sulla collina.
Iconico è l’ufficio postale dove viene trasferito uno spaventato Alberto, interpretato da Claudio Bisio, che in realtà non esiste: al suo posto c’è un bar, situato nella piazzetta principale del paese, Piazza 10 Ottobre 1123. I panorami che accompagnano Alberto e Mattia (Alessandro Siani) in giro sul motorino, invece, sono tutti veri: tra questi il meraviglioso Belvedere di San Costabile, terrazza che si affaccia su tutto il litorale e sull’isolotto di Licosa.
La simpatica scena della cena tra colleghi è stata registrata in un ristorantino vero, “Le Gatte“, situato nell’omonimo porticciolo, così chiamato per le candele intente a illuminare i porticati e somiglianti agli occhi di un gatto al buio.
Torre Perrotti, edificio risalente al XVII, è la dimora di Alberto, e la vicina spiaggia è stata pensata come location perfetta per ricreare l’atmosfera romantica delle scene finali del film, dove Bisio si riappacifica con la moglie, interpretata da Angela Finocchiaro, e Mattia si dichiara a Maria (Valentina Lodovini).
È proprio su una delle mura esterne della torre che è stata affissa la targa con la celebre e iconica frase “Qui non si muore“.
I primi abitanti a colonizzare l’attuale città di Castellabate furono gli Enotri, un popolo italico dell’Italia Meridionale. A quest’ultimo susseguirono i Trezeni, popolazione greca che fondò Trezene sul Monte Tresino, nei pressi di Licosa. Nonostante ciò, sono stati ritrovati reperti che riconducono la prima presenza umana in questa località addirittura al Paleolitico.
Nel IV secolo a.C. vi si insediano i Lucani, il cui nome potrebbe derivare proprio dalla città di Leucosia o di Leukothèa. Con l’arrivo dei patrizi romani la zona divenne ben presto il principale punto di approvvigionamento per le navi dirette a Miseno e anche base militare per la flotta imperiale.
La nascita di Castellabate, però, la si deve a Costabile Gentilcore, monaco benedettino nativo di Tresino che nel 1123 venne proclamato quarto abate della Badia di Cava, per poi in futuro diventare santo e patrono della città; il 10 ottobre 1123 avviò i lavori di costruzione del Castello di Sant’Angelo, il quale gli verrà successivamente dedicato attribuendogli il nome che ha dato origine al toponimo moderno “Castellabate”, cioè “Castrum Abatis“.
La storia medievale è segnata dalla dominazione longobarda e normanna. I Longobardi in particolare dopo aver depredato queste terre, con l’imposizione feudale ne divennero i benefattori dopo essere stati convertiti al cristianesimo dai benedettini. Data la loro profonda devozione per San Michele Arcangelo, denominarono colle Sant’Angelo l’altura su cui sarebbe sorta Castellabate e la sua fortezza.
Solo nel 1950 il Castello ritornerà nelle mani della Badia di Cava de’ Tirreni. Sul finire del 1200, grazie al suo presidio, la città divenne la baronia più potente del Cilento.
Da feudo, l’allora Castel dell’Abate passò nelle mani di innumerevoli casate e famiglie fino al 1806, quando venne abolito il sistema feudale e la città divenne capoluogo di comune. Fu l’11 novembre 1811 che Gioacchino Murat, ospite al Palazzo Perrotti, pronunciò la fatidica frase che è rimasta nella storia di Castellabate e della Campania: “Qui non si muore!”, enunciata dal Belvedere di San Costabile.
Anche il Cilento ha assistito alla spinta dei moti rivoluzionari, tra questi quelli del 1821 con l’insurrezione del popolo contro Francesco I di Borbone, e quelli del 1848. Fortunatamente indenne durante la Prima Guerra Mondiale, durante la Seconda avvennero diversi scontri nei pressi di Punta Licosa: il 7 settembre 1943 il sommergibile inglese “Shakespeare” colpì e affondò il sommergibile italiano “Velella” con tutto il suo equipaggio; dopo due giorni, gli Alleati sbarcarono presso la marina di Castellabate per l’“Operazione Avalanche”.
Finalmente negli anni ’70 quello che un tempo era un borgo dedito alla pesca e all’agricoltura, inizia pian piano a trasformarsi nella prediletta meta turistica che conosciamo oggi.