20minuti
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Illimitato
Isola
Adatto ai bambini
Adatto alle coppie
Animali ammessi
Parcheggio disponibile
Senza barriere
Supporti in lingua
Piccolo promontorio posto all’estremità di Monte di Procida, l’Isolotto di San Martino prese le sue odierne sembianze di isola nel 1488. Fu questo, infatti, l’anno in cui la lingua di terra che collegava l’isolotto alla terraferma si dissolse, dando vita ad un piccolo angolo di paradiso poco lontano dai Campi Flegrei.
L’isolotto di San Martino è una minuscola isola di 1600 m², molto difficile da raggiungere ma da cui si può ammirare un panorama molto suggestivo. Dall’altra parte dell’isola, infatti, ci si trova senza fiato, sospesi tra terra e mare: da una parte si possono ammirare le belle falesie di Monte di Procida con le sue acque calme e cristalline; dall’altra, il mare aperto con l’isola di Procida di fronte e una scogliera ideale per pescatori e appassionati di ambienti marini, proprio sotto il nostro naso. Si tratta di un ambiente ideale per chi vuole allontanarsi dalla monotonia, avventurandosi in un piccolo spazio fatto su misura per gli amanti del mare.
L’isola è costituita interamente da pozzolana. Si tratta di una miscela di rocce molto eterogenea e dalle caratteristiche ottimali che l’ha resa fondamentale nell’utilizzazione in campo edile di tutti i tempi. Ancor prima degli antichi romani, infatti, questo composto veniva aggiunto alla calce ed utilizzato per le sue caratteristiche durature e resistenti all’acqua. Durante l’anno Mille d.c. anche i frati benedettini, che studiavano e apprendevano le antiche culture, ne riscoprirono le potenzialità, utilizzandola, appunto, per la costruzione delle Chiese. Infine il suo utilizzo si protrasse anche durante il Rinascimento e, più recentemente per tutto il XIX secolo. Fu proprio a causa di una sfrenata estrazione che le coste dell’Isolotto di San Martino, si abbassarono di ben 16 m rispetto alle vicine coste montesi.
Per raggiungere questa piccola isola bisogna percorrere uno strettissimo tunnel, non pedenale, lungo circa 3 km che non è consigliabile per chi soffre di claustrofobia. Questo condurrà ad un pontile ma per raggiungere l’altra parte dell’isola, bisogna percorrere un secondo tunnel, più largo e illuminato.
Dal 2017 questo bel posto, cadde in disfacimento così come l’unico accesso che da Monte di Procida conduceva all’Isolotto. Non è, infatti, sicuro percorrerlo. Ancora oggi le strutture che un tempo offrivano servizi turistici o di ristoro sono state abbandonate. Si tratta, ormai, di un luogo libero dalle mani dell’uomo che lo ha solo sfruttato e deturpato.
Nel 1917 la piccola isola fu scelta per il collaudo dei siluri prodotti presso il silurificio di Baia. Successivamente, nel 1930, furono costruiti una galleria ed un ponte che nove anni dopo furono minati durante la Seconda Guerra Mondiale.
Nel 1950, un imprenditore, detto Don Mimì Esposito, ottenne una concessione che durò circa quarant’anni. Il signor Antimo riuscì, in questo modo, a trasformare completamente la piccola isola sfruttata per l’estrazione della pozzolana e deturpata dagli eventi bellici, in una vera e propria attrazione turistica.
Nel 2014, però, le sue sorti cambiarono ancora una volta. L’isola tornò nelle mani del Comune di Monte di Procida. Due anni dopo crollò gran parte del costone dell’isola.
Ad oggi l’isolotto è ancora chiuso ma è possibile arrivarci via mare.