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Illimitato
Chiesa
Adatto ai bambini
Adatto alle coppie
Animali ammessi
Parcheggio disponibile
Senza barriere
Supporti in lingua
La Chiesa di Santa Maria la Nova sorse per volontĆ di Carlo I d’Angiò e per la necessitĆ di fare spazio a uno dei monumenti più belli e importanti di Napoli, il Maschio Angioino. Nel luogo scelto per la costruzione del castello che avrebbe ospitato diversi monarchi napoletani era presente la Chiesa di Santa Maria ad Palatium, con annesso convento di frati minori che a quanto pare era stato fondato da San Francesco.
Alcuni terremoti tra il 1400 e il 1500 ne hanno causato la ricostruzione che ha donato alla città di Napoli la chiesa come la conosciamo oggi, con il Cappellone di San Giacomo da Marica a fare bella mostra di sé nella navata della Chiesa di Santa Maria la Nova.
Dal portone della facciata si accede dentro la chiesa che si presenta a croce latina con navata unica, con sette cappelle per lato.
La Chiesa di Santa Maria la Nova offre un soffitto in legno dorato, ornato da quarantasei tavole di vari artisti, che ritraggono varie scene religiose: le tavole più grandi sono la Gloria del nome di Maria, l’Assunzione della Vergine e l’Incoronazione della Vergine.
Nella zona del cleristorio vi sono degli affreschi che hanno come tema Articoli del Credo, attribuiti al Corenzio. Sulla controfacciata si trovano altre due tele di Belisario Corenzio, Punizione dei dannati e quella più famosa della Madonna delle Grazie.
Le cappelle ai lati della chiesa, per lo più familiari, ospitano affreschi di Nicola Malinconico, assieme ad altre opere d’arte comeĀ bassorilievi e statue, degne di nota sono il Cappellone di San Giacomo della Marca, che ospita i resti mortali di San Giacomo e altre opereĀ firmate da Luca Giordano, Massimo Stanzione e Giovanni Balducci.
Meravigliosa ĆØ la zona del transetto, che presenta al centro la cupola, affrescata da Belisario Corenzio con delle pregevoli pitture, Storie della Vergine e profeti. Sugli archi che dividono la parte centrale da due bracci laterali vi sono poi due tele di Nicola Malinconico, ossia Adorazione dei Magi e Adorazione dei pastori.
La Chiesa di Santa Maria la Nova ĆØ cosƬ chiamata per distinguerla dalla Chiesa di Santa Maria ad Palatium, che sorgeva nell’area in cui fu costruito l’imponente Castel Nuovo, conosciuto come Maschio Angioino.
Carlo I d’Angiò, volendo edificare ciò che sarebbe divenuto uno dei simboli di Napoli per eccellenza, fece demolire la Chiesa di Santa Maria ad Palatium, che ospitava anche un convento di frati minori, e donò ai religiosi sfrattati dalla zona adiacente il porto lāarea attuale in cui ĆØ poi sorto il Complesso Monumentale di Santa Maria la Nova.Ā
La Chiesa fu costruita in stile gotico a partire dal 1279, ma numerose vicissitudini ne determinarono una pesante ristrutturazione, tra cui cinque terremoti tra il 1456 e il 1588 e, soprattutto, lo scoppio della polveriera di Castel S. Elmo, che la compromise.
Il tempio fu quindi ricostruito secondo la moda del tempo in stile barocco, riutilizzando gran parte del materiale giĆ esistente, che permise quindi una pronta riapertura della Chiesa di Santa Maria la Nova nel 1599 dopo soli tre anni dall’avvio dei lavori.Ā
Un ultimo grande restauro fu commissionato dai frati minori proprietari del Complesso Monumentale all’architetto Federico Travaglini, che valorizzò le aggiunte barocche del 1600. La Chiesa di Santa Maria la Nova si presenta oggi con una facciata austera di stampo rinascimentale. A fianco vi ĆØ il campanile, ricavato da un’antica torre di guardia del porto di Napoli, inglobata nel complesso monumentale.Ā
Il rifacimento della Chiesa di Santa Maria la Nova ĆØ dovuto alle generose offerte dei fedeli in seguito a una guarigione miracolosa,Ā attribuita alla Madonna delle Grazie, di cui campeggia tuttāora il quadro nella chiesa. Si racconta che la MadonnaĀ il 17 agosto del 1596 guarƬ uno storpio dalla nascita.