3h
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Illimitato
Chiesa
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Il Monastero di Santa Chiara, conosciuto anche come Basilica di Santa Chiara, è senza ombra di dubbio uno degli edifici di culto più importanti di Napoli.
A lei Michele Galdieri e Alberto Barberis dedicarono il ricordo più dolce di un emigrante che desidera tornare a Napoli, un dipinto della città del dopoguerra restituito tra le note della loro “Munasterio ‘e Santa Chiara“. “Munasterio ‘e Santa Chiara” divenne popolare nel 1946 quando Giacomo Rondinella la presentò nell rivista teatrale “Imputati, alziamoci!” e Ettore Florgenti gli diede voce alla Festa di Piedigrotta aggiungendo la seconda strofa.
Gli hanno poi dato dato voce grandi interpreti della canzone italiana come Roberto Murolo e Mina.
Nel dopoguerra del novecento, un restauro si rese infatti necessario per riparare i danni causati dal bombardamento alleato del 4 agosto 1943. Tale bombardamento causò un incendio che distrusse alcuni interni della chiesa e danneggiò in maniera irreparabile tutti gli affreschi di Giotto dipinti durante la costruzione trecentesca e quelli del XVIII secolo. Il restauro riportò la Chiesa allo splendore medievale, che fu riaperta al culto dieci anni dopo il bombardamento, il 4 agosto 1953.
Il sentimento nostalgico per la distruzione di Santa Chiara è in realtà l’angoscia di tutta l’Italia distrutta dalla guerra, un sentimento nazionale che si ritrova nel sentire di Napoli.
Il Complesso monumentale di Santa Chiara comprende al suo interno la più grande basilica gotico angioina di tutta la città. il complesso del monastero comprende quattro chiostri monumentali, gli scavi archeologici e il Museo dell’Opera, che ne descrive minuziosamente la storia.
La storia del Monastero di Santa Chiara ha inizio nel 1310, per volere di Re Roberto d’Angiò e di sua moglie Sancia di Maiorca, la quale era devota alla vita di clausura ma ne era impossibilitata a rispondere a tale chiamata. I lavori durarono un ventennio circa, sotto la direzione di Gagliardo Primario, a cui seguì Lionardo di Vito. I lavori di costruzione finirono nel 1328, nel 1330 fu aperta al culto ma solo nel 1340 la Basilica sarebbe stata consacrata a Santa Chiara. Nella seconda metà del settecento, seguendo la moda dell’epoca, la chiesa fu ristrutturata in forme barocche da Domenico Antonio Vaccaro e Gaetano Buonocore.
La Basilica di Santa Chiara oggi si presenta nelle sue originarie forme gotiche provenzali, con la facciata che ospita un meraviglioso rosone traforato. L’interno della navata presenta dieci cappelle per lato. L’ultima cappella sulla destra ospita le spoglie della famiglia dei Borbone, mentre invece nel presbiterio vi sono i monumenti funebri della famiglia reale angioina. Al centro la tomba di Roberto d’Angiò, colui che volle l’edificazione del complesso religioso. Alla destra di Re Roberto d’Angiò riposano Carlo di Calabria e Maria di Valois, mentre sulla sinistra vi è Maria di Durazzo, la cui tomba è attribuita a uno scultore ignoto, chiamato appunto Maestro Durazzesco. Alle spalle dell’altare maggiore è degno di nota l’ex Coro della Clarisse, una cappella strutturata come sala capitolare cistercense da cui le monache partecipavano alle funzioni religiose. Oggi è denominata Cappella dell’Adorazione, ed è visitabile solo previa prenotazione. Il complesso ospita anche gli scavi archeologici di un’area destinata alle terme, di fattura simile a quelle di Pompei ed Ercolano. Gli studi attestano che si dovrebbe trattare del più completo stabilimento termale di Napoli, risalente alla fine del I secolo.
Il Complesso monastico Santa Chiara ha al suo interno ben quattro chiostri monumentali, e nel corso del tempo, e con la trasformazione del refettorio dei Frati Minori in Chiesa delle Clarisse, due dei quattro chiostri sono entrati a far parte dello spazio di tale chiesa, ovvero il Chiostro dei Frati Minori e il Chiostro di Servizio, mentre il Chiostro di San Francesco e il Chiostro Maiolicato sono tutt’ora appartenenti al complesso di Santa Chiara. Il Chiostro Maiolicato è senza dubbio quello più bello e grande della struttura, e testimonia il passato barocco della basilica. Fu progettato da Domenico Antonino Vaccaro, lo stesso che si occupò del restauro della chiesa nella seconda metà del settecento, e con il suo incrocio di viali contornati dai maestosi portici, è senza dubbio uno dei simboli architettonici di Napoli per eccellenza, un meraviglioso giardino rustico decorato da preziose panche e altri elementi riccamente decorati che riprendono paesaggi e scene bucoliche napoletane che lasciano senza fiato.
Il Monastero di Santa Chiara si trova in pieno centro storico di Napoli, per cui non è possibile raggiungerla direttamente con l’auto.
Il Monastero di Santa Chiara è facilmente raggiungibile grazie alla metro di Napoli. Arrivando alla stazione ferroviaria di Napoli Centrale basterà raggiungere l’interscambio con la stazione della metro di Piazza Garibaldi, capolinea della linea 1 della metropolitana. Prendere la metro in direzione Piscinola e scendere alla fermata Dante. Da qui procedere a piedi per circa 10 minuti.