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Illimitato
Villa o Palazzo
Adatto ai bambini
Adatto alle coppie
Animali ammessi
Parcheggio disponibile
Senza barriere
Supporti in lingua
Palazzo Donn’Anna ĆØ un’antico palazzo monumentale ubicato ai piedi della collina di Posillipo, su un lembo di terra che affaccia sul magnifico Golfo di Napoli. Ć un edificio sede di antiche leggende e storie intriganti che animano la cittĆ . Prima della costruzione del Donn’Anna, qui c’era La Serena.
Dove oggi si erge maestoso Palazzo Donn’Anna c’era un struttura proprietĆ di un certo Dragonetto Bonifacio, detta La Serena, o Villa delle Sirene o ancora Villa Sirena. Caso vuole che i nobili con questo nome nel XV erano due, quindi gli storici non sanno a chi collegare esattamente la struttura.
Intorno al 1571 la struttura fu occupata dalla famiglia Ravaschieri, in particolare dal priore di San Nicola di Bari, Gian Francesco. L’edificio passò poi a Fabio Giordano che lo vendette a Luigi Carafa della Stadera, IV principe di Stigliano.
L’antica Villa Sirena passò poi ad Antonio Carafa, che sposò Elena Aldobrandini, nipote di Papa Clemente VIII. Da quest’unione nacque Anna, che nel 1630 divenne proprietaria di tutto il patrimonio di famiglia e nel 1636 sposò il politico spagnolo Ramiro Felipe NuƱez de GuzmĆ”n.
I due, divenuti vicerĆØ e viceregina, commissionarono a Cosimo Fanzago l’abbattimento di Villa Sirena e la costruzione di quello che sarebbe diventato Palazzo Donn’Anna, con sfarzosi appartamenti, un teatro e un accesso diretto verso il mare.
L’edificio fu costruito su pianta rettangolare, con una base in tufo che poggia sullo scoglio mentre il resto della facciata ĆØ caratterizzata da finestroni e nicchie.
Con la morte di Anna Carafa nel 1645 la costruzione si fermò. Quando venne a mancare anche il marito nel 1666, il palazzo fu ereditato dal figlio Nicola Maria e la struttura diventò teatro di feste e ricevimenti dell’alta societĆ napoletana.
A causa di alcuni danni subiti durante la rivolta di Masaniello nel 1647 e nel terremoto del 1688, l’edificio passò al fisco e poi di nuovo ai Carafa che lo vendettero a Don Carlo Minelli, marchese di Calistri, che vi rimase per tutto il XVIII secolo. Lui fece aggiungere l’epigrafe sul portale che da su Via Posillipo.
Nel 1807 l’edificio fu acquistato da un certo Mattia Durante. Il Palazzo ĆØ stato poi abbandonato fino al 1901, quando si pensò di trasformarlo in albergo, poi adibito solo a condominio con abitazioni appartenenti a vari proprietari.
Palazzo Donn’Anna purtroppo non ĆØ visitabile internamente ma comunque anche solo dall’esterno, questa costruzione a picco sul mare ĆØ ricca di fascino e maestositĆ . Il Donn’Anna si trova in un punto panoramico da cui ĆØ possibile ammirare tutto il golfo di Napoli.
Il palazzo ĆØ stato teatro della serie tv Mina Settembre, nella scena finale dove Mina fa il bagno con Gianluca, il fratello che ha da poco scoperto di avere, figlio dell’amica Irene e del suo defunto padre.
A Napoli si dice che Palazzo Donn’Anna fu il luogo prescelto dalla Regina Giovanna II d’Angiò per incontrare i suoi giovani amanti lontano da occhi indiscreti. Grazie alle due vie d’accesso via mare e via terra era il luogo perfetto, però all’epoca Palazzo Donn’Anna non esisteva ancora!
Il Palazzo era di proprietà di Dragonetto Bonifacio e non dei Carafa. La Regina Giovanna chiamò questa struttura Villa delle Sirene e vi passò tre giorni e tre notti con Beppe, un pescatore molto apprezzato per le sue doti di amante.
Coloro che entravano qui non potevano più uscirne e Beppe fu il primo. La Regina non gli permise di uscire, quando stava per andare via il pavimento si aprì sotto i suoi piedi e sprofondò in mare.
La fidanzata del pescatore, Stella, si tormentò per la scomparsa dell’amato e maledisse la Regina con tutte le sue forze. La maledizione continuò anche dopo la sua scomparsa, colpendo tutti i successivi proprietari della villa, tra cui la celebre Anna Carafa, proprietaria del palazzo che vi fu costruito in seguito.
Sulla scia della maledizione di Stella, Palazzo Donn’Anna ĆØ stato teatro della leggenda di Anna Carafa, principessa di Stigliano e sua nipote Mercedes deĀ la Torre, riportata anche da Matilde Serao nel suo libro Leggende Napoletane.
Donna Anna Carafa, durante una festa a Palazzo organizzò un teatrino a cui presero parte gli invitati. La messa in scena si concluse con un bacio tra il nobile Gaetano di Casapenna, amante di Anna Carafa e Mercedes. Donn’Anna vide del tenero in questo gesto e la sua ira culminò nella sparizione di Mercedes.
La principessa volle far credere che la giovane si era rifugiata in convento, ma Gaetano non le credeva e vagò in cerca della sua amata fino a trovare la morte in battaglia.
La placida e serena atmosfera che caratterizza il largo su cui si affaccia il simbolico Palazzo, fa da sfondo alla scena della puntata tre “La cura” della terza stagione dell’Amica geniale, in cui le amiche Lenù e Lila si trovano ad affrontare importanti tematiche sul ruolo della donna nella societĆ dell’epoca. La calma che regna sulla spiaggia e l’armonioso rumore delle onde accompagnano il dialogo e le confidenze tra le due ragazze.