30minuti
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Illimitato
Area Archeologica
Adatto ai bambini
Adatto alle coppie
Animali ammessi
Parcheggio disponibile
Senza barriere
Supporti in lingua
Lo Stadio di Antonino Pio di Pozzuoli è stato riportato alla luce nel 2008 ed è tra gli unici due esempi di edifici romani di questo tipo in Italia, insieme allo stadio di Domiziano (oggi piazza Navona). Resti di stadi antichi, infatti, si trovano soltanto tra la Grecia e l’Asia minore.
Dal 1932 appare smembrato, in seguito alla realizzazione della moderna via Domiziana che l’ha tagliato nel senso della lunghezza.
Qui l’imperatore Antonino Pio organizzava i giochi alla greca detti Eusebeia e divisi in due sezioni; la prima, dedicata all’agone ginnico, la seconda, a quello musicale. Immergersi nello stadio immaginando atleti e musici è quindi sicuramente un’esperienza da vivere. Lo Stadio, inoltre, sorge su una terrazza naturale, affacciandosi scenograficamente sul Golfo di Pozzuoli, una vista che fonde suggestivamente antico e natura.
L’imperatore Antonino Pio fece realizzare lo stadio in onore dello spirito filellenico del suo predecessore Adriano nei pressi di una delle ville di Cicerone. Ha la tradizionale pianta rettangolare: uno dei lati brevi curvo e l’altro, che era riservato alla partenza degli atleti, leggermente curvilineo.
Gli atleti venivano immessi direttamente nella pista attraverso il varco monumentale, mentre gli spettatori facevano il loro ingresso dal fronte settentrionale e raggiungevano la cavea mediante l’antica via Domitiana, ripercorsa in parte dall’attuale via Luciano.
La cavea è l’insieme di gradinate dalle quali il pubblico poteva assistere ai vari tipi di gare ed è divisa in tre settori: la parte più bassa o’ima cavea, era riservata ai personaggi più importanti, la media, riservata al ceto equestre e la summa, la parte più alta, riservata al popolo.
La doppia cortina di archi in piperno, originariamente rivestiti d’intonaco chiaro e coperti da una volta in muratura, serviva da elemento di raccordo tra le due cortine.
La media cavea è stata rinvenuta completamente in crollo e priva delle gradinate mentre possiamo vedere ancora conservate diverse parti dello stadio.
Ad esempio l’ima cavea, separata dalla pista mediante il balteus, un alto muro sul quale vi era una balaustra in marmo, di questa si conservano due file di sedili in piperno e collegati a due serie di scalette laterali. Della parte più alta della cavea si conserva la struttura in muratura, sulla quale poggiavano in origine le gradinate, sorretta dall’ambulacro, ovvero un lungo corridoio percorribile. L’ambulacro, esteso quanto i due lati lunghi dello stadio, era l’accesso che portava il pubblico all’ima e alla media cavea attraverso i vomitaria, appositi vani scala aperti sulla parete meridionale.
Il primo degli ingressi corrisponde ad un avancorpo a pianta rettangolare collegato direttamente all’ambulacro di passaggio per la cavea. Gli spazi compresi tra gli avancorpi dovevano, invece, essere aperti e sistemati a verde.