30minuti
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Illimitato
Parco o giardino
Adatto ai bambini
Adatto alle coppie
Animali ammessi
Parcheggio disponibile
Senza barriere
Supporti in lingua
A pochi metri dalla principale Piazza Tasso di Sorrento, nascosto al di sotto del livello della strada, c’ĆØ uno dei principali simboli della cittĆ : un luogo misterioso e straordinario che ha resistito, seppur subendo alcune modifiche, al trascorrere inesorabile del tempo. Stiamo parlando dell’incredibile Vallone dei Mulini.Ā
Il Vallone ĆØ stato uno dei primi complessi industriali del borgo, che un tempo costituiva il centro nevralgico della cittĆ . Dopo l’abbandono, che avvenne sul finire dell’Ottocento, la valle divenne un suggestivo luogo naturale e incontaminato.
Turisti e visitatori si affacciano ancora oggi per scorgere questa antica testimonianza storica. Il sito, a detta della celebre rivista americana Buzzfeed, si annovera tra i 30 luoghi più affascinanti del pianeta, infatti nel 2013 ha ottenuto milioni di visualizzazioni facendo il giro dei social grazie all’importante contributo del profilo Instagram āNatureā.
Prima di arrivare alla centralissima Piazza Tasso, dopo una magnifica passeggiata tra le vie del centro storico di Sorrento, c’ĆØ una strada che costeggia la profonda valle: Via Fuorimura.Ā
Sporgendosi verso il basso dal parapetto stradale che costeggia la via, si possono ammirare le alte pareti rocciose che circondano una imponente e selvaggia vegetazione. Questa, resa florida dal forte grado di umiditĆ che si aggira intorno allā80%, conta su svariate e numerose specie di alberi e arbusti, ma soprattutto felci, tra cui spicca per interesse botanico la rara Phyllitis vulgaris.
La valle ha avuto origine secoli fa, a seguito di un’imponente eruzione dei Campi Flegrei. I detriti che ricoprirono la zona modificarono profondamente lāaspetto del territorio. I corsi d’acqua del Casarlano e del SantāAntonino confluirono in questo punto, scavando un profondo vallone che degradava verso il mare.
Durante il XVI secolo l’area venne contesa tra le proprietĆ delle famiglie locali dei Tasso, e in seguito dei Correale, grazie ai quali si ebbe la costruzione del Porto di Capo Cervo o Capo di Cerere, oggi chiamato Marina Piccola.
Successivamente, sulle sponde dei torrenti, venne costruito anche un esteso complesso che contava ben cinque mulini per la macinazione del grano. Nei pressi dell’area vennero aggiunti anche una segheria, dove gli ebanisti sorrentini lavoravano il legno, e un lavatoio, luogo d’incontro per le donne del popolo.
Nel 1842 una buona parte dellāarea fu acquistata da Enrico Falcon, un giovane ingegnere napoletano di origini francesi, dal temperamento liberale e anticlericale. Il giovane intendeva riqualificare lāantico mulino per convertirlo ad una nuova tecnologia a vapore. Pochi anni dopo, nel 1848, fu costretto a scappare in Francia in quanto ricercato dalla polizia borbonica.
Il luogo, ormai indifeso, venne modificato dall’amministrazione locale, che decise di abbattere le mura della cittĆ e colmare una parte del vallone per conseguire l’importante opera di modernizzazione urbanistica. Gli abitanti lasciarono la valle che, una volta chiusa, divenne in parte invivibile e si trasformò nel luogo incontaminato e immutato che ancora oggi ĆØ possibile ammirare dall’alto.
Nascosta tra la vegetazione spontanea del Vallone dei Mulini, cresce rigogliosa una particolare pianta indigena: la Phyllitis vulgaris o Asplenium scolopendrium. Si tratta di una felce, tra le piante più antiche del pianeta, che non presenta fiori nĆ© semi, subito riconoscibile dalle sue particolari foglie intere. Ognuna di queste può arrivare a misurare anche un metro e la loro forma ricorda vagamente un insieme di lunghe lingue. Ciò ha fatto sƬ che a questa grossa pianta venisse volgarmente associato il nome “lingua di cervo” o lingua cervina.
Protetta in alcune regioni italiane, questa felce è utilizzata sia in campo ornamentale che per le sue proprietà officinali. Citata già al tempo di Dioscoride, pare che la pianta fosse in grado di curare disturbi della milza e del fegato. Secondo il botanico Ray, in infusione come tisana o tritando in polvere le foglie essiccate, può essere tranquillamente utilizzata per contrastare le palpitazioni del cuore e i moti convulsivi.
Il luogo sarebbe accessibile solo grazie ad un cancello, purtroppo sempre chiuso. Ciò ha reso il Vallone dei Mulini un’area praticamente incontaminata. Lāabbandono ottocentesco e l’inaccessibilitĆ del posto hanno donato al luogo un carattere sfuggente, misterioso, quasi selvaggio rispetto al contesto urbano in cui si ritrova.
Tra i panorami e i paesaggi protagonisti di foto e cartoline di Sorrento, il Vallone dei Mulini ĆØ uno dei simboli principali.Ā Gli abitanti del posto e alcuni visitatori sperano ancora in una possente opera di riqualificazione e valorizzazione che possa rendere il sito un’attrazione turistica di meritevole rilievo.