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Il Real Parco della Reggia di Caserta è un grandioso parco verde situato a Caserta che insieme al Palazzo Reale, costituisce il complesso della meravigliosa Reggia di Caserta. Il parco ha un'estensione di ben 120 ettari e una lunghezza di 3,3 km, infatti è considerata la residenza reale più grande al mondo e i suoi proprietari storici sono stati i Borbone e per un breve periodo anche i Murat. Per tale importanza e per la sua bellezza unica, nel 1997 fu dichiarata Patrimonio dell’Umanità da parte dell’UNESCO.
La grandiosità del parco colpisce a prima vista, quando ancor prima di varcare l’ingresso, il visitatore viene praticamente spiazzato dalla vastità che appartiene al bel parco. Si tratta dell'effetto cannocchiale voluto dal suo ideatore: Luigi Vanvitelli. L’assetto del Real parco si può descrivere in tre parti: il parterre, la grande via d'acqua e il giardino all'inglese.
La prima parte del Parco è più nascosta: situata dietro il Palazzo è adibita a parterre cioè un prato con viali rettilinei. Ad esso si affianca il Bosco vecchio (preesistente alla costruzione della Reggia di Caserta) con un edificio denominato Castelluccia. I viali della parterre conducono infine ad un lago artificiale che costituiva la Peschiera reale. Al centro del lago sorge una piccola isola arricchita da un tempietto circolare.
La seconda parte è quella più visibile poiché si estende a perdita d’occhio dall’ingresso principale del parco e, attraverso maestosi giochi d’acqua, risale lungo la collina. La grande “via d’acqua” inizia con la fontana "Margherita" con il suo ponte d'Ercole, al quale si accede attraverso due rampe laterali. Proseguendo si alternano bacini d'acqua, vasche sovrapposte e ornate di statue che dividono le due strade laterali su cui si passeggia piacevolmente.
La prima fontana che s'incontra è quella dei "Delfini" dove l'acqua sgorga dalle bocche dei tre delfini di pietra. La fontana di "Eolo", è costituita da un’esedra con numerose "caverne" che simboleggiano le case dei venti, rappresentati dalle statue di zefiri. Seguono poi sette vasche che formano piccole cascatelle fino alla fontana di "Cerere". L'ultima fontana è quella di "Venere e Adone". Nel bacino sottostante la cascata del Monte Briano, detto “il bagno di Diana", viene raffigurato Atteone nel momento in cui, tramutato in cervo, sta per essere sbranato dai suoi stessi cani e Diana, attorniata dalle ninfe, sorpresa mentre esce dal bagno.
Il silenzio che accompagna tutta la passeggiata è spezzato solo dal tranquillo scrosciare dell’acqua e tra le numerose vasche si vedono guizzare e nuotare grandi Carpe colorate. Le strade sono fiancheggiate da un boschetto di lecci e querce. Il lungo percorso conduce ad un grande bacino che raccoglie le acque dell’imponente cascata che salta dal Monte Briano.
La terza parte è costituito dal Giardino inglese che si apre sulla destra del percorso, nascosto alla vista e chiuso da un cancello che ne delimita il confine con il resto del parco.
Il Parco della Reggia di Caserta è un parco incantevole che ovviamente fa parte di un complesso monumentale e deve essere visitato nel rispetto delle sue regole. Non è permesso, ad esempio, l’ingresso ai cani né giocare a pallone.
Non è possibile disturbare il silenzio con apparecchi a volume troppo alto né deturpare, ovviamente, in qualsiasi modo le statue o il parco stesso.Tuttavia apposite aree picnic sono state installate in zone del parco.
Il percorso in bicicletta è consentito sulle strade asfaltate ed è possibile fare jogging tranne che nel Giardino inglese. La visita può essere fatta da chiunque e tranne per poche eccezioni di stradine secondarie e sentieri, la strada è asfaltata e agevole anche per i disabili.
Il progetto del parco fu ideato e presentato da Luigi Vanvitelli, seguendo i gusti e il volere del Re di Napoli Carlo III di Borbone. Egli, ispirandosi alla maestosa Reggia di Versailles, progettò il parco ancora più vasto di come è oggi.
L’effetto cannocchiale doveva stupire chiunque vi entrasse. Questo effetto è dato dalla costruzione di un unico viale diritto che saliva lungo la collina fino alla cascata sotto il Monte Briano. Ma il progetto del parco doveva comprendere giochi d’acqua che sarebbe provenuta dall’Acquedotto Carolino. Così i lavori cominciarono nel 1753 con la messa a dimora delle prime piante e contemporaneamente a quelli per la costruzione dell'acquedotto stesso.
Alla morte di Luigi Vanvitelli, avvenuta nel 1773, il parco non era ancora stato completato così i lavori vennero affidati al figlio Carlo che ne ridimensionò l’opera riducendo non solo la vastità del parco ma anche il numero di fontane.
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