Secondo una secolare e meravigliosa tradizione, nel giorno del Corpus Domini, le vie, le piazze e tutti gli spazi del comune montano di Cusano Mutri, si colorano per l’eccezionale evento dell’Infiorata. Rito religioso che però vede la piena partecipazione di tutto il popolo e di artisti che confezionano preziosi tappeti e quadri fatti interamente di fiori per questa speciale giornata: l’evento più colorato che ci sia!

L’Infiorata e i suoi manufatti di fiori

Pochi giorni prima della ricorrenza del Corpus Domini, uomini e donne si recano tra i campi e scelgono i fiori spontanei cusanesi più belli e colorati. Questi che sbocciano e arricchiscono di colore i manti erbosi dei prati che circondano il paese, vengono delicatamente raccolti per essere poi intrecciati da abili mani che ne produrranno manufatti unici. I fiori, infatti, verranno intessuti in vellutati e pregiatissimi disegni nella la mattina del Corpus Domini. I tappeti, invece, prendono forma solo alle 6 del mattino del giorno di festa, e saranno esposti e portati in processione tra le tre principali chiese di Cusano Mutri. Intanto artisti e volontari continuano la loro opera anche tra le vie e le piazze della città, ornandole di petali variopinti.  

Tra religione e arte: la festa della Primavera e del Corpo di Cristo

L’Infiorata è una manifestazione religiosa che prevede, oltre alla manifattura di tappeti, anche una processione a cui partecipa tutto il popolo. Con l’avvento della Primavera sbocciano i freschi e delicati fiori colorati che andranno a formare disegni geometrici e religiosi in occasione del Corpus Domini. Questi saranno raccolti due giorni prima dai volontari. Il giorno successivo, invece, dalle 17:00 si dà inizio alla preparazione e tessitura dei quadri floreali nelle chiese fino al giorno dopo, ossia quando inizia la vera festa, intorno alle ore 6:00, quando vengono decorati i tappeti floreali anche per strada e tutto il paese di Cusano Mutri si veste di colorati petali e fiori.

La prima messa della giornata verrà celebrata poi alle ore 18:30 presso la Chiesa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo. Da qui si dà inizio alla solenne processione Corpus Domini che continuerà dopo la Santa Messa, passando per le vie del comune e presso la municipale Chiesa di San Nicola. La parte finale della processione prevede una Benedizione Solenne nella Chiesa di San Giovanni Battista. Tutto il paese è coinvolto nella manifestazione: dalla parte alta a quella bassa, passando per il centro storico e per tutte le vie e le piazze, la gente acclama entusiasta il passaggio della processione. 

Origini della festa dell’Infiorata 

La tradizione di decorare con petali e fiori le strade cittadine nacque a Roma nella prima metà del XVII secolo come festa floreale. La tradizione avrebbe avuto origine da Benedetto Drei, architetto e fiorista responsabile della Floreria vaticana. Nel 1625, infatti, Drei confezionò un mosaico con fiori e foglie in onore della festa dei Santi Pietro e Paolo, patroni di Roma.  Nel 1633 questa tradizione iniziò a diffondersi anche fuori dal Lazio.

Tuttavia, la prima Infiorata, come la intendiamo oggi, fatta per la festa del Corpus Domini, risale al 1778 sempre a Roma, e poi dal 1782 in numerose località dell’Italia centrale, tra cui Cusano Mutri e in alcune zone all’estero, intesa come festa floreale e non religiosa.  

La prima Infiorata a Roma descritta da G. B. Ferrari

Un gesuita, Giovanni Battista Ferrari, descrive con grande precisione la prima Infiorata organizzata nel 1625. Nel suo De florum cultura si legge:

“Ad usi più nobili gli stessi fiori, sfrondati e sminuzzati (..) contraffanno le più nobili pitture ne’ colori e nel resto dell’apparenza. Non ha più di tredici anni che una tal foggia di pittura per la prima volta ci rappresentò Benedetto Drei soprastante alle masserizie della fabbrica vaticana, poscia seguito ogni anno di fare unitamente col figliolo Pietro Paolo (..)” 

L’autore descrive poi i fiori adoperati per ottenere i vari colori:

”Rappresenterà la carnagione della faccia bruna il garofano ricamato. La rosa dipingerà le guance (…) formerà le pupille degli occhi il fiore scuro, che dal turchino tira al nero, chiamato giacinto botriode, cioè fatto a grappoli, ò comato il minore (..) Ancora il giacinto botriade servirà per fare l’ombre secondo il bisogno nel rimanente del corpo. Formerà insieme i capelli, se neri dovranno essere, e se biondi servirà la ginestra, se bianchi, il garofano pur bianco. Nobiliterà le vesti, e arricchiralle col colore pur cilestro il fiore, che chiamiamo sperone di cavaliere, e ‘l papavero selvatico di color rosso e ‘l garofano dello stesso colore, ò con l’oro suo la ginestra, ò con la mortella la verdura. Tanta agevol cosa è trovar ne’ campi que’ colori, che con ansitiosa fatica si cercano nelle città. Rappresentassi 1’aria, e ‘l sereno di quella, dallo stesso sperone di cavaliere. Biancheggeranno le nuvole con la rosa damaschina, ò col gelsomino”.