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Su una grande terrazza panoramica di fronte al Rione Terra, il Foro Transitorio dell’antica Puteoli fu individuato nell’Ottocento grazie al rinvenimento di alcune iscrizioni. Una di queste iscrizioni faceva riferimento proprio al forum transitorium. Il foro era collegato all’acropoli di cui possiamo vedere le tracce in Villa Renda e lungo Via Rosini e alla periferia.
Grazie ad alcune iscrizioni, su una delle cosiddette tavolette di Murecine ritrovate nell’Ottocento nella campagna pompeiana, è stato possibile reperire le informazioni necessarie per individuare l’area del foro dell’antica Pozzuoli risalente all’età augustea.
Nell’area forense sono state identificate una serie di botteghe ed un ninfeo monumentale in opus latericium, davanti al quale si apriva una piazza basolata, delimitata da un portico con colonne e pavimento in marmo.
Alla fine del Novecento sono venute alla luce anche delle botteghe tardo-antiche.
Il sito venne abbandonato dopo il IV secolo d.C. e col tempo se ne persero le tracce, complici le successive stratificazioni, mediante l’uso anche della pozzolana.
La pozzolana è una roccia eruttiva effusiva e il suo nome deriva proprio da Pozzuoli. In Latino puteolana pulvis, polvere di Pozzuoli. La pozzolana è utilizzata prevalentemente nell’industria edile ed è esportata in tutto il mondo.
Si estrae principalmente nei Campi Flegrei, da cui prende appunto il nome. Un tempo si estraeva in abbondanza, nelle tantissime cave di Tufara Valle (località sulla Via Appia), tra la provincia di Benevento e quella di Avellino, dove ancora oggi sono visibili i vecchi siti - le cosiddette “tufere” - da cui poi il nome della zona.
Può avere varie colorazioni, quella flegrea è generalmente grigia o grigio-verdastra, a tratti giallastra. L’architetto e scrittore romano del I secolo a.C. Vitruvio tracciava quattro tipi di pozzolana: nera, bianca, grigia e rossa.
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