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Tra le acque del Mar Tirreno, cresce il corallo: uno strepitoso materiale di origine animale, prodotto da colonie di minuscoli polipi bianchi filtratori che fissano diverse sostanze per accrescere le strutture coralline ramificate su cui vivono.
In base alla quantità dei diversi minerali fissati, si determina la colorazione del corallo che può andare dal raro bianco all’azzurro, dal marrone al nero, dal rosa all’arancio fino a raggiungere un colore rosso brillante, distintivo del corallium rubrum, che è senza dubbio, quello più ricercato. Capitale della lavorazione dell’oro rosso, città partenopea conosciuta in tutto il mondo per l’arte e la tradizione del corallo è Torre del Greco.
La storia del corallo
Il corallo ha affascinato generazioni intere sin dai tempi della preistoria. Testimonianze di diverse epoche evidenziano una lunga storia strettamente connessa a quella dei vari popoli, fino a diventare una raffinata forma d’arte. Alcuni ritrovamenti preistorici dimostrano le antiche origini dell’impiego del corallo, utilizzato come pregiata pietra ornamentale per diversi oggetti.
In seguito si diffusero credenze pagane che attribuivano al corallo rosso un valore apotropaico, cioè contro il malocchio. I Romani lo utilizzavano infatti nella sua forma più grezza e ramificata poiché si pensava che fosse in grado di “infilzare” il malocchio. Acquisisce presso queste antiche civiltà anche una valenza medicamentosa data dalla diffusa convinzione che la polvere di corallo potesse prevenire crisi epilettiche, dolori dentali e incubi. Queste e tante altre credenze diedero vita alle affascinanti leggende narrate sul conto del corallo rosso.
Durante il Medioevo il corallo continuava a ricoprire la funzione di amuleto mentre è con l’affermazione del Cristianesimo che il corallo rosso viene lavorato ed utilizzato per ornare oggetti sacri e reliquiari e compare anche in alcuni quadri e opere sacre. Diviene ancora più prezioso e il suo colore rosso simboleggiava per la Chiesa il sangue di Cristo. Per il suo alto valore il corallo inizia ad incuriosire anche la nobiltà. Nel 1400 vengono intagliati lussuosi oggetti in corallo che viene utilizzato nella manifattura di gioielli e cammei molto ricercati presso le corti italiane e spagnole.
Per la grande fortuna che il corallo stava acquisendo, in quegli anni si verificò un evento fondamentale: i pescatori di corallo, ossia i corallieri siciliani, iniziarono a spostarsi dalla propria città in altre terre. È così che alcuni di loro si stabiliscono nelle città costiere della Campania.
L’oro rosso arriva a Torre del Greco
I pescatori torresi iniziarono così ad andare alla ricerca del corallo spingendosi con le loro navi, le coralline, fino ai mari della Sicilia e della Sardegna arrivando a largo della Corsica, alla Tunisia e all’Algeria. Con le loro particolari reti robuste precedute da enormi croci di legno, estraevano il corallo tagliandolo direttamente dalla colonie e issandone grandi quantità sul ponte della nave. Nel 1800 si diffuse l’idea che fosse più vantaggioso lavorare e vendere il corallo lì dove veniva pescato. Venne fondata dai Borbone la Real Compagnia del Corallo e venne stabilito anche un Codice Corallino per la regolamentazione della pesca e del commercio.
In quegli anni approda a Torre del Greco un esponente della borghesia genovese: Paolo Bartolomeo Martin. Questi era in effetti un imprenditore che venne nella città partenopea in cerca di fortuna. La sua abilità nella lavorazione del corallo lo portò presto a stanziarsi stabilmente in città e a diffondere il suo sapere al popolo partenopeo. D’altro canto il re Ferdinando IV incoraggiava molto l’artigianato locale e quando il giovane imprenditore gli chiese il permesso di aprire la prima fabbrica sulla lavorazione del corallo, il sovrano fu ben lieto di acconsentire. L’arte e la maestria del Martin e dei suoi allievi plasmarono il corallo rosso e nelle numerose botteghe di famiglia il prezioso materiale veniva trasformato in ancor più pregiati manufatti iniziando così una lunga tradizione gelosamente custodita e tramandata di padre in figlio.
Nacque di lì a poco anche la prima Scuola di Incisione del Corallo e il Disegno industriale. Ancora oggi il nome dell’oro rosso del Mediterraneo e quello della città partenopea, formano un binomio inscindibile tanto da rendere Torre del Greco la capitale del corallo a livello mondiale.
Il Primato artistico e tecnico del corallo di Torre del Greco
Passeggiando tra le vie di Torre del Greco, ci si imbatte molto spesso in oreficerie e laboratori dove viene lavorato il corallo rosso. Vi sono però anche collezioni private occasionalmente esposte in mostre biennali quali “Le Vie del Corallo” o negli ambienti del museo del corallo. Tra queste si annoverano le collezioni private di diverse famiglie storiche e illustri, come quelle degli Ascione, Apa, Liverino e De Simone che custodiscono i segreti dell’arte del corallo torrese. Nelle loro esposizioni vengono messe in mostra non solo le varie opere d’artigianato in corallo ma anche i macchinari e le tecniche di lavorazione utilizzate.
La lavorazione del corallo rosso
Vari sono gli stadi di lavorazione del corallo. Inizialmente si procede al lavaggio del corallo grezzo pescato per ripulirlo da plancton e impurità che ne compromettono il colore celandone quindi la tipologia. Gli esperti artigiani scelgono i pezzi di corallo su cui dovranno poi effettuare una specifica lavorazione. Si passa al taglio in sfere e piccole porzioni poi si passa alla fase successiva con la mole smerigliatrice, per eseguire l’arrotondatura delle porzioni ottenute precedentemente. A questo punto si procede alla foratura dei piccoli grani che permetterà di far passare un filo al centro, indispensabile per la creazione di gioielli in corallo.
Infine si termina con la lucidatura che può essere fatta per mezzo di cere o con una tecnica chiamata burattatura. Quest’ultima prevede l’utilizzo di un macchinario che agisce come una centrifuga dove vengono posti i pezzetti di corallo e la polvere di pomice e fatta girare ad altissima velocità per 24/36 ore. Eventuali incisioni saranno eseguite dalla mano esperta dell’artigiano che passa il corallo alla messa in pece su delle aste di legno e impiega un particolare mastice che rende più malleabile il materiale. Il risultato saranno quei magnifici gioielli famosi in tutto il mondo.
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