A partire da: 0 a persona
30minuti
Deutsch, English, Espanol, Francais, Italiano
Illimitato
Parco o giardino
Adatto ai bambini
Adatto alle coppie
Animali ammessi
Parcheggio disponibile
Senza barriere
Supporti in lingua
L'accesso è gratuito per tutti
Gli orari di apertura sono il lunedì, mercoledì e domenica dalle ore 8.30-alle 14.00
Il parco di trova in Via Salita della Grotta, 20 – 80121 Napoli
Il Parco Vergiliano, situato alle spalle della chiesa S. Maria di Piedigrotta, conosciuto anche come “Parco della Tomba di Virgilio”, è una piccola oasi dove si fondono archeologia e storia. Questo Parco ospita la Tomba di Giacomo Leopardi ed il cenotafio di Virgilio, meglio noto come Tomba di Virgilio.
Il Parco Vergiliano è unico nel suo genere a Napoli, non è un luogo di semplice svago dove fare picnic o passeggiare con il cane, ma un sito archeologico che riesce a proiettarti nella storia. Una bellissima e rigogliosa edera, insieme a cipressi, lecci, mirto, pini e oleandri, accompagna il visitatore nella passeggiata.
Entrando dal lato di Via Salita della Grotta, il percorso comincia con la Tomba di Virgilio in cima al parco, da cui è possibile osservare il meraviglioso panorama della città di Napoli. All’ingresso troviamo un epitaffio su cui sono incise le zone termali, uno dei tre epitaffi tra Napoli e Pozzuoli che contengono indicazioni per le antiche terme romane. Il cenotafio è molto simile ai Nuraghe sardi preromani, qui la scritta “Siste viator pauca legito hic Vergilius tumulus est”, dice: “Fermati, viandante, e leggi queste poche parole: questa è la Tomba di Virgilio”. All’interno del parco troviamo anche una nicchia dove c’è un busto di Virgilio.
Proseguendo si arriva alla Tomba di Giacomo Leopardi in un’ara collocata nella grotta ricavata dalla parete tufacea. Oggi unico luogo ufficiale di sepoltura, per lungo tempo la Tomba di Giacomo Leopardi è stata oggetto di dibattito poiché si diceva che le spoglie del poeta non rispecchiassero la sua fisionomia.
Proseguendo si giunge ad uno spiazzo davanti l’ingresso della Crypta Neapolitana, una grotta che collegava Mergellina a Fuorigrotta costruita intorno al I° secolo a.C. da Cocceio, architetto romano, lunga circa 670 metri. La grotta è completamente buia, ma guardandola prima di entrare si vede un punto luce che è l’uscita. Seneca, in una lettera a Lucilio racconta di quando l’ha attraversata nelle tenebre e descrive come le torce non facevano luce ma “illuminavano le tenebre”, dando potenza all’oscurità, ma sottolinea che alla fine della grotta c’era sempre la luce. Questo racconto potrebbe essere considerato come un’insegnamento di Seneca per ricordarci che alla fine delle tenebre c’è sempre la luce.
Qui all’entrata della Crypta Neapolitana troviamo un epitaffio per Bruno Risparella che nel 1455 sotto il Re Alfonso I d’Aragona provvide ai restauri, con un’epigrafe che dice:
“Opus Domini Bruno
Risparelle d Napoli
SVb anno dni MCCCCLV
SVb reg ihene dni nri dni Alfonsi regis utriusq Sicilie 2 C”
Entrando nella Crypta è possibile osservare degli affreschi, in particolare, sulla destra vediamo il Dio romano del sole Mitra. Il piccolo condotto che costeggia la Crypta era probabilmente un acquedotto romano, lungo ben 30 km che arriva fino a Baia, spiegare come sia stato scavato è un mistero.
Negli ultimi anni il Parco Vergiliano è stato oggetto di lavori di recupero a cura della Soprintendenza per i Beni Architettonici ed il Paesaggio e per il Patrimonio Storico Artistico di Napoli e Provincia in collaborazione con l’Università degli Studi di Napoli Suor Orsola Benincasa. Il Parco offre la possibilità di percorrere due itinerari tematici: storico-artistico e botanico-letterario. Il primo conduce il visitatore alla Tomba di Virgilio, passando per la Tomba di Giacomo Leopardi e la Crypta Neapolitana. Il secondo offre invece la possibilità di osservare piante e arbusti citati da Virgilio nelle sue opere principali, con didascalie dipinte a mano su piastrelle maiolicate.
Credenza popolare vuole che le spoglie del poeta Virgilio siano realmente conservate in questo luogo, tuttavia si tratta di un cenotafio, ossia un monumento sepolcrale romano eretto in suo onore. Sulla parete del monumento dedicato a Virgilio, appare una curiosa scritta che cita: “Qui cineres? Tumuli haec vestigia: conditur olim/ille hic qui cecinit pasqua rura duces” (Quali ceneri? Queste sono le vestigia del tumulo: qui fu sepolto un tempo colui che cantò di pascoli, campi e condottieri), testo sarcastico, risalente al 1554 e apposto dai canonici del convento della vicina chiesa, a testimonianza della storica discussione riguardo la presenza della vera Tomba di Virgilio.
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