A partire da: 0 a persona
1h 30minuti
Italiano
Illimitato
Villa o Palazzo
Adatto ai bambini
Adatto alle coppie
Animali ammessi
Parcheggio disponibile
Senza barriere
Supporti in lingua
Il costo d'ingresso è di 2,50 euro
Occorre presentarsi 15 minuti prima dell'inizio della visita, muniti di documento di riconoscimento valido
Le visite durano circa una ora e mezzo
I gruppi di visitatori accedono ogni 30 minuti, dalle ore 10.00 alle 16.30 (ultimo ingresso ore 15,00)
L'ingresso è in via Ferdinando Russo n. 26
I minori devono essere accompagnati da un adulto
Non è consentito l’accesso agli animali
Sulla splendida collina di Posillipo, dal greco Pausylipon, “tregua dal pericolo” o “che fa cessare il dolore”, troviamo uno splendido complesso monumentale, una cornice paradisiaca in declivio verso il mare, la storica Villa Rosebery, residenza napoletana del Presidente della Repubblica Italiana dal 1957.
Passando per Posillipo non potete non visitare questa meravigliosa villa, uno dei riferimenti principali del neoclassicismo napoletano.
All’interno della tenuta troviamo l’incantevole Palazzina Borbonica, con numerose sale di rappresentanza e una ricca esposizione di documenti e immagini storiche, la Casina a mare, la Piccola e Grande foresteria ma il vero splendore è il parco.
Inizialmente si presentava diversamente, con una certa rigidità dovuta alla presenza di aree coltivate, nel corso degli anni invece sostituite dal lussureggiante parco, caratterizzato dalla flora mediterranea, con pini, cipressi, allori, boschi, mirti, che si unisce perfettamente al giardino inglese. Il tutto è arricchito da palme di vario tipo, piante succulente, incantevoli esemplari esotici e profumatissimi fiori.
La villa fu costruita nel 1801 per volere dell’austriaco Joseph Von Thurn, brigadiere della marina nella flotta borbonica.
Thurn acquistò e mise insieme alcuni fondi terrieri contigui facendo edificare una piccola residenza con una cappella privata e un giardino. Il resto dalla tenuta fu dedicata ad uso agricolo, con ampi vigneti e frutteti.
La proprietà fu confiscata nel 1806, quando le truppe napoleoniche destituirono i Borbone dal Regno di Napoli, fino al 1816, quando fu fortunatamente restituita con il restauro del regno borbonico.
Nel 1820 Thurn decise di mettere in vendita la villa, forse spinto dall’aumento del suo valore, con la costruzione lungo la collina di Posillipo di una strada di collegamento fra Mergellina e Bagnoli, zona fino a quel momento raggiungibile soprattutto via mare. Fu allora acquistata dalla principessa Gerace e suo figlio don Agostino Serra di Terranova che gli diedero il nome Villa Serra marina e la trasformarono nella vera e propria villa residenziale che conosciamo oggi.
Alla morte della principessa e del figlio, i loro eredi vendettero la villa a Luigi di Borbone, comandante della marina napoletana, che la ribattezzò La Brasiliana, in onore di sua moglie, sorella dell’imperatore del Brasile. Il comandante fece recintare la villa e la utilizzò per incontri galanti, sostituendo le coltivazioni agricole con un grande parco e dotandola del porticciolo.
All’esilio in Francia di Luigi di Borbone a causa di alcuni comportamenti ambigui, la villa fu messa nuovamente in vendita e acquistata da un ricco uomo d’affari, Gustavo Delahante, proprietario fino al 1897, quando passò invece nelle mani del conte di Rosebery, dal quale prese il nome con cui la conosciamo oggi, Villa Rosebery. Il conte Archibald Philip Primrose era un politico britannico che in quegli anni decise di ritirarsi e dedicarsi a tempo pieno agli studi storico-letterari, approfittando dell’incantevole costa napoletana.
Rese la villa un luogo riservato e chiuso alla mondanità, dove godersi la tranquillità del posto. Tornato poi alla politica, la frequentò raramente e a causa della costosa manutenzione, decise di disfarsene, accordandosi con il governo inglese per una donazione.
Anche gli ambasciatori inglesi la utilizzarono saltuariamente come luogo di villeggiatura e decisero nel 1932 di cederla a titolo gratuito allo Stato italiano, con il passaggio di proprietà firmato da Benito Mussolini. Fu messa a disposizione della famiglia reale per le villeggiature estive e nel 1934, alla nascita della primogenita del principe Umberto, fu soprannominata Villa Maria Pia.
Nel 1944, nominato luogotenente del Regno, Vittorio Emanuele III si trasferì nella villa con la consorte Elena, fino al 1946, quando il notaio napoletano Nicola Angrisano stese l’atto che sancì la sua abdicazione.
Recuperata nuovamente dallo Stato italiano, nel 1949 fu concessa all’Accademia Aeronautica e rimase vuota per alcuni anni, fino alla legge del 1957, che la rese immobile in dotazione del Presidente della Repubblica, facendola rinascere.
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