A partire da: 0 a persona
1h
English, Italiano
Illimitato
Area Archeologica
Adatto ai bambini
Adatto alle coppie
Animali ammessi
Parcheggio disponibile
Senza barriere
Supporti in lingua
L'accesso è gratutito
Gli animali possono accedere solo se munti di guinzaglio e museruola
È possibile prenotare un tour con una guida turistica privata chiamando il servizio di assistenza di Movery al numero 351.5585067
Guida disponibile in lingua inglese e italiana
Sei un appassionato di storia? Probabilmente troverai suggestiva l’immagine di un antico tempio di Apollo che affiora dalle limpide acque di un lago incastonato in una natura lussureggiante. Ci troviamo nei dintorni di Napoli e lo specchio d’acqua di cui parliamo è il Lago d’Averno, le cui rive hanno ospitato episodi indimenticabili per gli appassionati della mitologia romana. Non stupisce quindi che nell’area circostante siano stati rinvenuti molti importanti siti archeologici, che gli studiosi hanno presto ricollegato ai luoghi magnificamente descritti nell’Eneide virgiliana. Ti abbiamo già parlato della Grotta della Sibilla Cumana, sacerdotessa del dio Apollo capace di prevedere il futuro e divulgarlo attraverso criptici oracoli. A confermare ulteriormente l’importanza rivestita dal culto di Apollo nella zona dei Campi Flegrei è la presenza, a poca distanza dalla Grotta della Sibilla, dei resti di un antico Tempio di Apollo. Questo luogo straordinario può essere l’ideale per una gita fuoriporta che coniughi passeggiate nella natura e bellezze archeologiche, per trascorrere una domenica all’aria aperta ripercorrendo i passi dei nostri antenati latini.
Il Tempio di Apollo che sorge sulle rive del Lago d’Averno è un sito archeologico che fa parte del Parco Archeologico di Cuma. L’antica città di Cuma nacque come colonia greca intorno al 740 a.C. e venne in seguito conquistata dai romani, mantenendo un grande prestigio anche a causa della sua ottimale posizione strategica. A testimoniare lo splendore dell’antica Cuma è il grande Virgilio, attraverso gli occhi del protagonista stesso del suo capolavoro: il poeta ci mostra infatti il prode Enea che, appena arrivato in città, sale al magnifico Tempio di Apollo dalle porte d’oro. Virgilio ci racconta che questo tempio sarebbe stato costruito da Dedalo, il padre di Icaro: sfuggito al labirinto di Minosse grazie alle celebri ali di piume e cera, Dedalo avrebbe raggiunto l’acropoli cumana ed eretto uno splendido tempio in cui avrebbe deposto le ali consacrandole ad Apollo, dio del sole. Enea rimase sbalordito ad ammirare la ricchezza della costruzione e delle sculture che la popolavano, raffiguranti la storia del Minotauro, di Teseo e Arianna e della loro fuga dal labirinto.
Il Tempio di Apollo sul Lago d’Averno è stato probabilmente uno degli edifici più maestosi dell’antichità: basti pensare che il diametro della sua volta a cupola misurava circa 38 metri, ed era dunque di poco inferiore rispetto a quello del Pantheon di Roma. Si ritiene che l’edificio sia stato costruito intorno al VI secolo a.C. e che sia stato probabilmente restaurato in età augustea, quando per volere dell’imperatore gli edifici menzionati nell’Eneide vennero riportati all’antico splendore. Il sito archeologico venne scoperto nel 1912, in un periodo di grande interesse da parte degli studiosi per la ricerca dei luoghi menzionati da Virgilio. In seguito altri studiosi hanno avanzato l’ipotesi che l’edificio fosse in realtà un enorme complesso termale costruito per sfruttare le sorgenti che scaturivano nei pressi del lago.
Purtroppo il Tempio di Apollo non ha resistito bene alla prova del tempo, in parte a causa di una violenta esplosione del cratere del Monte Nuovo e in parte a causa dei fenomeni di bradisismo che hanno fatto sprofondare nel Lago d’Averno parte della struttura. Sebbene sia possibile ammirarlo solo esternamente, l’edificio rimane comunque ricco di fascino e di storia: basti pensare che per secoli è stato scelto da artisti e intellettuali europei come meta dei loro viaggi di formazione, i cosiddetti Grand Tour.
Il Lago d’Averno ha un’importanza centrale nell’Eneide: credenze religiose di epoca romana identificavano infatti nel Lago d’Averno il luogo d’accesso all’Oltretomba. L’Eneide virgiliana ha immortalato per sempre questa tradizione grazie alle suggestive descrizioni contenute nel sesto libro, uno dei più celebri e più affascinanti dell’opera: qui Enea, accompagnato dalla Sibilla Cumana, varcherà la soglia degli inferi per conoscere finalmente il suo destino.
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