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L'Isola di Vivara è un antico cratere vulcanico circolare, un tempo legata a Procida da una falesia ormai scomparsa, oggi è collegata all'isola tramite il Ponte di Vivara, un ponte lungo 362 metri costruito dal 2 al 10 luglio 1957 di proprietà dell'acquedotto campano.
Vivara è caratterizzata da una flora ed una fauna rigogliose e lussureggianti che la rendono meta ambita per gli amanti di snorkeling e trekking.
Vivara fu abitata stabilmente già dai Micenei come testimoniano i resti archeologici di un villaggio del XIV secolo a.C, ritrovati fino a 6-9 metri di profondità, indice di un abbassamento del suolo riconducibile probabilmente a fenomeni di bradisismo simili a quelli dei Campi Flegrei.
Per i Romani Vivara è stata luogo di caccia e vivaio di pesci infatti sembra che il nome derivi dal latino "vivarium".
L'Isola di Vivara, pur essendo priva di giacimenti metalliferi, nel corso dell'Età del Bronzo, divenne uno dei principali centri per il commercio del metallo del Mediterraneo.
Questo ruolo era legato alla particolare posizione geografica, che la rendeva un ideale punto di controllo, poiché sufficientemente vicina alla costa campana da rendere agevoli i contatti, ma nel contempo abbastanza distante da sconsigliare tentativi di attacco.
Dal XII secolo a.C. ogni traccia di vita stabile su Vivara scompare per riprendere soltanto nel 1681 con la costruzione di una villa colonica, unica abitazione dell'isola.
Nel 1700, con i Re Borbone Carlo II e Federico IV, l'isola di Vivara diventò prima una riserva di caccia e poi, dal 1800 al 1930 circa, sede di coltivazione degli ulivi.
Nel 1972, l'isola fu assegnata in fitto alla Regione Campania, che le riconobbe lo status di oasi naturalistica protetta.
Gli abitanti di Procida fino agli anni 90 vivevano l'isola come rifugio nella natura, come luogo di escursioni giornaliere, o anche come nascondiglio per marinare la scuola.
In seguito, nonostante l'importanza storica e le bellezze naturali, l'Isola di Vivara è stata chiusa al pubblico per circa 11 anni, ma da aprile 2017, grazie a un nuovo protocollo tra Comitato di gestione della Riserva e il Comune di Procida, è stata riaperta.
Questo luogo gode di una natura incontaminata straordinaria in cui domina la macchia mediterranea, con alberi secolari come le querce, lecci, ulivi e arbusti vari.
Vivara è meta degli uccelli da passo come lo sparviero e la ghiandaia marina. Caratteristiche sono le farfalle, sempre presenti in tutte le stagioni; la più grande è la Ninfa del corbezzolo, in volo da maggio a ottobre, insieme alla farfalla Cleopatra, caratterizzata da un intenso colore giallo fosforescente.
Durante la visita inoltre, ci si può facilmente imbattere in un albero piegato detto "il pensatoio dello sparviero", perché spesso il piccolo falco, effettuando delle soste durante il volo, si posa sui suoi rami.
Il punto panoramico più suggestivo di tutta l'isola è la Tavola del Re, da cui si può piacevolmente godere della vista di Ischia, Capri e Procida.
Nel 2001 Vivara è entrata nel Guinness dei primati per il suo ponte, costruito tra l'isola e il promontorio di Santa Margherita a Procida.
Insomma tra natura e storia, questa piccola isola è una mezzaluna verde ideale per gli amanti del relax.
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