A partire da: 0 a persona
2h
English, Italiano
Illimitato
Isola
Adatto ai bambini
Adatto alle coppie
Animali ammessi
Parcheggio disponibile
Senza barriere
Supporti in lingua
La Grotta Azzurra è l’attrazione più famosa di Capri, nella località di Anacapri. Visitare questo luogo magico è semplice. Sali su una barchetta a remi e lasciati trascinare dal marinaio verso l’arco d’ingresso alto meno di un metro di questa meraviglia naturale. Per accedervi occorre stendersi sul fondo della barca , il marinaio con l’aiuto di una corda entra poi nella grotta.
Inizialmente sarà tutto buio, ma poi l’oscurità lascerà il posto a riflessi azzurri e trasparenti, sei nella Grotta Azzurra. Qui dentro sembra di volare sospesi nel cielo. Il colore dell’acqua è dovuto ad una finestra sottomarina collocata sotto il varco di ingresso da cui entrano i raggi solari.
La Grotta Azzurra si trova lungo la costa nord occidentale dell’isola ed è piena di ambienti non visitati dai turisti, oltre alla parte più ampia, detta Duomo Azzurro, vi è la Sala dei Pilastri, chiamata così per le numerose stalattiti e stalagmiti presenti, la Sala dei Nomi, per le firme dei viaggiatori otto-novecenteschi lasciate sulla concrezioni calcaree (depositi di carbonato di calcio), e la Sala della Corrosione, dove termina la parte esplorabile della grotta a causa dell’aria irrespirabile.
C’è anche la cosiddetta Seconda Grotta Azzurra, piccola grotta che si apre a est del Duomo Azzurro.
Conosciuta sin dall’epoca romana, nel medioevo la frequentazione cessò poiché cominciarono a circolare molte storie in cui appariva come dimora di spiriti maligni, anime dannate e sirene. Nessuno vi entrò fino al 17 agosto del 1826, quando un giovane poeta e pittore, August Kopisch ebbe l’ardire di entrarci.
In seguito si diffuse un’altra storia, il primo esploratore non sarebbe Kopisch ma il pescatore Angelo Ferraro detto “il Riccio”, che avrebbe portato Kopisch alla grotta, la diatriba andò avanti per quasi un secolo, soprattutto nel periodo del fascismo, poiché una meraviglia italiana non poteva essere stata scoperta da uno straniero. La questione fu poi risolta con un compromesso: Ferraro conosceva la grotta ma è anche grazie a Kopisch che è diventata famosa.
A partire dal 1826 i pochi visitatori che giungevano a Capri leggevano la descrizione della grotta, andavano a visitarla e rimanendo estasiati dal suo splendore scrivevano della grotta nei diari di viaggio e ne parlavano con i propri connazionali. Così nacque il mito di Capri e divenne una tappa fondamentale del Grand Tour.
La presenza di una scalinata che la collega a Villa di Gradola, facente parte del complesso della Villa di Damecuta, testimonia che forse veniva utilizzata come serbatoio di acqua dolce, ma la sua funzione principale era quella di ninfeo imperiale (sala tipica romana dove trascorrere momenti di ozio), preferita particolarmente dall’Imperatore Tiberio, come testimonia il ritrovamento di varie sculture sul fondale della caverna, purtroppo rovinate dal’azione degli organismi marini. È stato possibile riconoscere solo elementi di stile classico con tratti ellenistici, le linee dorsali irregolari, il taglio alla ginocchia e la presenza dei ganci svelano che queste statue erano state realizzate per fare in modo che, come le divinità marine, sorgessero dalla grotta per dare omaggio all’imperatore.
La grotta nell’800 divenne emblema del Romanticismo, ampiamente trattata artisticamente. Con la pubblicazione del romanzo L’improvvisatore di Hans Christian Andersen nel 1835 divenne famosa in tutto il mondo, seguirono poi La Favola della Grotta Azzurra di William Weblinger, L’isola dei baci di Filippo Tommaso Marinetti. Numerosissime sono le poesie e le descrizioni come quelle di Gogol, Mendelssohn e Gregorovius.
Approdò poi anche nella letteratura contemporanea con Assassinio nella Grotta Azzurra di Emilio Giarrusso e Fratello Mare di Emilio Bambarè.
Si sviluppò anche un filone artistico con tanti dipinti e rappresentazioni, in particolare la Scuola Napoletana, inizialmente con opere considerate dipinti di pregio, poi divenuti purtroppo souvenir di bassa qualità.
Nel Castello di Linderhof, Ludovico II fece costruire la Grotta di Venere la cui forma ed illuminazione elettrica era ispirata alla Grotta Azzurra.
Non è stato condotto nessuno studio sulla grotta. Probabilmente ha un’origine tettono-carsica, cioè dovuta in parte a movimenti della crosta terrestre, in parte al carsismo, fenomeno di alterazione delle rocce calcaree per l’azione di acqua e acido (ad esempio durante le piogge).
Questi fenomeni hanno portato alla formazione di cunicoli, poi riempiti dall’incremento del livello del mare, andando incontro ad un ipercarsismo per l’incontro tra acqua del mare e acqua dolce dando così origine alla grotta negli ultimi ventimila anni. La luce azzurra è dovuta ad un particolare fenomeno di rifrazione della luce che la rende unica al mondo.
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