A partire da: 0 a persona
2h
English, Italiano
Illimitato
Fiume
Adatto ai bambini
Adatto alle coppie
Animali ammessi
Parcheggio disponibile
Senza barriere
Supporti in lingua
Il prezzo è di 240 € per gruppi da 1 a 13 persone
Nel meraviglioso ed impareggiabile paesaggio del Parco regionale del Matese, si inseriscono luoghi dalla bellezza davvero suggestiva quali le incantevoli Forre di Lavello. Si tratta di un percorso naturalistico creato nel corso dei millenni, dal passaggio delle acque del fiume Titerno.
Lungo il sentiero si possono visitare vari altri siti d’interesse naturalistico e storico come le Grotte delle Fate, il Ponte del Mulino, il cosiddetto Muraglione, l’intrigante Grotta delle Streghe, il Ponte di Pesco Appeso, lo storico Ponte di Annibale, la Caverna dell’Elefante, la Grotta dei Briganti e il panoramico Belvedere sulla Forra.
Il sentiero che percorre le Forre di Lavello e che segue il corso del fiume Titerno, è un’antichissima mulattiera che risale all’epoca sannitica. Costituiva un passaggio che collegava la valle all’imponente montagna che la sovrasta.
Posto al confine tra Cerreto Sannita e Cusano Mutri, questo sito naturale si è formato per via dell’azione erosiva delle impetuose acque del fiume Titerno. Queste infatti, hanno letteralmente scavato un canyon profondo ben 30 metri tra le pareti rocciose dei Monti Erbano e Cigno, creando così il “Lavello”.
Il sentiero ha inizio a partire da un’ampia area alberata dove sono disposte delle panche. Da qui si può percorrere la mulattiera che costeggia da una parte la parete rocciosa mentre sulla sinistra vi è un salto panoramico da cui si può seguire il percorso del fiume. Su questo lato sono installate delle indicazioni che evidenziano la presenza dei vari altri siti naturalistici e la relativa distanza a cui essi si trovano.
Visitando tutti i siti che si trovano sul sentiero, si può fare un’escursione abbastanza impegnativa che ha il sapore di una piccola avventura tra i boschi cusanesi. Tuttavia se si vuole semplicemente fare una passeggiata senza avventurarsi troppo tra le varie grotte e gole, si può liberamente scegliere di percorrere soltanto la strada principale, adatta a tutti. Questa vi condurrà comunque ad un maestoso ponte che potrete attraversare per arrivare dall’altra parte e proseguire la vostra passeggiata. Si tratta del Ponte di Lavello, completamente in pietra e costituito da più archi che sovrastano il fiume e da cui si può godere di una vista davvero spettacolare sulle acque turchesi del torrente che attraversa le bianche pareti rocciose.
Questo ponte è ben visibile già dal sentiero principale e varie sono le aree picnic dove potrete fare delle soste completamente immersi nella natura. Lungo il percorso vi è anche una pista ciclabile di cui i più sportivi potranno approfittare.
Avventurandosi nella bellezza incontaminata delle Forre di Lavello, si può scegliere di iniziare il percorso attraversando un suggestivo ponticello di legno: il Ponte di Pesco Appeso. Si chiama così perché questo ponte è situato nei pressi di un enorme macigno detto appunto “Piscu ‘mpis” (cioè Pesco appeso o, più esattamente, Macigno in bilico). Il macigno, per ragioni di sicurezza, fu frantumato con le mine e fatto cadere nel 1965.
Il piccolo ma caratteristico ponte vi permetterà di attraversare il fiume. Dall’altra parte vi attenderà il meraviglioso boschetto misto di querce, acero, carpino e un immancabile castagneto. Un bivio vi porrà davanti l’opportunità di visitare da un parte la Grotta dei Briganti, dall’altra la Grotta delle Streghe. A voi la scelta!
La prima (o ultima) tappa del percorso è costituita dalla Grotta delle Streghe. Questa piccola grotta dal nome intrigante si trova nei pressi del Ponte di Pesco Appeso che, a secondo della vostra scelta, può costituire l’inizio o la fine del percorso alle Forre di Lavello. La grotticella è piccola ma consigliamo comunque di farvi un salto prima di proseguire sul resto del percorso.
La Grotta dei Briganti, invece, rappresenta forse la parte più “avventurosa” del sentiero e per sondarla tutta impiegherete quasi un’ora.
Questa grotta è anche chiamata Grotta Chiusa poiché la visita non è molto agevole. Si presenta fin dall’inizio, come una piccola fenditura nella parete roccioso accessibile solo strisciando. Al suo interno si aprono tre zone diverse.
La prima è bassa ed ampia e scendendo fino alla fine di questo spazio si può accedere alla seconda “sala” della grotta, ancora più piccola che in alto presenta la terza parte chiamata “Cattedrale”, un’ulteriore insenatura a cui si può arrivare unicamente strisciando e arrampicandosi che si presenta stretta ma molto alta.
Tutti gli ambienti di questa grotta sono umidi, freddi, fangosi e abbastanza scivolosi. Essendo completamente buia, per visitarla è necessario essere muniti di una torcia. Tuttavia questa grotta costituisce anche il riparo e la casa di alcuni animali come pipistrelli, rane e insetti vari. Quindi bisogna cercare di non fare troppo rumore e tenere le luci delle torce basse, per non disturbarli.
Particolari formazioni di stalattiti e stalagmiti, faranno divertire la vostra fantasia.
Di particolarissimo aspetto è la Caverna dell’Elefante, grotta davvero bizzarra: il suo ingresso, se ammirato ad una certa distanza, somiglia ad un grosso elefante bianco. L’effetto è dato da pilastri di roccia calcarea che, spontaneamente, hanno assunto questa curiosa e simpatica conformazione.
Successivamente un deviazione vi condurrà alla Grotta delle Fate. Questa caverna fu scavata nella bianca pietra calcarea, diversi decenni fa, precisamente negli anni ‘60, al fine di sondare il territorio e valutare così la possibilità di erigere una diga. La grotta è costituita da due lunghi corridoi e non possiede illuminazione artificiale. Dunque è possibile visitarla solo se muniti di torcia.
Ritornando sul sentiero principale, la passeggiata prosegue verso il caratteristico Ponte del Mulino. Il piccolo ponte in pietra che ha la forma di un arco. Non ha protezioni laterali e possiede un aspetto davvero rustico. Nonostante il suo attuale aspetto, però questo ponticello è servito fino agli anni ‘50 per permettere l’attraversamento del fiume.
Sul versante opposto vi era il così chiamato “Mulino di Zì Fiore” attivo fino a qualche decennio fa, questo lato è comunque un luogo ideale per fare una piacevole sosta a metà del sentiero.
Risalendo tra i boschi si continua nella visita raggiungendo un altro piccolo ponte di legno. Dovrete attraversarlo per raggiungere un punto panoramico davvero incantevole: il Belvedere sulla Forra. Lo spettacolo che vi attende è unico. Avrete la possibilità di ammirare le gole e il corso d’acqua con le cascatelle tra le alte pareti rocciose. Il paesaggio incontaminato vi farà provare una sensazione di libertà senza eguali e potrete ritrovare la connessione con la natura che vi circonda.
Ultima tappa della nostra visita è in prossimità del guado del fiume. Quando nei periodi estivi il torrente è asciutto, si può attraversare direttamente questa zona, prestando attenzione alla forma delle rocce che costituiscono il percorso. Qui si innalza il particolare Ponte di Annibale. Un enorme arco che sovrasta questa parte del fiume e che, secondo la tradizione, è stato utilizzato dal condottiero africano nel corso della Seconda Guerra Punica.
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