A partire da: 0 a persona
30minuti
Italiano
Illimitato
Dimora storica
Adatto ai bambini
Adatto alle coppie
Animali ammessi
Parcheggio disponibile
Senza barriere
Supporti in lingua
In un piccolo e spoglio appartamento situato all’interno di un edificio bianco in Via Santa Maria Antesaecula, un’antica e labirintica strada nel cuore di Napoli, che prende il nome dalla chiesa omonima, punto di riferimento per l’arte e l’architettura del Rinascimento e del Barocco a Napoli, intorno alle 7:00 del mattino del 15 febbraio 1898, vedeva la luce quello che sarebbe stato il più famoso comico napoletano capace di divertire, ancora oggi, generazioni di italiani: Antonio de Curtis, in arte Totò. Ti piacerebbe vedere Casa Totó ristrutturata e poterla visitare?
Dal 5 luglio 1978, sul muro del civico 109 di Via Santa Maria Antesaecula è apposta una targa di marmo in memoria del luogo in cui il Principe della risate ha avuto i suoi natali. Tale targa, dal 2014, è illuminata da un faro che rende leggibili anche nelle ore notturne le seguenti parole: –
Fu qui, nella via S. Maria Antesaecula, una delle più antiche strade della vecchia Napoli, che il 15-2-1898 nacque il Principe Antonio De Curtis, il nostro Totò. Egli fu comico impareggiabile per la sua mimica, uomo di nobili sentimenti, poeta insigne, fra quelli che l’Italia può contrapporre ai maggiori artisti del mondo.
Totò, o meglio, Antonio Griffo Focas Flavio Ducas Angelo Comneno Porfirogenito Gagliardi De Curtis di Bisanzio, Altezza Reale, Conte Palatino, Cavaliere del Sacro Romano Impero, Esarca di Ravenna, Duca di Macedonia e di Illiria, Principe di Costantinopoli, di Cilicia, di Tessaglia, di Ponte di Moldavia, di Dardania e del Peloponneso, Conte di Cipro e di Epiro, Conte e Duca di Drivasto e Durazzo (un nome che solo a leggerlo tutto verrebbe a chiunque da dire “alla faccia del bicarbonato di sodio!”), in quasi cinquant’anni di carriera spaziò dal teatro (con oltre 50 titoli) al cinema (con 97 pellicole) e alla televisione (con 9 telefilm e vari sketch pubblicitari), lavorando con molti tra i più noti protagonisti del panorama italiano e raggiungendo, con numerosi suoi film, i record d’incasso.
Una carriera incredibile non soltanto per la durata e la vastità di opere cinematografiche e teatrali, ma anche e soprattutto per il modo unico in cui il comico napoletano ha saputo arrivare al cuore del suo pubblico e lì rimanere. Tutti lo conoscono – vecchi, adulti e bambini – e il suo nome passa al di sopra delle generazioni e del tempo.
Totò nacque in una casa al civico 107, per poi trasferirsi all’età di pochi mesi nell’appartamento al primo piano presso il civico 109, restandovi fino al 1922, quando trovò fortuna a Roma e vi si trasferì con tutta la famiglia dopo aver trovato fortuna nella Capitale presso il modestissimo Teatro Salone Elena nella compagnia di Umberto Capece.
È in quest’appartamento che il Principe della risata ha mosso i suoi primi passi e ha cominciato a forgiare la sua arte imitando i passanti osservati dal balcone, guadagnandosi per questo il nomignolo di ‘o spione (lo spione), cosa non gradita dalla madre, che decise di spedirlo in collegio.
Tutto ciò che oggi indica che Totò visse in quella casa è la targa in sua memoria, apposta alla sinistra del portone, voluta dagli abitanti del Rione Sanità.
La casa natale di Totò, che si trova all’interno di un palazzo umido che porta i segni del terremoto dell’80, di fatto apre per le visite al pubblico soltanto il 15 di febbraio e il 15 di aprile di ogni anno, rispettivamente anniversario della nascita e della morte del grande artista, restando una meta di pellegrinaggio per i suoi ammiratori, ma ignorata dalle istituzioni.
Se l’appartamento in Via Santa Maria Antesaecula conserva ancora il suo aspetto originario di quando mamma Anna e nonna Teresa si affacciavano dalla finestra, lo si deve alla signora Canoro e al figlio Giuseppe De Chiara, che decisero di acquistarlo alla dodicesima battuta di un’asta giudiziaria, dopo ben undici aste andate deserte. Il valore d’asta della casa di Totò era partito da 60 milioni di vecchie lire per arrivare, alla dodicesima asta, ad una cifra di 18.000€.
Fino al 2001,inoltre, quello che potrebbe essere a buon diritto un monumento nazionale, è stato occupato senza titolo da una coppia di anziani, che in cambio di pochi soldi lo lasciavano visitare, mentre una parte dell’appartamento, precisamente una stanza, era stata illecitamente accorpata all’appartamento accanto.
Dopo diverse e noiose vicende burocratiche, nel 2010 è stato restaurato il portone d’ingresso, sono state acquistate le riggiole (un tipo di mattonella in ceramica spesso maiolicata e decorata a mano) ed è stata data un’intonacata.
De Chiara e la madre hanno anche fondato l’Associazione Il Principe dei sogni nutrendo il forte desiderio di fare di quella casa un ritrovo culturale.
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