A partire da: 0 a persona
2h
English, Italiano
Illimitato
Castello
Adatto ai bambini
Adatto alle coppie
Animali ammessi
Parcheggio disponibile
Senza barriere
Supporti in lingua
L'accesso è gratutito
È possibile prenotare un tour con una guida turistica privata chiamando il servizio di assistenza di Movery al numero 351.5585067
Guida disponibile in lingua inglese e italiana
Animali non ammessi
Il percorso non è accessibile per le persone presenti in carrozzina
Castel dell’Ovo è il più antico castello di Napoli. Sorge sull’isolotto di Megaride dove, secondo la leggenda, approdò la sirena Partenope che diede il primo nome alla città di Napoli.
Sull’antico Isolotto di tufo di Megaride, laddove si sviluppa il Borgo Marinari, sorge imponente, tra i quartieri di San Ferdinando e Chiaia, il Castel dell’Ovo (Castrum Ovi, in latino). La sua costruzione precede di pochi anni Castel Capuano e di oltre un secolo il Maschio Angioino.
Qui sbarcarono i Cumani (di origine greco-euboica) a metà VII secolo a.C. e sul Monte Echia fondarono la città di Parthenope. Nel corso dei secoli l’isolotto di Megaride ha ospitato varie costruzioni.
Nel I secolo a.C. Lucio Licinio Lucullo, militare e politico romano, acquistò un territorio molto vasto, che probabilente andava dal Monte Echia a Pozzuoli, e sull’isolotto di Megaride costruì la splendida Villa di Licinio Lucullo, dotata di una ricchissima biblioteca, di allevamenti di murene, di alberi di pesco e ciliegi.
Verso la metà del V secolo la villa venne fortificata da Valentiniano III e nel 476 d.C. ospitò l’ultimo Imperatore di Roma, Romolo Augusto.
Dopo la morte di Romolo Augusto, sull’isolotto di Megaride, già alla fine del V secolo, si insediarono monaci basiliani, che nel VII secolo crearono un importante scriptorium, avendo probabilmente a disposizione anche quanto restava della biblioteca luculliana. Il complesso conventuale venne però raso al suolo all’inizio del X secolo dai duchi di Napoli, per evitare che vi si fortificassero i Saraceni usandolo come base per l’invasione della città, mentre i monaci si ritiravano sul Monte Echia.
Nel 1140, con la conquista di Napoli da parte di Ruggiero il Normanno, Castel dell’Ovo divenne sede dei Normanni. Tuttavia il Castello venne utilizzato solo in poche occasioni poichè, una volta completato il Castel Capuano, furono spostate lì tutte le direttrici di sviluppo e di commercio verso terra.
Castel dell’Ovo è stato oggetto si svariate fortificazioni nel corso degli anni.
Nel 1222 con Federico II questo luogo diventa sede del tesoro reale e vengono costruite altre torri: la Torre di Colleville, la Torre Maestra e la Torre di Mezzo. In questi anni, il castello divenne reggia e anche prigione di stato. Durante il regno dei Viceré spagnoli e successivamente dei Borbone, il castello fu ulteriormente fortificato. La struttura perse completamente la funzione di residenza reale e venne adibito ad avamposto militare.
Durante il periodo del “Risanamento”, il Castello doveva essere abbattuto per far posto ad un nuovo rione, ma fortunatamente il progetto non fu attuato e l’edificio rimase in possesso del demanio in stato di abbandono, fino all’inizio dei restauri nel 1975.
Ai piedi di Castel dell’Ovo si trova il vivace quartiere marinaresco di Borgo Marinari: uno dei luoghi più suggestivi e caratteristici della città. In origine ospitava le famiglie dei pescatori e dei marinai di Santa Lucia ma alla fine del XIX la bonifica dell’intero quartiere lo ha trasformato in una vera e propria meta turistica. Oggi è un luogo pieno di bar e ristoranti lontani dalla frenesia della città, dove mangiare e bere in un’atmosfera davvero unica.
Qui il sommo poeta Publio Virgilio Marone nel 45 a.C. scrisse alcune delle sue opere, come le Bucoliche e quattro libri delle Georgiche, ma qualcosa di molto profondo lo legò alla città, che ne fece di lui un mago, una guida, un “defensor civitatis“, un magistrato cittadino che difendeva i plebei dagli abusi.
Una delle più fantasiose leggende napoletane farebbe risalire il nome del Castello all’uovo che Virgilio Mago avrebbe nascosto all’interno di una gabbia nei sotterranei del castello, da qui il nome “Castel dell’Ovo”. Il luogo dove era conservato l’uovo, fu chiuso da pesanti serrature e tenuto segreto poiché da “quell’ovo pendevano tutti li facti e la fortuna dil Castel Marino”.
Da quel momento in poi il destino non solo del Castello, ma anche dell’intera città di Napoli, è stato legato a quell’uovo. Infatti al tempo della Regina Giovanna, il Castello subì danni importanti a causa del crollo dell’arcone che lega i due scogli su cui è innalzato e la Regina fu obbligata a dichiarare ufficialmente di aver sostituito l’uovo per evitare che in città si diffondessero timori per l’avvento di nuovi disastri. La struttura divenne infine una prigione, dove fu recluso fra gli altri il filosofo Tommaso Campanella prima di essere condannato a morte, e più tardi alcuni giacobini, carbonari e liberali fra cui Carlo Poerio, Luigi Settembrini e Francesco De Sanctis.
Oggi questo maestoso Castello ospita eventi, meeting, manifestazioni e mostre.
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