A partire da: 0 a persona
3h
English, Italiano
Illimitato
Castello
Adatto ai bambini
Adatto alle coppie
Animali ammessi
Parcheggio disponibile
Senza barriere
Supporti in lingua
Il ticket intero ha un costo di 5€
Il ticket ridotto ha un costo di 2€
Il castello è aperto tutti i giorni dalle ore 8:30 alle 18:30
Il museo si trova in Via Tito Angelini 20, Napoli (NA)
È possibile prenotare un tour con una guida turistica privata chiamando il servizio di assistenza di Movery al numero 351.5585067
Sito parzialmente accessibile ai disabili
Castel Sant’Elmo, situato nel largo San Martino, domina Napoli dalla collina del Vomero. Questa fortezza è un riferimento costante ogni volta che si alza lo sguardo verso il cielo di Napoli.
Castel Sant’Elmo è un castello medievale, oggi adibito a museo, sito sulla collina del Vomero nei pressi di San Martino a Napoli. Il castello è sorto intorno al 1300 nello stesso luogo in cui si trovava, nel X secolo, una cappella dedicata a Sant’Erasmo, da cui Eramo, Ermo e infine Elmo, il nome attuale della fortezza.
Castel Sant’Elmo ha la forma di una stella a sei punte e lungo la sommità dei bastioni ci sono degli ampi corridoi ancora oggi praticabili. Con le sue ampie cannoniere poste sui bastioni e le alte mura circondate da un profondo fossato, era una struttura che si prestava perfettamente a compiti strategico-difensivi.
Paolo Puddu, vincendo il Concorso Giovani Artisti, ha voluto raccontare il panorama: in questo modo anche le persone cieche potranno inoltrarsi in un percorso interiore, dove le parole di scrittori e poeti dedicate a Napoli permetteranno loro di conoscere la città e il paesaggio. Per vivere un’emozione non è necessario osservarla: l’immaginazione non ha alcun limite, e questo è possibile grazie al linguaggio Braille che segue il corrimano dei camminamenti che circoscrivono Piazza d’Armi.
In origine questo possente edificio (il primo castello per estensione della città), in parte ricavato dalla viva roccia (il famoso tufo giallo napoletano), era una torre d’osservazione normanna chiamata Belforte, e fu Roberto d’Angiò a commissionare all’architetto Tino da Camaino nel 1325 la costruzione del Palatium castrum, i cui lavori si conclusero nel 1343 sotto il regno di Giovanna I d’Angiò.
Da allora il Castello fu assediato più volte per la sua posizione strategica (250 metri sul livello del mare) e di controllo sulle strade di Napoli, e fu obiettivo militare soprattutto durante la contesa tra spagnoli e francesi per la conquista del Regno di Napoli. Tra il 1537 e il 1547 Castel Sant’Ermo, chiamato poi Sant’Elmo, fu ricostruito su commissione del Viceré spagnolo Don Pedro de Toledo ed assunse l’attuale pianta stellare a sei punte.
Nel 1587 un fulmine, caduto nella polveriera, colpì il castello distruggendo le dimore di castellani e militari, oltre alla chiesa interna. L’edificio fu quindi ricostruito tra il 1599 ed il 1610 dall’architetto Domenico Fontana.
Tra Seicento e Settecento il castello si trasformò in carcere, dove fu prigioniero anche il filosofo Tommaso Campanella. Castel Sant’Elmo fu inoltre sede di moti rivoluzionari del 1799, quando fu preso dal popolo ed assediato dai repubblicani che proclamarono nella Piazza d’Armi la Repubblica Napoletana. La fortezza, dopo il crollo della repubblica, tornò ad essere una prigione, in cui furono rinchiusi tra gli altri anche Giustino Fortunato, Domenico Cirillo e Luisa Sanfelice. Castel Sant’Elmo sarebbe rimasto un carcere militare fino al 1952.
Solo negli anni ‘80 del Novecento Castel Sant’Elmo divenne una struttura di interesse culturale e museale e dal 1982 l’intero complesso monumentale è stato affidato alla custodia della Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici di Napoli, per essere infine aperto al pubblico nel 1988.
Castel Sant’Elmo ospita anche il Gran Ballo delle Debuttanti della Scuola Militare Nunziatella, uno degli eventi più significativi della mondanità partenopea e il più longevo in Italia (va avanti fin dal 1799). Il ballo ha una tradizione centenaria che nasce nel XVIII secolo: nella tradizione nobiliare del tempo, l’evento consentiva l’ingresso di giovani donne nell’alta società e permetteva loro di incontrare i cadetti della scuola militare, una delle più antiche del mondo. Solo in epoca più recente il Ballo delle Debuttanti ha iniziato a coincidere con la fine del ciclo di studi dei giovani allievi della Nunziatella: esso segna, infatti, il countdown degli ultimi cento giorni di permanenza nel «Rosso Maniero» di Pizzofalcone.
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