2h
Italiano
1-20 persone
Area Archeologica
Adatto ai bambini
Adatto alle coppie
Animali ammessi
Parcheggio disponibile
Senza barriere
Supporti in lingua
Il nome Anfiteatro Flavio è familiare a tutti noi, inutile negarlo. Basta pronunciarlo e subito ci salta in mente l’immagine del Colosseo, uno dei monumenti più conosciuti al mondo e uno dei più maestosi tesori archeologici italiani… ma se ti dicessimo che non è l’unico Anfiteatro Flavio presente in Italia?
Ebbene sì, questo nome designa anche un altro splendido monumento di epoca romana tutto da esplorare. Ti basterà una visita a Pozzuoli per poter ammirare questo luogo meraviglioso, altrettanto affascinante e ricco di storia del suo più celebre omologo romano. Che sia per rivivere gli antichi scontri tra gladiatori o per scoprire tante curiosità sulla storia di San Gennaro, l’Anfiteatro Flavio di Pozzuoli ti regalerà senza dubbio un’esperienza unica.
Quanto a dimensioni, l’Anfiteatro Flavio di Pozzuoli è la terza arena edificata in epoca romana, inferiore soltanto al Colosseo e all’Anfiteatro campano dell’antica città di Capua (oggi Santa Maria Capua Vetere).
Costruito per sostituire un più antico anfiteatro ormai divenuto insufficiente ad accogliere un numero di spettatori in continua crescita, l’Anfiteatro Flavio venne collocato in una posizione particolarmente favorevole: si trovava infatti in un punto di convergenza tra le strade che collegavano Napoli, Capua e Cuma. L’edificio fu quindi pensato per accogliere un gran numero di persone (la cava poteva contenere circa 40.000 spettatori) e per riflettere la magnificenza della Roma imperiale.
Molti studiosi sostengono che l’Anfiteatro Flavio dell’antica Puteoli (il nome latino dell’odierna Pozzuoli) sia stato progettato dagli stessi architetti del Colosseo.
I sotterranei sono ottimamente conservati, e testimoniano del complesso sistema necessario per portare in scena i combattimenti tra gladiatori e belve feroci: è infatti ancora oggi possibile, durante la visita, scorgere parte degli ingranaggi e delle botole necessari per sollevare le gabbie che contenevano gli animali esotici da far combattere nell’arena.
Secondo gli studiosi, l’Anfiteatro Flavio di Pozzuoli sarebbe stato edificato sotto Vespasiano e inaugurato durante il regno dell’imperatore Tito. Si ritiene tuttavia, a causa della presenza di muratura realizzata con una tecnica particolare, che parte dei lavori sia stata effettuata all’epoca di Nerone. Le tracce del coinvolgimento di quest’ultimo nella realizzazione dei lavori vennero però “cancellate” e rimosse il più possibile, in accordo con il processo di damnatio memoriae che venne riservato a Nerone dopo la sua morte.
L’Anfiteatro Flavio di Pozzuoli è un luogo significativo e ricco di leggende anche da un punto di vista religioso.
Si racconta che nel 305 d.C., durante la persecuzione dei cristiani portata avanti dall’imperatore Diocleziano, alcuni martiri cristiani siano stati condannati ad essere pubblicamente sbranati dalle belve feroci nell’Anfiteatro.
Di questo gruppo di martiri facevano parte San Gennaro, patrono di Napoli che gode ancora oggi di grande devozione, e San Procolo (patrono di Pozzuoli). Tuttavia, nel momento in cui le belve affamate vennero liberate e aizzate contro i condannati, queste si chinarono docili e ammansite al loro cospetto, senza fare loro del male. In seguito a questo miracolo la pena dei martiri venne commutata in decapitazione, ed eseguita presso la Solfatara. Nell’Anfiteatro è visibile ancora oggi il “Carcere di San Gennaro”, un’antica cappella realizzata nel XVII secolo per commemorare le ultime ore dei santi prima dell’esecuzione.