Dante Alighieri fu un importante linguista, filosofo e teorico politico, conosciuto come il Sommo Poeta. Considerato universalmente il padre della lingua italiana, Dante raggiunse l’apice della sua fama con la celebre Divina Commedia, la più grande opera della letteratura mondiale scritta in lingua italiana.

Il poeta fu soprannominato Sommo poiché con la sua opera e la sua arte, trasformò profondamente la letteratura e la cultura italiana, tanto da diventare egli stesso uno dei simboli dell’Italia nel mondo.

Nel 2020, lo Stato italiano ha dichiarato il 25 marzo giornata nazionale dedicata al culto del Sommo Poeta Dante Alighieri. Tale celebrazione è nominata Dantedì e la divulgazione della cultura legata al poeta è tenuta molto a cuore dalla città di Napoli attraverso interessanti iniziative, quest’anno tutte digitali.

Il Dantedì di Napoli per celebrare il Sommo Poeta

Napoli, come tutte le città italiane, ama la figura del Sommo Poeta nonché padre della letteratura italiana, Dante Alighieri. Recentemente la figura di Dante si è sempre più affermata nella cultura di massa. Durante questa giornata, prevista per il 25 marzo, canali youtube (come quello del Mibact), dirette facebook, palinsesti in TV, come quello della Rai, sono dedicati al poeta attraverso le letture delle sue opere e alla trattazione da parte di esperti e studiosi. Interessanti iniziative sono anche quelle di scuole e musei come il progetto Tra i versi del Poeta del Liceo Mazzini di Napoli e l’anticipazione virtuale della mostra Divina Archeologia. La mitologia e la storia nella Commedia di Dante al Museo Archeologico Nazionale di Napoli oppure ancora il Museo e Real Bosco di Capodimonte citerà alcuni versi della Divina Commedia.

Napoli tra i viaggi di Dante Alighieri

Dante Alighieri nacque a Firenze presumibilmente il 29 maggio del 1265, in un particolare momento della situazione politica fiorentina. A partire dal 1250, infatti, Firenze era in procinto di diventare una tra le città italiane economicamente più potenti, guidata da borghesi e artigiani. Fu allora che venne coniato il fiorino. Politicamente quegli anni erano segnati dalla lotta tra i guelfi, che credevano nell’autorità temporale dei papi, e i ghibellini difensori e sostenitori del potere imperiale.

Dante nacque proprio in quegli anni e assistette alla definitiva vittoria dei guelfi. Questi, tuttavia, si distinsero in due fazioni: i guelfi bianchi che seppur sostenevano il potere papale non ne ammettevano una totale ingerenza che comprendesse affari economici e governativi della città e i guelfi neri che invece sostenevano la piena totalità del potere papale.

Nel 1925 Dante prese parte alla corporazione dei medici, farmacisti e bibliotecari, come poeta e si schiera dalla parte dei bianchi. Di lì a poco, viene eletto tra i sei Priori (i più alti magistrati cui apparteneva il potere esecutivo). In quegli anni fu inviato a Napoli come ambasciatore di Carlo II d’Angiò, che lo ricevette tra le sale dell’imponente Maschio Angioino.

Durante il suo soggiorno a Napoli, il poeta non mancò di assolvere ai suoi “doveri” artistici e culturali. Si ritrovò così a visitare le biblioteche e le chiese principali di Napoli, facendo tappa alla Chiesa di Sant’Eligio, di San Lorenzo Maggiore e quella di San Domenico Maggiore.

ll poeta assistette peraltro all’elezione pontificia di Bonifacio VIII. Questi possedeva tendenze egemoniche per le quali Dante, che era un guelfo bianco, risultava un personaggio scomodo. Fu così che Bonifacio chiamò il poeta presso la sua corte a Roma, proprio durante l’anno in cui Charles de Valois sale al potere della città di Firenze, sostenuto dai guelfi neri.

Fu accusato di corruzione, sollevato dai suoi incarichi politici e condannato a morte qualora fosse rientrato a Firenze, sua città di origine. Per questo motivo Dante odierà per sempre la figura del Papa Bonifacio VIII che guadagna un posto di rilievo nell’Inferno della Divina Commedia dantesca.

Ritornò poi a Napoli dove, secondo la testimonianza di alcuni cronisti dell’epoca, prese a girare con abiti di colore rosso e bianco, risentendo dell’influenza dell’Ordine dei Templari che lo ospitarono presso la loro Commenda templare del porto di Napoli e di Capua.

A causa dell’esilio Dante vagò per le corti europee trovandosi finanche a Parigi nel 1308 per seguire il processo contro i Templari ed infine arrivò a Ravenna dove morì nel 1321.

Napoli tra le opere di Dante

Curiosando tra le opere di Dante Alighieri, troviamo citata anche la città di Napoli.

Innanzitutto nel De Vulgari eloquentia, dove il poeta fa un confronto tra la lingua napoletana e quella dei caetani (gli abitanti di gaeta) per evidenziare la diversità linguistica nonostante la vicinanza geografica e la stessa origine.

Napoli poi, compare anche nel Convivio, ricordata in relazione alla nobile famiglia dei Piscicelli.

Infine, tra i versi del Purgatorio della Divina Commedia, Napoli viene riportata quale luogo di sepoltura del poeta Virgilio (oggi compresa nell’incantevole Parco Vergiliano di Piedigrotta), amico e guida nella più grande opera del Sommo Poeta.