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Allenatore, calciatore, e soprattutto campione, El Pibe de Oro (il ragazzo d’oro) o meglio conosciuto come Diego Armando Maradona è stato uno dei calciatori migliori del mondo. D10 è considerato un idolo per Napoli e i napoletani, tanto che il legame con la città e il popolo è estremamente profondo. Ripercorri con noi le tappe più importanti della biografia del re del calcio.
L’arrivo di Maradona al San Paolo
Il nostro tour ha inizio con un luogo importantissimo non solo per Diego ma anche per i napoletani: lo stadio San Paolo.
Qui, il 5 luglio 1984, tra una folla scalpitante di più di 80.000mila persone, Maradona venne presentato per la prima volta al Napoli, arrivando negli anni a collezionare numerose vittorie. All’epoca infatti la squadra del Napoli non era considerata essere così eccellente e fu proprio Maradona a portarla allo splendore, arrivando egli stesso a diventare capitano.
Il giorno dell’arrivo di Maradona nella squadra, tutta la città era col fiato sospeso. Per un attimo al suo ingresso sembrava come si fosse fermato tutto, le speranze dei napoletani di riscatto erano state riposte nel riccio e sorridente calciatore che, emozionato, entrò in stadio quella sera.
La carriera di Maradona nel Napoli
Simbolica fu la vittoria di Diego del 1986-1987, campionato in cui dopo ben 32 anni il Napoli riuscì a battere la Juventus e vincere quindi lo scudetto. Dopo questo successo ne seguono molti altri, come la vittoria della Supercoppa italiana nella stagione del 1990-1991 e anche l’ottenimento del secondo scudetto per il Napoli nel 1990.
Maradona e Napoli: un legame indissolubile
Il nostro percorso continua dunque a San Gregorio Armeno, nel cuore del centro storico di Napoli e via famosa per le numerose botteghe di presepi presenti. Tra pastori classici e moderni, potrai scorgere tra le statuette una maglia con un numero 10 ben in vista: ebbene sì, proprio Diego Maradona. Per i napoletani la sua figura è così importante che addirittura è stato raffigurato da coloro che si dedicano all’arte pastorale.
Come mai Diego è così importante per i napoletani? Prima del suo arrivo nella squadra, il Napoli non aveva mai accumulato così tanti successi. Egli fece riscattare il Sud e i napoletani in particolare, dopo che le squadre li avevano offesi e denigrati. Fu dunque una specie di vendetta, anche se sportivamente parlando. Il popolo ha adottato Diego quasi come se fosse un figlio, arrivando a definirlo come un “napoletano nato in Argentina”. Soprattutto, Diego è diventato il simbolo della città, creando un legame indissolubile con Partenope e i suoi abitanti. Il 5 luglio del 2017 Diego ricevette anche la Cittadinanza Onoraria della città di Napoli, e in suo onore sono tantissimi i napoletani che hanno battezzato i propri figli con il nome del glorioso calciatore.
Lo stadio Diego Armando Maradona
Situato a Fuorigrotta, questo stadio fu progettato dall’architetto Carlo Mocchia negli anni ’50 e come primo nome gli venne attribuito Stadio del Sole, per poi essere cambiato nel 1963 in stadio San Paolo, in onore di Paolo di Tarso, ossia uno degli apostoli.
Solo l’anno scorso, vale a dire nel dicembre del 2020 il suo nome è cambiato in Stadio Diego Armando Maradona, in onore del re del calcio.
Da anni lo stadio è stata la casa di milioni di tifosi e amanti del calcio, che hanno seguito con cori gioiosi le partite della propria squadra del cuore.
Per arrivare allo stadio, considerando come punto di partenza Piazza Garibaldi, bisognerà prendere la linea 2 della metropolitana verso Pozzuoli. Dopo 5 fermate, si dovrà scendere a Napoli Piazza Leopardi. Dovrai poi andare verso via Giulio Cesare e poi svoltare a sinistra verso via Attilio Regolo. Dopo pochi metri, svolta verso Viale di Augusto a sinistra e in seguito a destra per Via Sebastiano Veniero. Continuando su Via Francesco Galeota, ti troverai in Piazzale Vincenzo Tecchio, e lì sarai giunto a destinazione.
Dopo la sua tragica morte, sia in Argentina ma soprattutto a Napoli, El Pibe de Oro è stato commemorato, con veglie che si sono tenute fino alla notte successiva alla sua morte, assieme a cori con fumi rossi preparati dai tifosi, che hanno sfilato poi fino a Piazza del Plebiscito, per poi arrivare allo stadio San Paolo. Il giorno successivo alla sua morte, Luigi de Magistris, sindaco della città di Napoli, ha annunciato che lo stadio sarebbe stato ribattezzato come Stadio Diego Armando Maradona.
Tour dei murales di Maradona a Napoli
Maradona, il difensore degli umili, colui che con tanta forza d’animo difendeva il suo amato Sud, è stato omaggiato e rappresentato in numerose strade di Napoli, offrendo ancora una volta al suo amato popolo un’occasione per poter commemorare il suo ricordo davanti a splendidi murales. La street art si è sviluppata in città specialmente negli ultimi anni, e in particolare al Pibe de Oro, prima e dopo la sua morte, gli sono stati dedicati molti graffiti.
Sei un tifoso del Napoli? Questo è il tour che fa per te allora! Segui le nostre indicazioni per la visita ai murales di Maradona!
I Quartieri Spagnoli sono praticamente un regno a parte dedicato al Pibe de Oro. Adesso ti spieghiamo come arrivarci.
Partendo da Piazza Garibaldi, sarà sufficiente prendere la metro linea 1, e scendere a Toledo, che sarebbero esattamente 3 fermate. Da Via Toledo, dopo circa 140mt, svoltare a destra e prendere via Portacarrese a Montecalvario. Proseguendo dritto, si potrà raggiungere Vico Lungo del Gelso, dove ci sono ben due murales dedicati al nostro re del calcio. Tra queste strade, oltre ai murales, ci sono anche svariati stendardi, bandiere e disegni in suo onore.
Proseguendo verso Vico Figurella a Montecalvario, dopo 62 mt bisognerà svoltare a sinistra e prendere Vico Due Porte a Toledo. Dopo 120 mt, svoltare ancora a sinistra verso Vico 2° Montecalvario e dopo 110 mt circa ti troverai in via Emanuele de Deo.
Al civico 60 c’è una piazza con un enorme murales dedicato a Maradona. Qui infatti nel 2016 venne chiusa e poi restaurata la finestra che si spalancava proprio sul volto del Pibe de Oro. Questa piazzetta è diventata così famosa per turisti e tifosi che il Comune decise di chiuderla con dei paletti e di denominare lo slargo Piazza Diego Armando Maradona.
Maradona è così importante per la città di Napoli che oramai i murales in suo omaggio sono sparsi un po’ ovunque nella città, per esempio al Rione Sanità, a San Giovanni a Teduccio, a Quarto, a Soccavo e ancora alla stazione Campi Flegrei della Cumana.
L’ascesa al successo di Diego.
Maradona nasce a Lanús, una città dell’Argentina, il 30 ottobre del 1960 e sin da bambino, la sua spiccata passione per il calcio lo porta ad entrare nella squadra del padre di Diego, Estrellas Rojas. A soli 10 anni entrò a far parte della squadra giovanile degli Argentinos Juniors di Buenos Aires, il 5 dicembre 1970.
La sua carriera da professionista iniziò 6 anni più tardi, sempre nella squadra degli Argentinos Junior e 10 giorni prima del suo sedicesimo compleanno, diventando così il calciatore più giovane della storia ad esordire in una divisione argentina. Nel suo paese ebbe la possibilità di crescere di livello, arrivando a diventare titolare, poi capocannoniere, come anche vincitore del Pallone d’Oro sudamericano, premio che vinse sia nel 1979 che nel 1980.
Più tardi, iniziò a ricevere offerte anche da altre squadre di calcio: si trasferì infatti prima al Boca Juniors, squadra che tifava il padre di Maradona e dopo i Mondiali del 1982, Diego ebbe un’offerta dal Barcellona, e restò in questa squadra per ben due anni, dopo aver giocato 16 partite e segnato 11 gol.
Iniziò in seguito la sua carriera nel Napoli ma sfortunatamente, dopo le innumerevoli vittorie, iniziò il declino di Maradona, arrivando a risultare positivo al controllo antidoping il 17 marzo 1991.
Gli ultimi anni da calciatore
Maradona tornò a giocare nel Siviglia nel 1992, dopo circa un anno e mezzo dalla squalifica per doping. La sua presenza nella squadra durò per circa un anno, perché nella stagione del 1993-1994 si trasferì nella squadra argentina dei Newell’s Old Boys. Gli venne poi assegnato il Pallone d’oro alla carriera nel 1995 e in questo stesso anno, giocò nuovamente con la maglia dei Boca Juniors. Rimase in questa squadra per due anni fino al 1997, anche se il suo ritiro ufficiale dal calcio avvenne il giorno 10 novembre del 2001.
La carriera di Maradona dopo il ritiro
Dopo essersi ritirato dal calcio ci furono altri successi per Maradona. Nel 2000 viene pubblicata Yo soy el Diego (Io sono il Diego) la sua autobiografia, che come si può immaginare divenne subito un bestseller specie in Argentina.
Nello stesso anno, il Napoli ritirò la maglia numero 10, decidendo che mai nessuno avrebbe dovuto più indossarla dopo Maradona.
Qualche anno dopo nel 2005, non solo venne nominato direttore sportivo dei Boca Juniors, ma diventò anche presentatore di un programma televisivo argentino chiamato La Noche del 10, che accolse anche molteplici ospiti di una certa fama.
Non finisce qui, Diego Maradona diventò anche allenatore, prima dell’Argentina nel 2008, poi degli Emirati Arabi Uniti nel 2011 ed infine dei Dorados e Gimnasia la Plata, rispettivamente nel 2018 e nel 2019.
Qualche settimana dopo aver compiuto 60 anni, Maradona muore a Tigre, il 25 novembre del 2020, dopo numerosi anni di carriera di successo.
Cosa stai aspettando? Segui anche tu le orme di Maradona e vieni a scoprire la Napoli tifosa come non l’hai mai vista!
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