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Art Gallery
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The Umberto I Gallery è la più importante galleria commerciale del centro storico di Napoli, oltre che un luogo simbolo della città.
Costruita sul finire dell’800 in onore del re di Naples Umberto I, si presenta oggi come un incrocio tra storia e attualità, arte e tempo libero, dove lasciarsi affascinare dalla particolare arte della galleria o dove semplicemente poter trascorrere il proprio tempo libero tra vetrine e caffè che questa maestosa struttura ospita al suo interno.
La costruzione cruciforme presenta quattro ingressi disposti sulle storiche vie del centro napoletano: Toledo Street, Via San Carlo, Via Santa Brigida and Vico Rotto San Carlo.
Maestoso monumento, la Galleria Umberto I è un’opera architettonica davvero imponente. Si pensi che la sua costruzione fu realizzata nell’arco di soli tre anni. Un tempo davvero minimo per erigere un edificio così imponente. La galleria, di fatti, vanta ben 147 metri di lunghezza, 15 di larghezza, circa 35 metri di altezza per arrivare fino ai 57 della cupola.
Il principale tra i suoi quattro ingressi, è quello che si apre su Via San Carlo.
Questo è contrassegnato da una facciata ad esedra, costituita sulla parte inferiore da un porticato sorretto da colonne in travertino. Due archi ciechi si aprono sull’ingresso: uno si affaccia direttamente sulla strada mentre l’altro, consequenziale al primo, si apre sull’ambulacro. Sulla parte superiore, finestre separate da lesene, con capitello tuscanico e composito, adornano la sommità della struttura esterna. Varcando l’ingresso, poco prima di proseguire all’interno, ci si trova nel mezzo di due archi. Quello di sinistra presenta colonne con statue in marmo che rappresentano i quattro continenti: Europa, Asia, Africa e America. Al di sopra delle statue si stagliano due nicchie contenenti a sinistra la Fisica e a destra la Chimica, simboli di scienza e progresso.
Sulle colonne dell’arco di destra, invece, le statue rappresentano le quattro stagioni: Autunno, Inverno, Primavera ed Estate come simboli del trascorrere ciclico del tempo a cui sono collegate le attività umane rappresentate dalle figure delle nicchie sovrastanti ossia il Genio della scienza e il Lavoro.
Entrando nella galleria, poi, si è subito colpiti dalla vastità dello spazio e soprattutto dalla Cupola. Le strade interne alla struttura che si incrociano ortogonalmente, sono coperte da una struttura in ferro e vetro che culmina al centro della Cupola, anch’essa vetrata. Qui, otto pennacchi corrispondono ad altrettante figure femminili che sorreggono gli artistici lampadari mentre la stella di Davide si staglia misteriosamente sul tamburo della Cupola.
La volta in vetro e ferro, fu progettata da Paolo Boubée a cui fu dedicata la lapide posta all’interno della galleria.
Guardando verso il basso, infine, vi stupirà finanche il pavimento dove si estendono mosaici raffiguranti i venti e i segni dello zodiaco. Questi vennero costruiti dalla ditta Padoan di Venezia che nel 1952, sostituirono la vecchia pavimentazione originaria andata distrutta durante gli eventi bellici, con l’attuale.
Infine, nella parte sottostante la galleria, si estende un’altra crociera, con al centro il teatro della Belle Époque: il Salone Margherita, sede principale dello svago notturno dei napoletani dell’epoca, che accolse nei suoi spazi figure quali Matilde Serao, D’Annunzio, Eduardo Scarfoglio ed altre importanti personalità nazionali.
Simbolo antico e misterioso costituito da una stella a sei punte. Chiamato anche Scudo di David o sigillo di salomone, la Stella di Davide rappresenta la civiltà ebraica. Eppure questo simbolo, costituito da due triangoli che si incrociano, fu utilizzata non soltanto dagli ebrei ma anche da cristiani, nazisti, sette e dalla Massoneria. Quest’ultima, in particolare la Grande Loggia, utilizzava come simbolo due triangoli invertiti che quindi ben si rispecchiavano nella stella di Davide. Ecco il motivo per cui questo simbolo compare nella Galleria Umberto I che, nei locali sotterranei, ospitò a lungo la Massoneria napoletana.
Oggi, all’interno della galleria, vi sono gli ingressi di quattro stabili, strutturati ognuno su cinque piani. I primi due piani sono utilizzati quasi unicamente per le attività commerciali presenti in Galleria quali negozi, ristoranti e caffè, mentre quelli superiori, sono adibiti ad uffici, abitazioni private e alberghi.
L’interno degli edifici è stato recentemente restaurato per riportare all’aspetto originario le molte sculture decorative, gli imponenti busti e le caratteristiche decorazioni liberty, presenti all’interno della galleria. I lavori di restauro non sono stati ancora ultimati.
Al secondo piano della facciata principale che affaccia su Via San Carlo, c’è il museo del corallo.
Nel XVI secolo, la zona dove oggi sorge la galleria, era caratterizzata da un groviglio di strade parallele raccordate da brevi vicoli, che, già in quel tempo, rappresentavano il cuore del centro storico napoletano. In questi vicoli si trovavano taverne e case di malaffare che conferirono a questo centro urbano, una cattiva fama. Alti edifici, si ergevano nei sovraffollati quartieri della zona e riversavano in una situazione igienica davvero pessima. Si pensi che tra il 1835 ed il 1884, si verificarono, in quest’area, ben nove epidemie di colera.
Nel 1885, sotto il governo di Re Umberto I, fu finalmente approvata la legge per il risanamento della città di Napoli. Furono presentate varie proposte tra cui vinse il progetto dell’ingegnere Emmanuele Rocco, poi ripreso e ampliato successivamente. I quartieri di Mercato, Vicaria, Porto e Pendino, furono bonificati e nel 1887, vennero demoliti gli edifici preesistenti. Si diede inizio, così, alla costruzione dell’imponente galleria che terminò addirittura nel giro di soli tre anni. Lo stesso periodo in cui a Parigi, si progettava e costruiva la famosa Torre Eiffel.
Nel 1890 terminarono i lavori di costruzione e nel 1892 venne inaugurata la nuova galleria Umberto I.
Questa divenne il nuovo centro mondano della città di Napoli conservando ancora oggi la sua funzione commerciale e sociale nonché monumentale. Intratteneva così i cittadini con la presenza di negozi e botteghe. Inoltre la galleria assolveva anche ad un altro importante ruolo: dava riparo pubblico alle persone durante le intemperie. Tutte funzioni che, in modi non dissimili, svolge ancora oggi.
Infine, alla Galleria Umberto si collega anche lo Sciuscià, l’antica figura del lustrascarpe della città. Per molti decenni, questi operai hanno lavorato nelle botteghe presenti all’interno della galleria, lustrando le scarpe di nobili e ricchi.
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Si raggiunge facilmente con il proprio mezzo di trasporto direttamente da Corso Garibaldi in direzione Corso Novara. Proseguire ancora verso Porta Capuana e poi direttamente per Via Umberto I. Da qui, imboccando Via Agostino Depretis, svoltare su Piazza Municipio e proseguire ancora su Via Emanuele III. Questa si trova a 200 metri circa da Via San Carlo, dove è situata la galleria.
Da Napoli è possibile raggiungere la Galleria Umberto I, con la linea 1 metropolitana che collega direttamente Piazza Garibaldi a Via Toledo. Da qui con una passeggiata di una decina di minuti, si raggiunge Via San Carlo dove affaccia l’ingresso principale della galleria.
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