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Una delle manifestazioni popolari più note della Campania è senza dubbio la celebre festa dei Gigli di Nola, in provincia di Napoli. Si tiene ogni anno il 22 giugno, se cade di domenica oppure la domenica successiva al 22 giugno.
La celebrazione si svolge in onore del patrono San Paolino, del quale si ricorda il ritorno dalla prigionia a cui era stato sottoposto nel V secolo. La festa dei Gigli fa parte della Rete delle grandi macchine a spalla italiane e dal 2013 è stata inclusa nel Patrimonio orale e immateriale dell’umanità dell’UNESCO.
Usanza dalle radici antichissime, è stata istituita per rievocare la deportazione e la schiavitù subita dagli abitanti di Nola. C’è quindi un contrasto tra il dolore, rappresentato dal trasporto di pesanti strutture in legno e la gioia, espressa attraverso intrattenimenti musicali.
Durante la sfilata, infatti, vengono portate in spalla delle altissime costruzioni votive di legno che vengono ondeggiate a ritmo di musica. Si tratta di una delle festività più spettacolari, in grado di unire fede e folklore in maniera unica ed è certamente il momento più emozionante ed atteso dell’anno per i cittadini di Nola.
La storia della festa dei Gigli di Nola
Come detto, la tradizione dei Gigli di Nola ha una lunga storia alle proprie spalle e la sua origine è stata tramandata da Papa Gregorio I, il quale ha raccontato i fatti un secolo dopo il loro avvenimento.
In particolare, il papa rievoca il sacrificio compiuto dal vescovo Paolino che offre sé stesso ed i suoi averi ai Visigoti in cambio della liberazione degli abitanti di Nola, fatti schiavi dopo le invasioni del 410 da parte dei Visigoti.
Il vescovo Paolino è nato a Bordeaux nel 355 con il nome di Anicio Ponzio Meropio Paolino, figlio di una famiglia benestante.
A 24 anni è già Console della Campania e sceglie come sede consolare proprio Nola. Nel 380 viene nominato Prefetto di Roma e 9 anni più tardi sposa Therasia che guiderà la sua conversione al cristianesimo.
I due avranno un bambino di nome Celso, morto purtroppo pochi giorni dopo la nascita. La tragedia segna profondamente la vita di Paolino che nel 393 decide di lasciare la vita mondana per dedicarsi alla vita monastica. Dopo essere stato ordinato presbitero, nel 395 fa ritorno a Nola.
La storia narra che nel 410 il re dei Visigoti, Alarico I, invade e saccheggia Roma, per poi puntare verso Nola. Intanto Paolino era stato nominato vescovo per acclamazione popolare, ma gli eserciti di Alarico riescono ad entrare a Nola, distruggendo gran parte della città e prendendo in ostaggio molte persone.
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A questo punto Paolino vende tutti i suoi beni come riscatto e quando non gli rimane più nulla, propone sé stesso in cambio del figlio di una vedova. Viene quindi portato in Africa e venduto come schiavo.
Finirà a lavorare come giardiniere di un ricco signore e quando profetizza la morte di re Alarico, viene condotto davanti al sovrano, già irrequieto per una serie di sogni strani.
Quando viene a conoscenza che si tratta di un vescovo, Alarico decide di liberare Paolino che farà ritorno a Nola tra il 411 ed il 412, dove rimarrà fino alla sua morte, il 22 giugno del 431. Secondo la leggenda al suo ritorno viene accolto sulla spiaggia di Torre Annunziata con i nolani che sventolano grandi mazzi di fiori, dei Gigli appunto, scortato dai gonfaloni delle corporazioni delle arti e dei mestieri.
I Gigli di Nola
Impiegato inizialmente come semplice decorazione per i ceri portati in processione, il giglio nel tempo è diventato una vera e propria struttura in legno realizzata dall’abilità di carpentieri, artigiani, falegnami e maestri d’ascia.
L’attuale aspetto dei Gigli di Nola risale al XIX secolo, quando le macchine a spalla raggiungono i 25 metri di altezza, con un peso complessivo che può arrivare a 25 quintali. Ciascun giglio ha una base cubica di 3 metri per lato e l’elemento portante è la cosiddetta ‘borda’, l’asse centrale che regge tutto.
La borda è stata introdotta ufficialmente nel 1887 ed è stata di fondamentale importanza per rendere il giglio più stabile e flessibile. Queste strutture vengono quindi sollevate per mezzo di varre e varritielli, cioè delle barre in legno di castagno che servono a sollevarle e portarle in spalla.
Coloro che portano i gigli sono conosciuti con il nome di ‘cullatori’, forse per il movimento ondulatorio che ricorda appunto l’atto del cullare. Il gruppo di cullatori è invece chiamato paranza ed in genere si compone di 120 persone.
Per la festa dei Gigli a Nola si preparano in tutto 8 gigli che vengono sottoposti poi alla vestizione, cioè alla fase di decorazione con cartapesta, stucchi e materiali vari secondo temi storici, religiosi e di attualità. Di solito la struttura viene decorata partendo dall’alto, dove l’elemento terminale è una statua.
Oltre ai gigli viene anche costruita una macchina votiva simile, ma più bassa, sulla cima della quale viene fissata una barca per ricordare quella che aveva riportato a Nola San Paolino.
Percorso e cerimoniale della festa dei Gigli di Nola
I gigli e la barca prendono il nome delle antiche corporazioni delle arti e dei mestieri e sfilano secondo questo ordine:
- Ortolano
- Salumiere
- Bettoliere
- Panettiere
- Barca
- Beccaio
- Calzolaio
- Fabbro
- Sarto
Le macchine votive si muovono in processione secondo un preciso percorso ormai codificato da molti anni, attraversando il nucleo storico della città di Nola al ritmo di canzoni della musica napoletana ed italiana eseguite dalla banda musicale del paese.
La festa dei Gigli a Nola dura per l’intera giornata, fino a notte inoltrata. La mattina della domenica i gigli sono radunati in Piazza Duomo e ricevono la benedizione dal vescovo. La manifestazione inizia nel primo pomeriggio e può durare fino all’alba del giorno dopo.
La processione si snoda seguendo questo percorso: Piazza Duomo, via San Felice, via Cocozza, Piazza P. Maggio, via A. Leone, via Merliano, Piazza Calabrese, via Tanzillo, via San Felice (2° tratto), via San Paolino, Piazza M. C. Marcello, via De Notaris, Corso Tommaso Vitale, Piazza Duomo.
Nel corso del tragitto si potrà notare l’abilità dei cullatori e dei capi paranza che lavorano duramente per superare gli ostacoli che possono presentarsi come dislivelli, pendenze, strettoie e curve.
Il giorno della festa dei Gigli di Nola è solo il clou poiché il cerimoniale prevede un programma molto fitto e ricco di appuntamenti che si svolge nell’arco di tutto l’anno. Un ruolo fondamentale è ricoperto dalle corporazioni che hanno degli obblighi di devozione volti a consolidare i rapporti tra i membri della comunità nolana.
Il ‘mastro corporativo’ è colui che viene incaricato di organizzare le celebrazioni per un singolo giglio o per la barca. Questa persona sceglierà il maestro di festa, il capo paranza ed il maestro musichiere.
L’assegnazione del giglio al maestro di festa viene festeggiata con un passaggio di bandiera e ognuno dei maestri organizza eventi di aggregazione come le tavuliate, degli incontri per la raccolta di fondi che andranno a finanziare lo svolgimento della festa.
Nei primi giorni di giugno cominciano i lavori di costruzione dei gigli. Una volta pronti, il weekend precedente la manifestazione vengono portati in varie piazze di Nola come prova generale.
Successivamente vengono spostati davanti le case dei maestri di festa e si procede con la vestizione di questi imponenti obelischi di legno che vengono finemente decorati con la cartapesta.
Il 22 giugno c’è la processione in onore di San Paolino, dove il busto d’argento del santo viene portato in giro per le strade principali di Nola. La domenica seguente arriva finalmente il momento della vera e propria festa dei Gigli a Nola, tanto attesa da tutti.
In Piazza Duomo si radunano i gigli e verso le 16:00 prende il via la sfilata che dura fino alle prime luci dell’alba. Quando l’ultimo giglio, il Sarto, ritorna in Piazza Duomo, la festa può dirsi conclusa.
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