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La città di Napoli è, da sempre, una continua scoperta: nasconde sempre scorci ricchi di spunti. Abbiamo fatto una piacevole chiacchierata con Maurizio Pagano, autore de I luoghi dell’amica geniale e del sequel, La smemorata dei luoghi geniali.
Chi ha letto la famosa tetralogia di Elena Ferrante e ha visto l’omonima serie tv di Saverio Costanzo, si è lasciato coinvolgere da quest’universo affascinante, fatto di personaggi e luoghi autentici che si muovono su uno sfondo retrò. Da queste premesse, è nata anche l’avventura di Maurizio Pagano, scrittore partenopeo, originario del Rione Luzzatti. Nel leggere la storia di Lila e Lenù, Pagano non si è limitato ad immedesimarvisi ma ha riconosciuto posti e, addirittura, volti familiari. Lasciandosi ispirare ha scritto due libri sul Rione protagonista della serie e ha iniziato a organizzare dei tour nel quartiere, per la gioia dei fan dell’epopea.
Come ha costruito “la smemorata”, protagonista dei suoi romanzi?
«La smemorata ha una storia particolare e come molti personaggi dei miei libri ha una base di verità. Un giorno passeggiavo per le vie del mio rione e ho incrociato una donna, distinta, sulla settantina, che scrutava quasi con stupore l’agglomerato delle case che compone il cosiddetto rione nuovo: il Rione Ascarelli.
Mi ha dato l’impressione di essere una donna che cercava di carpire alcuni particolari, come se volesse ricordare qualcosa, come se fosse alla ricerca di qualcosa che le facesse capire dove si trovava.
Le sono passato davanti e dopo qualche metro mi sono fermato ad osservarla: era perfetta, era il mio personaggio, l’anello di congiunzione tra le opere di Ferrante e quello che avevamo in mente io e Francesco Russo, co-autore de I luoghi dell’amica geniale.
Il racconto della smemorata è venuto fuori di getto, era l’anello mancante, il raccordo per presentare il nostro rione, non con gli occhi di chi lo ha vissuto di passaggio o per qualche periodo, ma da qualcuno che conosceva profondamente il quartiere dagli anni ’30. In questo mio padre, classe ’25, scomparso lo scorso novembre, ci ha molto agevolato».
Qual è stato il suo intento nel raccontare la storia del Rione Luzzatti?
«Lo scopo è stato quello di fare chiarezza su un quartiere ed una popolazione che dai racconti di Ferrante e, in seguito, dalla serie tv, usciva con le ossa rotte: si racconta la miseria di un quartiere del dopoguerra, generalizzando il malaffare. L’intento è stato quello di raccontare il vero Rione Luzzatti, la vera popolazione, le origini, la gente che ancora lo popola e fare dei paralleli, soprattutto ne La smemorata dei luoghi geniali con personaggi realmente esistiti e con fatti realmente accaduti».
Ci parli del terrapieno, luogo misterioso nominato nei bestseller della Ferrante
«Il terrapieno non è altro che un cumulo di macerie. Nel dopoguerra si decise di sacrificare il campo Ascarelli, danneggiato ma non del tutto distrutto dai bombardamenti, così come la piscina XXVIII ottobre che era adiacente, per far posto alle macerie di una intera città. Su quelle suppellettili si insediarono poi derelitti, vagabondi e senza tetto: gente disperata e affamata dalla guerra, che cercava tra quelle macerie di ricostruire un posto da poter chiamare casa. Questo, in seguito, portò la delinquenza in un quartiere che era tutt’altro che malfamato».
La biblioteca Andreoli, è il teatro in cui si svolgono le gare di lettura, ne L’Amica Geniale
«La Biblioteca Popolare Circolante del professor Collina era uno dei pochi posti protetti del quartiere. Era ed è ancora per certi versi il posto di aggregazione della cultura nel rione Luzzatti.
È nata per intuizione del professor Agostino Collina che capì l’esigenza dei giovani del quartiere nel dopoguerra: riuscire a dare un luogo sicuro, dove poter studiare approfondire e ancor di più combattere la dispersione scolastica con corsi di recupero per quei ragazzi che erano costretti loro malgrado, a lavorare per sostenere la famiglia. Un vero punto di riferimento per l’intero rione».
Com’è nata l’idea del secondo libro?
«La smemorata aveva ancora tanto da raccontare. Quella donna che scrutava il rione per ricordare, aveva anche la sua storia e i suoi racconti da proporre. La smemorata è la voce del rione che pian piano ha ricordato fatti e personaggi citati ne L’amica geniale. Rafilina ‘a pazza ha messo insieme i pezzi di tanti racconti veri, di tante verità oggettive raccontate da chi si è riconosciuto nei libri famosi e nella serie tv, da chi ha fatto in maniera precisa le stesse scelte dei personaggi ferrantiani. La smemorata, Rafilina ‘a pazza, è il Rione Luzzatti».
Chi è l’utente tipo dei tour che organizza? Ci dia qualche anticipazione
«Anche prima della messa in onda della prima stagione della serie tv L’amica geniale, i visitatori erano soprattutto lettori stranieri ed appassionati della tetralogia: arrivavano nel rione e li intercettavo perché scrivevo i miei libri nella Biblioteca Andreoli.
Il più delle volte mi ritrovavo a parlare per ore passeggiando con loro e spiegando i luoghi che erano presenti nei libri e quelli che non ci sono più. Poi c’è stato un vero e proprio boom all’indomani della serie tv.
Prima della pandemia avevamo avuto anche la Regione Campania, che grazie all’assessore all’istruzione Lucia Fortini, aveva indicato ai dirigenti scolastici di Napoli e provincia la nostra iniziativa.
Il tour, quando riprenderà, avrà un percorso attraverso il quartiere ed una parte teatralizzata scritta per alcune attrici che hanno preso parte alle riprese della serie tv».
Le tappe del percorso: la stazione di Gianturco
I ponti della stazione di Gianturco, capolinea della Linea 2. La metro era il più importante collegamento che il Rione Luzzatti aveva con il resto della città. La fermata di Gianturco è vicina al rione e per giungervi bisogna attraversare dei sottopassaggi. Ne l’Amica Geniale, le protagoniste, come in una sorta di rito di passaggio per diventare grandi, superano il tunnel e imboccano lo stradone che conduce al mare.
Il Rione Luzzatti
Il Rione Luzzatti sorge a Napoli, in via Taddeo da Sessa, nella periferia est di Napoli. Un tempo zona paludosa, venne bonificato su proposta di Emanuele Gianturco. Il rione, costruito tra il 1914 e il 1925, era ed è formato da una serie di parchi, dagli abitanti definiti “cancelli”, coi rispettivi scantinati. Qui, sorgevano anche degli impianti sportivi: una piscina, ma anche il primo stadio del Napoli, la cui costruzione fu finanziata dall’industriale Giorgio Ascarelli.
La biblioteca Andreoli
La biblioteca Andreoli, in via Leonardo Murialdo, 7. È aperta al pubblico dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 19, eccetto ad agosto. In origine era animata dai volumi e dalla forza d’animo del professor Collina, a cui pare sia ispirato il personaggio ferrantiano del Maestro Ferraro. La facciata dell’edificio, oggi, presenta uno dei murales attraverso cui, da qualche anno, si sta riqualificando la zona.
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