Il 31 ottobre è ormai alle porte e con esso è in arrivo la festa più terrificante dell’anno! Halloween è un’usanza tipicamente americana, ma negli ultimi anni è diventata una divertente consuetudine anche in Italia. Infatti, sempre più spesso capita di vedere in giro bambini travestiti da mostro che vanno in giro a chiedere caramelle al grido di “Dolcetto o scherzetto”.

Le sue origini sono celtiche e come simbolo per eccellenza abbiamo la celebre zucca intagliata e illuminata, nota come Jack-O’-Lantern. Nel nostro Paese non mancano le serate a tema Halloween per adulti che non vedono l’ora di divertirsi tra location macabre, mostri e spiritelli in agguato.

La stessa città di Napoli non fa eccezione e nel giorno di Halloween non mancano party, ghost tour, esperienze esoteriche e chi più né, più ne metta. Sarà la vicinanza con la festività dei defunti, ma nel capoluogo partenopeo i riti celtici si fondono a meraviglia con quelli napoletani.

Le origini di Halloween

La parola Halloween sembrerebbe risalire al 1745 ed è di provenienza cristiana. Infatti, dovrebbe derivare dall’espressione inglese All Hallows’ Eve, ovvero vigilia di Ognissanti. Le prime notizie sulla sua celebrazione risalgono all’Alto Medioevo in Paesi del nord Europa come Irlanda ed Inghilterra.

Questo antico rito sarebbe dunque legato al giorno di Ognissanti e alla festa dei martiri che Papa Gregorio III avrebbe spostato al 1° novembre. Nel XIX secolo però alcuni studiosi hanno ipotizzato che la tradizione di Halloween sia stata ispirata da Samhain, una arcaica festività celtica che celebrava la fine dell’estate. L’espressione significava “summer’s end” ed era un rituale che aveva come obiettivo quello di allontanaere la paura per l’arrivo dell’inverno, rendendo grazie alle divinità.

La morte era il tema ricorrente della festa e si riteneva che il 31 ottobre gli spiriti dei defunti potessero ritornare sulla terra per ricongiungersi con il mondo dei vivi. Infatti, Samhain cadeva a cavallo tra due stagioni e in tale giorno il velo che divideva i due mondi diventava più sottile.

In realtà, diversi esponenti del clero nostrano non approvano questo carnevale in salsa horror per le sue radici pagane ed ancora oggi rappresenta un tema molto controverso. Nel corso del tempo Halloween è diventata una consuetudine principalmente commerciale e consumistica e dagli Stati Uniti ha invaso molti altri Paesi, inclusa l’Italia.

Dolcetto o scherzetto a Napoli

Come sappiamo, Halloween è una celebrazione prettamente anglosassone e molti pensano che sia una tradizione tipica soltanto di tali Paesi, ma la ritualità di ragazzi e bambini mascherati che vanno in giro a chiedere dolci è radicata anche nella cultura napoletana.

Infatti, la stessa scrittrice Matilde Serao nel 1904 ci raccontava dell’abitudine dei bambini partenopei di girare con una scatoletta di cartone o di latta con una fessura sopra nel periodo della festa dei defunti. La scatola era chiamata ‘O tavutiello perché somigliava ad una piccola bara e sopra vi disegnavano un teschio e due ossa a croce.

I ragazzini scorrazzavano per la città in gruppi cantando una filastrocca: “Signurì ‘e muorte/ sott ‘â péttola che nce puorte/ e nce puorte ‘e cunfettiélle/ signurì ‘e murticiélle!”. Ci sono poi testimonianze che invece raccontano di un’altra versione della cantilena: “Famme bene, pe’ li muorte: dint’a ‘sta péttula che ‘ce puórte? Passe e ficusecche ‘nce puórte e famme bene, pe’ li muorte”.

In altre parti della provincia di Napoli e del resto della Campania i bambini locali preferivano gridare “cicci muorti”. I cicci non erano altro che chicchi di grano che si facevano bollire e poi ripassati nello zucchero e nel miele per comporre un dolce povero, ma molto buono.

Anche in passato il 31 ottobre era dunque un giorno particolare, durante il quale si lasciavano le tavole apparecchiate e imbandite per dare conforto alle anime dei cari defunti che ritornavano in questo mondo. C’è chi apparecchiava con un posto in più o chi lasciava la tavola pronta dopo cena.

Addirittura, alcune famiglie lasciavano dei secchi pieni d’acqua sotto la finestra per dare da bare a queste anime. In aggiunta, tra Halloween e il 2 novembre si è diffusa la produzione del cosiddetto “torrone dei morti”, delle mattonelle di cioccolato e nocciole che vengono chiamate morticini in quanto hanno la forma di una bara. L’usanza di scambiarsi dolci sarebbe un modo per esorcizzare la paura della morte ed alleviare la tristezza di queste giornate.

Se hai voglia di vivere lo spirito di Halloween nella splendida Napoli puoi approfittare di alcune divertenti esperienze che renderanno questo appuntamento a dir poco indimenticabile!

Per esempio, perché non partecipare a questo affascinante tour delle streghe nel centro storico di Napoli oppure a questa suggestiva Festa delle Lanterne al Lago Fusaro per vivere la magia di Halloween in un bosco inquietante! Che aspetti? Vieni a passare con noi la notte più spaventosa di tutte!