Diversi sono i miti e le leggende di Torre del Greco, località tra il Parco Nazionale del Vesuvio e le acque del Golfo di Napoli. In questa affascinante e antica città vi sono incredibili narrazioni e credenze molto antiche sul conto del suo oro rosso, il corallo, la cui arte trova origini in una leggendaria storia d’amore. Il nome stesso della città proviene da una misteriosa vicenda a metà tra storia e leggenda.

Le origini del nome di Torre del Greco

Vi sono molte ipotesi formulate rispetto alle misteriose origini del nome della città di Torre del Greco. La sua antica denominazione pare provenga da Turris Octava, Ottava Torre, poiché la cittadina si era sviluppata anticamente intorno ad una grandissima e maestosa torre, fatta costruire da Federico II duca di Svevia con lo scopo di avvistare i Saraceni, suoi temutissimi nemici, prima che questi potessero sferrare il loro attacco.

A partire da Napoli, questa costruzione doveva essere l’ottava torre difensiva ma secondo un’altra ipotesi, ottava stava ad indicare il fatto che la torre si trovava a otto miglia di distanza dalla città partenopea.

Secondo la ricostruzione storica di Francesco Balzano, il nome di Torre del Greco, invece, deriva da un prezioso dono fatto da un eremita alla Regina Giovanna. Secondo questa vicenda, l’ignoto viaggiatore portò alla sovrana una particolare uva di origine greca, da cui si produceva un vino talmente dolce e particolare da fare di questa città la produttrice d’eccellenza di un fantastico vino greco.

Tuttavia questa è rimasta una semplice credenza poiché pare che la produzione del particolare vino di Torre del Greco fosse più antica dell’epoca angioina e che non sia stata dunque responsabile delle origini del nome della città, di cui comunque non ci conosce il nesso tra il nome Torre del Greco e il vino prodotto.

L’oro rosso di Torre del Greco

Torre del Greco è da sempre famosa in tutto il mondo per la lavorazione di un particolarissimo materiale: il corallo. Questo, per le sue caratteristiche ha affascinato l’uomo fin dai tempi più antichi, dando vita a credenze, miti e leggende molto particolari. La sua stessa definizione ha creato dubbi nelle menti dei nostri avi che, nonostante sapessero bene la provenienza marina del corallo, non sapevano classificarlo.

Il suo aspetto ricordava quello di una pianta ma la sua durezza era tipica di un minerale ed essendo la dimora di minuscoli polipi filtratori, comprendeva anche un’accezione animale.

Per la sua bellezza, era apprezzato dalle donne di ogni epoca che volevano indossare gioielli e manufatti prodotti a partire da questo prezioso materiale ricavato dai fondali marini.

Le più antiche credenze sul corallo risalgono all’epoca delle prime civiltà che attribuivano a questo materiale poteri magici. Testimonianza di ciò sono la presenza di oggetti o pezzetti di corallo grezzo nelle strutture sepolcrali. Anche in Egitto, l’antica civiltà utilizzava il corallo per costruire scarabei e amuleti protettivi, ritrovati poi nelle piramidi faraoniche. I Romani, invece, così come i Greci, conferivano al corallo poteri terapeutici e curativi.

La leggenda di Medusa

La più antica leggenda, raccontata da Ovidio nelle sue Metamorfosi tratta proprio delle origini del corallo. Si narra che questo prezioso materiale si sia formato dal sangue di una delle tre Gorgoni, Medusa. I tre mostri della mitologia greca, avevano il potere di pietrificare chiunque incontrassero. Delle tre, Medusa era l’unica mortale e fu, infatti, uccisa da Perseo. Quando l’eroe la decapitò recidendole la testa coronata dagli innumerevoli serpenti, le gocce del suo sangue rosso, sgorgando dalla ferita, caddero in mare e si posarono su delle alghe che così vennero pietrificate, trasformandosi in corallo.

La nascita dell’arte del Corallo

Il colore rosso acceso del corallo è anche simbolo di passione e amore, così sulle origini della sua lavorazione non poteva non nascere anche una romantica storia mista ad una leggenda d’amore. La tradizione popolare di Torre del Greco, attribuisce al borghese originario di Genova, Paolo Bartolomeo Martin, la nascita dell’arte della lavorazione del corallo.

Bartolomeo, imprenditore con un gran talento nel lavorare i cammei in corallo, giunse a Torre del Greco in cerca di fortuna dopo aver lasciato Marsiglia a seguito della crisi a causa della Rivoluzione Francese. Un giorno, assorto in una compravendita di corallo al porto incrociò lo sguardo di una ragazza che era la sorella di un pescatore della zona. Illuminata dai raggi del sole e dalla magia dei coralli rossi, la donna fece immediatamente perdere la testa al giovane imprenditore che, follemente innamorato di lei, si trasferì a Torre del Greco dove intraprese l’arte della lavorazione del corallo, prima semplicemente pescato dal popolo della cittadina.