La passione dell’autore di #ProcidaNonDeveMorire per l’isola dei limoni trapela da ogni sua parola. Leggi l’intervista e vieni a curiosare fra i luoghi più amati da Ciro Bruno Linardo.

Si presenti ai lettori di Movery.

Sono Ciro Bruno Linardo. Sono bancario, sindacalista e formatore con una grande passione per gli altri, per i viaggi, per la lettura e per lo sport. Sono padre, figlio, fratello e marito, rigorosamente in quest’ordine.

Dalla lettura del suo libro, si evince l’importanza che ha per lei la lentezza. Ci dica di più.

Vivo a Pozzuoli e, fino a tre anni fa, svolgevo un ruolo itinerante che mi portava a cambiare filiale tutti i giorni. I miei ritmi erano frenetici perché in città la vita gira a mille all’ora. Traffico in tangenziale, ritmi di lavoro incessanti e stressanti, e poi gli impegni familiari classici. Insomma… un delirio!

Poi ho scoperto, al di là del mare, una piccola isola, di soli quattro chilometri quadrati, dove i ritmi sono lenti, la gente cammina anziché correre, spesso si va in giro in bici elettrica e la gente ancora sorride e saluta gli sconosciuti.

Pertanto ho riscoperto il piacere dello slow way of life, dei giusti ritmi, del camminare guardando il fantastico panorama e del fermarsi a chiacchierare con i clienti davanti allo sportello, senza suscitare le ire degli altri.

Parte dell’introito del suo libro “#ProcidaNonDeveMorire” sarà devoluto in beneficenza. Come ha conosciuto la cultura saharawi?

Ho conosciuto questo meraviglioso popolo attraverso la onlus di Napoli “Bambini senza confini” che ospita i bambini saharawi per circa due mesi in estate nell’ambito di un progetto nazionale. Oggi sono tesoriere di questa onlus ed amico del popolo saharawi. Questo ruolo mi regala soddisfazioni enormi e rappresenta una delle cose più belle che ho scelto di fare nella vita. Ne sono profondamente orgoglioso perché quando ci si avvicina a questi progetti di solidarietà lo si fa per dare agli altri, ma presto ci si rende conto che quello che si riceve è esponenzialmente maggiore. Tutto ciò ti riempie il cuore d’amore.

Ha scritto il libro durante il tragitto per andare a lavoro a Procida. Quali pensa che siano i vantaggi e gli svantaggi dello scrivere dallo smartphone?

Ho definito il mio libro un boat book perché questa storia, nata per gioco, è stata interamente scritta durante la lenta e magnifica navigazione della Motonave Macaiva da e per Procida.

Il vantaggio dello scrivere sullo smartphone è l’immediatezza della scrittura e pertanto la storia risulta spontanea e veritiera perché si scrive proprio mentre si osserva un luogo o un fatto. Lo svantaggio è la perdita di sensibilità dei polpastrelli. Li sto cercando su Amazon, ma ancora non li trovo in vendita.

Che vuol dire per lei viaggiare?

Sono un viaggiatore seriale in stand-by forzata causa COVID-19. Non ho vizi e tutto ciò che risparmio lo spendo in esperienze di viaggio. Sono in piena crisi di astinenza perché sono un programmatore in pieno stile Movery. Acquisto la guida mesi prima, programmo il viaggio in completa autonomia (sono stato anche alle Maldive e in Israele organizzando tutto da me). Il mio viaggio comincia già quando acquisto i biglietti aerei, noleggio l’auto e poi leggo la guida e consulto la rete per la sistemazione e i blog o i gruppi sui social per chiedere info in tempo reale agli italiani che vivono nel luogo che ho deciso di visitare, con la mia famiglia.

Viaggio anche per insegnare a mia figlia Lorena a muoversi nel mondo, in questo meraviglioso pianeta ricco di bellezza, per occhi che sanno guardarla…

Da assiduo frequentatore dell’isola, quali sono i 3 luoghi da non perdere a Procida?

Tre luoghi sono pochi però le dico che il mio luogo del cuore in assoluto è la Terrazza dei Cannoni, da cui sentire la voce del silenzio ed ammirare le casette colorate del suggestivo borgo della Corricella.

Poi c’è Terra Murata, il punto più alto dell’isola, da cui scorgere un panorama meraviglioso sul golfo di Napoli e tutto l’orizzonte a Sud che spazia da Punta Campanella a Capri e giunge fino ad Ischia.

Infine vi segnalo il ponte di Vivara che unisce una piccola isola ad un piccolo scoglio che è anche area protetta. Dal ponte si può ammirare il cono vulcanico che delimita il cratere sottomarino. Una vita che esplode da ogni direzione.

Procida è uno stile di vita, non è soltanto un luogo fisico, e pertanto va preservata. Il mio motto è “non dite al mondo che esiste Procida, ma soprattutto non dite a Procida che esiste il mondo”.