2h
English, Italiano
Illimitato
Dimora storica
Adatto ai bambini
Adatto alle coppie
Animali ammessi
Parcheggio disponibile
Senza barriere
Supporti in lingua
Biglietto intero 17 €
Giardino romantico ingresso gratuito
Giardino Pensile (ingresso con guida) 2 € da acquistare in sede
Ridotto 8 € per i cittadini tra i 18 e i 25 anni e per i docenti,
Ingresso 3,50 € per under 18
Ogni prima domenica del mese l'ingresso è gratuito per tutti (non al giardino pensile)
L'acquisto del ticket include l'ingresso al Palazzo e la visita alla Galleria del Tempo
Il costo per il tour guidato condiviso è di 190 €, durata circa 2 ore, da 1 a 20 persone
Cancellazione effettuabile fino a 24/72 ore prima della data e ora della prenotazione. In caso di no show si perde il 50% dell'importo dovuto
Il Palazzo è aperto dalle 9:00 alle 20:00, la biglietteria chiude alle 19:00
Il Palazzo è chiuso il mercoledì
La Galleria del Tempo è aperta dalle 9:00 alle 19:00 (ultimo ingresso 18:00)
Il ticket per l'accesso al palazzo è acquistabile online sul sito ufficiale
Il Giardino Romantico è aperto dalle 9:00 alle 20:00 (da maggio ad agosto). Da novembre a gennaio chiude alle 16:30, febbraio 17:30, a marzo e ottobre alle 18:00, aprile e settembre 19:00
È permesso l'accesso ai cani solo se si è muniti di paletta, guinzaglio e museruola
È vietato calpestare i prati
Il Giardino pensile (in caso di accesso senza guida) è aperto lunedì, martedì, giovedì e venerdì alle 13:00 e alle 15:15, il sabato alle 13:00 e alle 14:30, la domenica alle 15:15. La visita dura 15 minuti.
Costruito per accogliere il Re Filippo III, il Palazzo Reale di Napoli fu realizzato da Domenico Fontana nel 1600 su commissione del vicerè Fernando Ruiz de Castro. Il Re rimandò poi la sua visita a Napoli ma nel frattempo era stato costruito uno dei più importanti monumenti di Napoli, consegnato in soli due anni, seppur non completamente finito.
Il Palazzo si erge imponente a Piazza del Plebiscito, anch’essa simbolo dell’antica Parthènope, tra altrettanto importanti edifici come la Basilica di San Francesco di Paola, il Palazzo della Prefettura e il Teatro San Carlo.
Insieme alla Reggia di Caserta, Capodimonte e la Reggia di Portici, Palazzo Reale è una delle quattro residenze dei Borbone a Napoli durante il Regno delle Due Sicilie, divenuto tale per volontà di Carlo di Borbone nel 1734. Nel 700 il progetto fu arricchito da Luigi Vanvitelli che, a causa di problemi di staticità fu costretto a chiudere in modo alterno gli archi della facciata.
Nel 1837 l’edificio venne quasi completamente distrutto da un incendio e fu restaurato da Gaetano Genovese che realizzò lo Scalone d’Onore marmoreo, il giardino pensile, il cortile del belvedere e aggiunse l’ala che oggi ospita la Biblioteca Nazionale di Napoli a cui si accede gratuitamente da Piazza Trieste e Trento.
Oggi le sale più antiche fanno parte del Museo dell’Appartamento storico che comprende il teatro di corte, la sala degli ambasciatori, la sala del trono, la sala d’Ercole, la sala di Maria Cristina di Savoia e la Cappella palatina dedicata all’Assunta. Qui è possibile ammirare grandi capolavori pittorici di Guercino, Andrea Vaccaro, Mattia Preti, Massimo Stanzione, Francesco de Mura, Battistello Caracciolo, Luca Giordano, Filippo e Nicola Palizzi e Consalvo Carelli.
L’ingresso del palazzo si trova a Piazza Plebiscito. Lungo la facciata è possibile ammirare le statue degli otto Re di Napoli volute dal Re Umberto I di Savoia nel 1888: da sinistra verso destra rispettivamente: Ruggero il Normanno, primo vero re di Napoli, Federico II di Svevia, Carlo I d’Angiò, Alfonso V d’Aragona, Carlo V d’Asburgo, Carlo III di Spagna, Gioacchino Murat ed infine Vittorio Emanuele II, la più grande aggiunta stesso da Vittorio Emanuele II che però fu re d’Italia e mai di Napoli.
Si narra che nella stanze di aggiri ancora il fantasma di Principe Carlo III, fratello di Ferdinando II di Napoli, in cerca della giustizia e gli averi che gli furono negati. Il giovane nobile, invaghitosi di una turista irlandese di nome Penelope Smith, nonostante la differenza di rango, cominciò una corte spietata e chiese al fratello il permesso di sposarla. Quando Ferdinando gli negò di realizzare il suo desiderio d’amore Carlo scappò con la sua amata nonostante le richieste del fratello per rimanere.
Ferdinando così firmò un decreto dove stabiliva che qualunque membro della famiglia reale non poteva uscire dal regno senza il suo permesso, pena la perdita dei propri averi e nessun matrimonio sarebbe stato valido senza il suo consenso.
Carlo nonostante tutto sposò Penelope ritrovandosi in esilio e senza denaro e i suoi figli non ebbero mai alcun riconoscimento reale.