A partire da: 0 a persona
40minuti
Deutsch, English, Espanol, Francais, Italiano
Illimitato
Villa o Palazzo
Adatto ai bambini
Adatto alle coppie
Animali ammessi
Parcheggio disponibile
Senza barriere
Supporti in lingua
Ingresso gratuito ogni prima domenica del mese
Il costo del biglietto intero è di 7 €
Il costo del biglietto ridotto è di 4 € (over 65)
Il biglietto è gratuito per (under 18, clienti gruppo Intesa Sanpaolo e scolaresche)
Il museo si trova in via Toledo, 177
Dal martedì a venerdì il museo è aperto dalle ore 10:00 alle 19.00
Il sabato e domenica è aperto dalle ore 10:00 alle 20:00
Il lunedì il museo è chiuso
Ultimo ingresso un'ora prima della chiusura
Tra le vie storiche del centro di Napoli, in Via Toledo sorge un bel palazzo monumentale: Palazzo Zevallos Stigliano. Il nome deriva dal suo primo proprietario, Giovanni Zevallos, anche se il palazzo è appartenuto nel tempo anche a molti altri proprietari, fino all’acquisizione del palazzo da parte del gruppo Intesa San Paolo.
Il Palazzo ospita l’omonima Galleria museale ove sono esposte numerose opere di pittori provenienti dalla Scuola Napoletana, dalla Scuola di Posillipo e Resina. Sculture, disegni a matita e a carboncino di Vincenzo Gemito sono le opere di acquisizione più recente, ma spicca tra tutte l’ultima opera di Caravaggio: “il Martirio di Sant’Orsola” del 1610.
Palazzo Zevallos Stigliano è uno dei maggiori palazzi monumentali di Napoli. Eretto su una delle vie più popolate e animate del centro storico, ospita una preziosa Galleria museale di proprietà dell’Intesa San Paolo, che consta di opere d’arte di eccezionale bellezza.
Austero e imponente, già dall’ingresso si è travolti da una particolare suggestione nel visitare questo imperdibile palazzo. Il suo portale bugnato in marmi e piperno di Cosimo Fanzago è davvero maestoso e permette l’accesso ad un ampio salone d’ingresso. Il salone, di Luigi Platani, presenta un soffitto vetrato da cui penetra una particolare luce che avvolge il visitatore. Alla destra della grande sala, uno scalone d’onore monumentale, decorato con grandi lampade e stucchi dorati di gusto ottocentesco, conduce al piano superiore. Questo, denominato Piano nobile, è arricchito dalla presenza di lampade in stile Liberty mentre al centro della sua grande volta, si può ammirare l’”Apoteosi di Saffo” di G. Cammarano. Le pareti sono invece dipinte a tempera da Gennaro Maldarelli, stretto collaboratore del Cammarano.
Un luogo davvero molto suggestivo arricchito da eleganti decorazioni pittoriche in ogni angolo del museo. Incanta i suoi visitatori e li lascia ammaliati dalla grandezza delle opere artistiche esposte nelle sue colorate sale.
Lo scalone monumentale conduce al Piano nobile dove sono esposte le gallerie gallerie museali appartenenti al suo odierno proprietario, l’Intesa San Paolo, con circa 120 opere tra cui pitture, disegni e sculture. Le gallerie sono ospitate in sale dai colori incredibili.
La Sala degli Amorini stupisce con le sue decorazioni di fine Ottocento. Successivamente si accede alla Sala della natura morta subito seguita dalla Sala degli Uccelli, anch’essa decorata con motivi floreali e animali e dove è possibile ammirare alcune vedute napoletane. La Sala Pompeiana, invece, prende il nome dai soggetti classici, rappresentati nelle decorazioni a tempera che caratterizzano questo spazio. La verdeggiante Sala della Fedeltà è chiamata così poiché sulla sua volta vi è una rappresentazione pittorica della virtù. Infine l’ultima sala è quella di Luca Giordano e Francesco De Mura. Nella Sala degli Stucchi, invece, è forse la più rappresentativa delle sale poiché in questa è esposto il celebre “Martirio di Sant’Orsola” di Caravaggio.
Il 13 dicembre 1898 inizia il penultimo capitolo della storia del palazzo quando la Banca Commerciale Italiana acquistò il primo piano nobile e gli altri locali di proprietà dei Forquet.
Alla fine del ‘900 iniziarono i lavori di restauro che trasformarono drasticamente il volto dell’edificio: il cortile del palazzo divenne un grande salone con eleganti vetri policromi e decorazioni in stile floreale; il piano ammezzato fu arricchito da balconate in stile Liberty; infine fu eretto un imponente scalone d’onore in marmo per condurre ai piani superiori.
Oggi le Gallerie d’Italia di Napoli espongono numerose opere databili dagli esordi del Seicento fino ai primi anni del Novecento.
Passiamo velocemente agli anni 2000: oggi le Gallerie d’Italia di Napoli espongono oltre 120 opere che permettono di ripercorrere le vicende salienti delle arti figurative in città, dagli esordi del Seicento fino ai primi anni del Novecento.
Mostre ed eventi vengono organizzate continuamente all’interno del Palazzo Zevallos. Le Gallerie d’Italia. di cui fa parte Palazzo Zevallos Stigliano, si impegnano in attività rivolte a persone con disabilità e pubblici con speciali bisogni cognitivi e sociali. Percorsi rivolti all’accessibilità sono adeguati ai particolari bisogni di tutti gli utenti.
Dal 2015 sono a disposizione presso la biglietteria del museo libri tattili con tavole a rilievo e brevi schede didattiche in Braille, per permettere ai visitatori di esplorare autonomamente gran parte della collezione, mentre nel 2018 le sale sono state arricchite di riproduzioni tridimensionali di tre busti scultorei di Vincenzo Gemito. È possibile prenotare un percorso guidato dedicato a ciechi e ipovedenti ed è attivo un servizio di visite guidate in Lingua Italiana dei Segni, a conclusione di un importante percorso formativo che ha coinvolto l’Ente Nazionale Sordi.
Dopo la partecipazione alla scorsa edizione del 2017, le Gallerie d’Italia – Palazzo Zevallos Stigliano rinnovano la loro adesione alla Biennale ArteInsieme – cultura e culture senza barriere 2019, promossa dal Museo Tattile Statale Omero.
Il primo proprietario di Palazzo Zevallos Stigliano fu un mercante spagnolo: Giovanni Zevallos che nel 1639 affidò la realizzazione della sua nuova casa all’architetto e ingegnere reale, Bartolomeo Picchiatti. Il Palazzo deve tutt’oggi il suo nome al mercante spagnolo.
Nel corso del 1647, l’edificio venne preso d’assalto e dato alle fiamme. Inoltre i debiti contratti dai Zevallos li costrinsero a vendere la loro dimora ai mercanti Vandeneynden. Fu grazie a questa famiglia che ebbe inizio una delle maggiori raccolte napoletane del XVII secolo, nel palazzo di via Toledo. Inoltre furono eseguiti dall’architetto certosino Bonaventura Presti, i lavori del magnifico portale bugnato, con i suoi bei giochi cromatici del piperno accostato ai marmi color avorio.
Nel 1688 Giovanna ed Elisabetta Vandeneynden, sposarono rispettivamente Giuliano Colonna e Carlo Carafa di Belvedere e la proprietà passò ai Colonna di Stigliano. La residenza fu al centro della vita aristocratica cittadina, accogliendo spesso la nobiltà napoletana e la stessa famiglia vicereale.
Nel 1831 la principessa di Stigliano, Donna Cecilia Ruffo mise in vendita il palazzo.
Donna Cecilia tenne per sé il secondo piano nobile, il banchiere Carlo Forquet occupò il primo piano nobile e il cavaliere Ottavio de Piccolellis unì in un unico appartamento due alloggi prima separati al piano ammezzato.
Il 13 dicembre 1898 Banca Commerciale Italiana acquistò il primo piano nobile e gli altri locali di proprietà dei Forquet.
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