A partire da: 0 a persona
30minuti
English, Italiano
Illimitato
Parco archeologico
Adatto ai bambini
Adatto alle coppie
Animali ammessi
Parcheggio disponibile
Senza barriere
Supporti in lingua
Gli orari di ingresso nel mese di Ottobre, Novembre, Marzo, Aprile sono dalle ore 10:00 alle 17:00
Gli orari di ingresso nel mese di Dicembre, Gennaio, Febbraio: dalle 10:00 alle 15:00
Gli orari di ingresso di mattina nel mese di maggio, giugno, luglio, agosto e settembre sono dalle ore 9:00 - 13:00 e il pomeriggio dalle 14:00 alle 18:00
In caso di allerta meteo diramata dalla Protezione Civile della Regione Campania, il Parco resterà chiuso al pubblico
È possibile prenotare un tour con una guida turistica privata chiamando il servizio di assistenza di Movery al numero 351.5585067
Ingresso gratuito su prenotazione
Un paradiso a due passi da Posillipo, è l’Area Marina Protetta del Parco Sommerso di Gaiola, dal Borgo di Marechiaro fino alla meravigliosa Baia di Trentaremi. Una fusione tra aspetti vulcanologici, biologici e storico archeologici, in uno dei più suggestivi paesaggi costieri del Golfo di Napoli. Le falesie di tufo giallo insieme ai colori della macchia mediterranea regalano scorci di imperdibile bellezza che incantano tutti coloro che passano di qui. Prende il nome dai due isolotti di Gaiola davanti alla costa di Posillipo, uniti tra loro da un ponte, chiamati in latino Cavea per le cavità che caratterizzano la costa che in napoletano è diventato Caviola e poi Gaiola.
La bellezza di questi luoghi stupì popoli a partire dal I secolo a.C. che infatti cominciarono ad insediarsi qui. Furono costruite numerose ville tra cui quella del Pausilypon, che in greco vuole dire “luogo dove finiscono i dolori”, eretta da Publio Vedio Pollione. Con la sua morte nel 15 a.C. divenne Villa Imperiale e occupava gran parte del Parco attuale. Lungo la costa e sotto la superficie marina è possibile ammirare resti di altre ville marittime, cave di tufo, approdi, ninfei e peschiere, diventate sommerse a causa del fenomeno del Bradisismo che caratterizza la zona. L’accesso al parco si trova alla fine dell’omonima Discesa Gaiola.
Durante l’antichità veniva chiamata Euplea, in onore di Venere Euplea protettrice dei naviganti, infatti qui sorgeva anche un tempio a lei dedicato, le cui rovine oggi sono habitat naturale di specie marine. La complessità geomorfologica della zona ha fatto sì che nel corso del tempo si insediassero qui polpi, saraghi, donzelle e nuvole di guarracini tra gorgonie e antiche vestigia. Quest’area marina protetta oggi è un importante sito di ricerca, formazione, divulgazione scientifica ed educazione ambientale. L’area è divisa in due zone, zona A riserva integrale intorno agli isolotti, in cui non è permessa la balneazione, nessun tipo di pesca, immersione, ancoraggio, ormeggio o navigazione che potrebbero rovinare i reperti archeologici, sono invece consentite le visite guidate. Nella zona B riserva generale è invece permesso l’ormeggio, la pesca professionale ma non subacquea o con lenza, immersioni in apnea, navigazione a motore, visite guidate.
Qui è possibile prenotare attività di snorkeling, immersioni per chi è in possesso di brevetto, kayak o semplicemente fare il bagno nelle acque cristalline previa prenotazione per l’accesso alla zona B, l’area di balneazione pubblica. L’area marina protetta offre anche la possibilità di ammirare i fondali con il battello dal fondo trasparente Aquavision, oppure un itinerario via terra all’interno del Parco archeologico-ambientale di Pausilypon, o ancora un intinerario misto via terra e via mare con visita al Parco di Pausilypon, entrata nella Grotta di Seiano e imbarco su Aquavision. All’uscita della Grotta di Seiano si vede il Golfo di Pozzuoli.
Oltre a scorci meravigliosa, la Gaiola è anche sede di un’affascinante e terribile maledizione. Si dice che nelle vicinanze sorgesse la scuola di magia di Virgilio e che per colpa di uno degli allievi del poeta l’isola sia stata maledetta portando sfortuna e morte a tutti coloro che vivevano lì, compreso Pollione, arrivando fino al fondale intriso di magia nera.
Nel 1871 l’isolotto fu acquistato poi da Luigi Negri ma subito rivenduto nell’anno successivo a causa del fallimento della società. Peggiore fu la sorte del proprietario successivo e sua moglie, Hans Braun che fu ritrovato assassinato e avvolto in un tappeto in circostanze misteriose mai chiarite mentre sua moglie annegò qualche mese dopo in mare durante una tempesta per il cedimento del cavo della teleferica che collegava la Gaiola con la terra ferma. Si dice ancora oggi durante i giorni di tempesta si sentano i suoi lamenti. In seguito l’isola fu acquistata da Otto Grunback che morì d’infarto. La bellezza di questo luogo nonostante tutto continuò ad incantare e nel 1950 la Gaiola viene acquistata da Maurice Sandoz, che morì suicida poco dopo aver vissuto nella villa di Pollione, per poi passare a Giovanni Agnelli che la cedette poco dopo a Paul Getty, il cui figlio fu rapito nel 1973. Anche l’ultimo proprietario, Gianpasquale Grappone, fondatore della Lloyd Centauro, poco dopo l’acquisto dell’isola finì in galera pieni di debiti e la moglie morì in un’incidente stradale.
Pare che anche i visitatori occasionali dell’isola non siano immuni da quest’oscura maledizione. Nel 1911 il capitano di vascello Gaspare Albenga si avvicinò alla costa per impressionare la marchesa Boccardi Doria, rimanendo incagliato. Una notte la marchesa Elena Von Parish stava rientrando sull’isola, quando a causa della tempesta un cavo di una teleferica realizzata nel 1926 per collegare l’isola alla terraferma si spezzò colpendo la donna che non fu mai più ritrovata. Gli uomini che la ospitavano si suicidarono per il rimorso di averla condotta in quel luogo maledetto.
Ad oggi, l’isola è disabitata ormai da circa quarant’anni ed è diventata proprietà della Regione Campania, nessuno osa più avventurarsi sfidando la magia nera.
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