Sei alla ricerca di una meta per una gita divertente e vuoi saperne di più sulla fondazione di Napoli et Cuma? Qui, proviamo a darti le informazioni giuste.

Tra gli innumerevoli luoghi magici che la Campanie offre da esplorare, alcuni sono davvero semplici da raggiungere.

Basta informarsi, allacciarsi le scarpe e passeggiare per vedere con occhi nuovi i luoghi della quotidianità, con un pizzico di intraprendenza e di curiosità in più, gli stessi ingredienti ad aver spinto gli antichi Greci ad addentrarsi nelle colonie di Cuma e Napoli, anni e anni fa.

La colonia greca di Cuma

Prima colonia greca d’Italia, la fondazione di Kýmē, che in greco vuol dire “onda”, risale al 740 a. C. Visitare il Parco archeologico degli scavi di Cuma è d’obbligo. I ritrovamenti più antichi risalgono al 720 a.C., ma ogni anno, gli scavi rivelano molte sorprese.

L’area in cui si insediarono i coloni greci era già abitata da popolazioni locali, probabilmente osco-sabelliche, che furono scacciate. I Cumani ubicarono in collina l’acropoli, oggi ancora visitabile, e i suoi edifici religiosi.

Nelle ex camerate dei soldati della fortezza, disposte in sequenza continua su due livelli, la visita comincia con la sezione dedicata a Cuma, situata al secondo livello e composta da ventiquattro sale in cui è illustrata la storia del sito, dall’abitato opico del IX secolo a.C.

Molti dei reperti degli Scavi di Cuma sono conservati al Museo Nazionale di Napoli et le Parco Archeologico dei Campi Flegrei.

Il fiore all’occhiello di Cuma è l’La caverne de Sybil, uno dei due presenti sul territorio flegreo. La galleria fu scoperta nel maggio 1932. L’archeologo Maiuri vi riconobbe il luogo in cui la Sibilla, profetessa del Dio Apollo, riceveva i suoi fedeli e presagiva loro il futuro. Oggi si ritiene che la lunga galleria sia stata scavata per scopi militari.

La Napoli greca, Parthènope e Neapolis

Dopo aver colonizzato Cuma, i Greci si fermarono a Parthènope alla fine dell’VIII secolo a.C.

Fondata sul Mont Echia, non era una città propriamente detta, ma un epineion, cioè una stazione marittima militare e commerciale molto piccola, priva di grandi monumenti. In origine, insomma, Napoli era composta “soltanto” da una rete di strade.

Il Monte Echia è una collina di 60 m d’altezza, a strapiombo sul mare. Verso terra, era isolata da una cupa, una trincea scavata artificialmente, con la sua necropoli sulla collina di fianco. Davanti al Monte Echia c’era una propaggine che prima, probabilmente era unita allo stesso monte. Su questa piccola isola, chiamata isolotto di Megaride, dove oggi sorge il Castel Dell’Ovo, sono state trovate tracce di molti insediamenti, addirittura fenici.

Dopo due secoli, a seguito della vittoria dei Greci sugli Etruschi, i Cumani costruirono una città vera e propria, sul modello di Siracusa, scegliendo proprio l’isolotto di Megaride, con una superficie quadrupla rispetto al Monte Echia, di circa 80 ettari, della stessa altezza, difeso e delimitato da due alvei di acque torrentizie, a oriente e a occidente.

Neapolis, “la città nuova” fu costruita su questa sorta di falsopiano che scende da nord verso sud.

I Decumani e l’agorà

Il piano urbanistico della città è costruito, ancora oggi, sulla viabilità antica. Tre sono le grandi direttrici che dominano il centro storico del capoluogo campano e vengono dette i Decumani. Queste strade, intersecate da vie secondarie in modo da formare un reticolo, furono impostate a quote diverse per digradare progressivamente verso il mare. Un tale tipo di struttura, a gradoni, rende agli abitanti la visione piena del golfo, una visione scenografica della città.

L'agorà di Napoli, piazza principale della polis, corrisponde alla zona dell’attuale Piazza S. Gaetano dove già nel V secolo era situato il tempio dei Dioscuri Castore e Polluce, i figli gemelli di Zeus, divinità venerate dai Cumani.

L’arrivo dei Romani a Napoli

I romani, cominciarono ad essere presenti a Napoli dalla fine del IV secolo, mantenendo inalterato il carattere greco della città fino all’età imperiale avanzata. Napoli fu occupata nel 327-328 a. C. e i legionari rimasero lì in modo da continuare ad avere il controllo del porto. Nel 326, i Romani si stabilirono definitivamente in città, permettendo agli abitanti di mantenere i culti e la lingua.

La Magna Grecia

Cuma e Napoli sono annoverate fra le più antiche città della Magna Graecia. Quando si parla di Magna Grecia, in greco “Megálē Hellás“, si intende l’insieme di colonie fondate nell’Italia Meridionale peninsulare e nella Sicilia orientale tra l’VIII e il VI secolo a.C.

Queste poleis raggiunsero il loro apogeo nel VI secolo a.C. Godevano di indipendenza e autonomia, per questo spesso erano in contrasto fra loro, una rivalità che, col tempo, condurrà a un loro indebolimento e alla loro conquista da parte dei Romani.

La scelta delle colonie

L’espansione della Magna Grecia si sviluppò in due direzioni: verso oriente, nel Mar Nero, e verso occidente, nel Mar Mediterraneo.

Seguendo le orme di Achei e Cretesi, il popolo greco si allontanò dalla propria patria per fondare nuove colonie, spinto da ragioni politiche, economiche, ma anche dalla curiosità, instillata dai racconti omerici.

Prima della partenza, un ecista, vale a dire il capo della spedizione, interrogava l’oracolo di Delfi per avere istruzioni su dove fondare la nuova colonia. Nel frattempo, la madrepatria organizzava la spedizione e forniva navi, cibo, ingegneri e architetti.

Grazie al ritrovamento di manufatti greci di periodi anteriori all’VIII secolo a.C., sappiamo che i luoghi prescelti per la fondazione dovevano essere situati nei pressi di punti di riferimento. Dopo una frequentazione di tipo commerciale delle zone interessate e prima della fondazione della colonia, alcuni venivano inviati prima per osservare la potenziale nuova colonia. Le nuove città davano un’opportunità di vita migliore ai coloni in zone vicine ai corsi d’acqua, pianure fertili, con un clima simile a quello della madrepatria.

Così ha avuto luogo la fondazione di Napoli e Cuma.

La struttura delle poleis

Una volta fondata la colonia, venivano costruite le mura difensive della polis. Le terre venivano spartite e affidate ai coloni; venivano edificati i templi, ma come nel caso di Cuma, i nuovi arrivati dovevano anche fare i conti con le popolazioni italiche del posto. Ogni città presentava un’acropoli, o “città alta”, ospitante spazi riservati alle cerimonie religiose e ai sacrifici e una “città bassa”, con disposizione irregolare e strade strette. In questo senso, come abbiamo evidenziato in precedenza, sia Cuma che Napoli ricalcano il modello greco.

Insomma, visitare Napoli e Cuma può diventare una meravigliosa full immersion nella storia greca e romana.