Per comprendere l’importanza della Festa dei Morti per la città di Napoli è sufficiente citare i primi versi della poesia di Totò, ‘A livella:

“Ogn’anno, il due novembre, c’è l’usanza per i defunti andare al Cimitero. Ognuno ll’adda fà chesta crianza; ognuno adda tené chistu penziero.”

Nella sua opera Totò prova a raccontare che cosa avviene a Napoli in occasione della commemorazione dei defunti, quando tutti si recano ai cimiteri per poter rendere omaggio ai cari che non ci sono più.

Ogni 2 novembre il capoluogo si prepara con cura per celebrare questa ricorrenza così sentita, nella quale sacro e profano si mescolano. Da sempre i napoletani riservano un posto speciale al ricordo dei defunti. Basti pensare al macabro rituale del culto delle anime pezzentelle e a tutta una serie di tradizioni che cercano di preservare il legame con l’aldilà.

Il culto dei morti nella città partenopea

Il culto dei defunti nel sud Italia è un’usanza profondamente radicata che ha origini molto antiche. Nella Neapolis costruita dai Greci il lunedì si celebravano i culti dedicati alla dea Ecate, la divinità che era in grado di mettere in comunicazione i morti e i vivi. La festa per la commemorazione dei defunti è stata ufficialmente istituita solo nel XIV secolo dalla Chiesa Cattolica ed era denominata Anniversarium Omnium Animarum.

Per molte persone ancora oggi il lunedì è il giorno da dedicare alla visita alle anime del purgatorio. Si tratta del celebre culto delle anime pezzentelle, oggi più in disuso, ma ancora praticato in alcune chiese come San Pietro ad Aram, Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco, Santa Luciella ai Librai, Sant’Agostino alla Zecca e il famoso Cimitero delle Fontanelle.

Prima che fossero istituiti i cimiteri agli inizi dell’Ottocento, i morti a Napoli venivano sepolti nelle chiese, nelle cappelle di famiglia, negli ipogei sotterranei oppure nelle fosse comuni. La peste che ha colpito la città nei primi anni del Seicento ha decimato due terzi della popolazione locale e nei secoli gli abitanti hanno iniziato a prendersi cura delle povere anime di queste persone sfortunate.

L’aggettivo pezzentelle si riferiva al fatto che si trattava di gente povera o senza famiglia e alcune famiglie napoletane adottavano un teschio e lo curavano come se fosse stato un proprio caro. Spesso intorno al teschio si costruiva un piccolo altarino o si poneva una scatola di cartone intorno. I napoletani pregavano per queste anime affinché raggiungessero il Paradiso e gli chiedevano anche numeri da giocare al lotto oppure una grazia.

I riti napoletani per celebrare la Festa dei Morti

I rituali per la Festa dei Morti cominciano già la sera del 31 ottobre, quando molte famiglie accendono un lumino al tramonto per metterlo fuori dalla finestra oppure lasciano un posto apparecchiato a tavola.

C’è anche chi lascia un secchio d’acqua sotto la finestra per dare ristoro alle anime dei defunti. Tutti queste superstizioni servono ad indicare la strada del ritorno alle anime dei cari e ad alleviare le loro sofferenze. Il 31 ottobre poi i bambini se ne andavano in giro con una cassetta di latta o cartone che ricordava una bara per chiedere dolcetti ai passanti al grido di “Cicci Muorti”, espressione che si riferiva ad un dolce povero fatto di chicchi di grano.

Una volta anche le chiese restavano aperte in questa notte, in modo che i defunti potessero assistere ancora alla liturgia. Invece la mattina del 2 novembre è usanza recarsi ai cimiteri di Napoli per rendere omaggio alla memoria dei familiari non più su questa terra portando loro fiori, piante o luci votive. Tra i viali alberati si svolge un silenzioso e sentito “struscio” di persone che vogliono mantenere viva la memoria di color che non ci sono più.

Nel periodo della Festa dei Morti non mancano le tradizioni culinarie tipiche di questi giorni. Per esempio, non può mai mancare la zuppa di soffritto oppure gli involtini di fegatini con alloro. Questi due piatti sono a base di frattaglie di maiale e sembrerebbero derivare dall’usanza di nutrirsi delle interiora degli animali sacrificati per il rito dei refrigeria, il pasto che si svolgeva sulla tomba del defunto.

Si è poi soliti consumare la melagrana, il frutto legato al mito di Persefone, la dea dell’oltretomba sposa di Ade che per averne assaggiato un chicco è stata condannata a restare nel regno dei morti. Il prodotto però più diffuso che si mangia per la ricorrenza del 2 novembre è il cosiddetto “torrone dei morti”, da non confondere con il classico torrone duro a base miele e mandorle.

Il torrone dei morti è morbido ed ha la forma di un mattone rettangolare che dovrebbe ricordare una piccola bara. Per questo è anche noto come o’ murticiello. È composto da cioccolato e nocciole intere, ma le pasticcerie napoletane stanno proponendo gusti alternativi a base di caffè, cioccolato bianco, pistacchio, caramello e molti altri ingredienti.

Infine, per le strade di Napoli si può acquistare un bel cuppetiello di ammennole atterrate, cioè un cartoccio con mandorle caramellate chiamate così perché per la loro preparazione sono letteralmente sommerse di zucchero.

Cosa fare a Napoli il 2 novembre

Ti trovi a Napoli nel giorno della Festa dei Morti e ti piacerebbe vivere qualche esperienza per calarti nell’atmosfera di questo periodo così particolare? Nessun problema. Per te abbiamo pensato ad alcune attività in giro per la città che ti permetteranno di conoscerne la storia e apprezzarne il suo fascino così misterioso.

Per esempio, perché non regalarti un bel ghost tour notturno nel centro storico? In compagnia di una guida esperta, potrai andare a caccia di fantasmi con veri strumenti per la rilevazione di fenomeni paranormali. Partirai da Piazza del Gesù per proseguire verso Piazza San Domenico Maggiore e il Campanile della Pietrasanta.

Altrettanto interessante è questo tour di Napoli esoterica, grazie al quale avrai modo di approfondire la conoscenza della parte più magica e occulta di Napoli. Potrai ammirare meravigliosi monumenti e palazzi ricchi di simboli alchemici ed esoterici che ti porteranno indietro nel tempo.

Il percorso prevede 11 tappe e si snoda attraverso alcuni luoghi iconici quali Piazza del Gesù, il Monastero di Santa Chiara, Piazza San Domenico Maggiore, la Cappella Sansevero, il Palazzo del Diavolo e Santa Maria La Nova, dove sarebbe ospitata la tomba di Dracula.

Per finire, puoi sempre optare per questo tour delle streghe nel centro storico di Napoli. Questa suggestiva esperienza prende il via ogni sabato nel tardo pomeriggio e per 2 ore ti mostrerà diversi posti legati al mondo della stregoneria. Visiterai la Basilica di San Domenico Maggiore, il Museo delle Torture, Piazza San Gaetano e la Basilica della Pietrasanta.

Che aspetti ad acquistare il tuo biglietto? Vieni a trascorrere il 2 novembre con noi!