Con i primi freschi della stagione, generalmente tra settembre e ottobre, comincia anche il momento della vendemmia, ovvero la raccolta dell’uva per la produzione del vino. Quella della vendemmia è una delle usanze più arcaiche del mondo che in passato scandiva i ritmi della società rurale e agricola delle campagne.

In questa fase dell’anno l’uva dei vigneti è finalmente matura e può essere raccolta per dare inizio al processo di vinificazione che consente di trasformare il mosto in vino. Prima però di arrivare al prodotto imbottigliato, c’è tutto un immenso e duro lavoro che necessita di tempo, dedizione e conoscenza tecnica approfondita.

Il rito della vendemmia ancora oggi conserva il suo fascino ed un certo valore storico e culturale. Infatti, questo evento così sentito coinvolgeva tutta la famiglia che si trovava a lavorare nei campi per tutto il mese di settembre o ottobre.

Nel tempo i processi produttivi sono cambiati grazie al progresso tecnologico, ma lo spirito e la passione sono rimasti immutati. Non a caso la vendemmia è la festa per eccellenza che conclude intense settimane di fatica.

Le origini della vendemmia

Le prime testimonianze sulla vendemmia sembrerebbero risalire a oltre 10.000 anni fa nella regione della Mezzaluna Fertile, l’attuale Medio Oriente. In questa zona la raccolta dell’uva era parte integrante di una cerimonia religiosa per ringraziare le divinità per i frutti donati dalla terra agli uomini.

Da allora l’abitudine di coltivare la vite si è estesa al Mediterraneo e ad ogni angolo del mondo, rendendo il vino una delle più diffuse bevande alcoliche. Settembre è diventato il mese della vendemmia per antonomasia, quando i grappoli di uva sono pronti per essere raccolti.

Il rituale della vendemmia era un momento di condivisione familiare e scambio culturale e già in epoca romana la raccolta dell’uva prevedeva delle feste che indicavano l’inizio e la conclusione del periodo di vinificazione.

Per esempio, il 19 agosto si svolgevano le Vinalia Rustica, festività celebrata per richiedere la protezione dei grappoli che maturavano sulle viti. Si eseguivano riti propiziatori per allontanare gli eventi avversi che potevano compromettere la vendemmia e si sacrificava un agnello a Giove per ricevere in cambio un raccolto abbondante.

Invece l’11 ottobre si festeggiavano le Meditrinalia a conclusione dei lavori di raccolta dell’uva. Il vino nuovo, o per meglio dire il mosto, si mescolava al vino vecchio per aumentarne la gradazione alcolica e impedire che il vino nuovo andasse a male nei dolia, grandi contenitori di terracotta. Infine, il 23 aprile era la volta delle Vinalia Prioria, eventi in cui si spillava il vino nuovo dai dolia e si assaggiava la bevanda per la prima volta.

Come avviene la vendemmia

La parola vendemmia sta ad indicare il procedimento di raccolta delle uve da destinare alla vinificazione. I frutti diventeranno mosto e grazie alla fermentazione alcolica, si trasformeranno in vino. Il processo di produzione dei vini richiede profonda dedizione, studio e amore, tanto che si è calcolato che per ogni vite sono necessari 4 anni prima che possa produrre frutti adatti alla vendemmia.

Ma quando avviene precisamente la vendemmia? La risposta appare scontata, ma non è sempre così. Infatti, il clima ha il potere di influenzare lo sviluppo dei vigneti e quindi anche le fasi della vendemmia che possono svolgersi in anticipo oppure in ritardo. Questo perché si può vendemmiare soltanto quando l’uva è matura, cioè quando il rapporto tra zuccheri e acidi degli acini è al punto ideale.

Solitamente il momento della vendemmia cade tra la fine di agosto e novembre, dividendosi poi in 3 periodi precisi: agosto/settembre, settembre/ottobre e ottobre/novembre. Capire quando l’uva è matura richiede una grande professionalità in quanto ogni uva può essere valutata con metodi e tecniche differenti.

Il primo step della vendemmia riguarda la raccolta dell’uva che deve essere selezionata nelle ore più fresche e non deve essere vendemmiata da bagnata. Devono essere scartati gli acini rovinati, prelevando solamente quelli sani e privi di muffe. Per raccogliere l’uva si può ricorrere alla vendemmia manuale oppure meccanica.

La tecnica manuale è eseguita a mano da lavoratori che scelgono i grappoli idonei tagliandoli con forbici specifiche. È una modalità più costosa, ma si avrà una perfetta scelta delle uve. Invece la vendemmia meccanica prevede l’utilizzo di macchine apposte che scuotono la vite per far cadere i grappoli. Tale sistema è più rapido e meno costoso, ma con un grado di selezione inferiore.

La seconda fase della vendemmia è la pigiatura degli acini per produrre il mosto. I chicchi vengono compressi per far uscire il liquido interno che in questo momento è composto per l’80% da polpa. Una volta la pigiatura veniva fatta a piedi nudi dai membri delle famiglie, mentre oggi avviene tramite macchinari specifici.

La terza fase del procedimento di vinificazione è la fermentazione, ovvero il passaggio che consente all’uva di diventare vino. Avviene dentro grandi vasche a temperatura controllata che in genere è compresa tra 16°C e 20 °C per le uve bianche e 25°C e 30°C per le uve rosse. Conclusa la fermentazione alcolica, il vino dovrà subire altri step di rifermentazione e invecchiamento, prima di essere filtrato e infine imbottigliato.

Tante esperienze per celebrare la vendemmia

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