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La città di Napoli è da sempre nota per la sua ricchezza culturale ma anche per le sue memorabili storie.
L’illustre narratore di quella che vi raccontiamo qui è Benedetto Croce, che la inserì nel libro Storie e leggende napoletane ma ne ha parlato anche Loise de Rosa, uno dei cronisti che prestò servizio per molte case nobiliari e raccolse tutte le sue memorie in un libro intitolato Ricordi.
L’incontro di Lucrezia D’Alagno e re Alfonso V
Tra leggende, misteri, e avvenimenti affascinanti, questa storia d’amore è sicuramente degna di nota.
Il 23 giugno 1448 si celebrava la festa di Giovanni Battista, che cadeva il giorno del solstizio d’estate. In questa occasione le giovani donne portavano in dono una piantina d’orzo al proprio amato e nel caso l’interesse fosse corrisposto, quest’ultimo avrebbe dovuto ricambiare con un dono. Si dice che le giovani per far invaghire i loro innamorati usassero delle erbe speciali.
Secondo la leggenda, l’incontro tra Lucrezia e re Alfonso, detto anche il Magnanimo, avvenne proprio in questa notte magica.
Quando Re Alfonso passò con il corteo a Napoli, la giovane Lucrezia gli offrì una piantina d’orzo. Il Re, per ricambiare il gesto le porse una manciata di alfonsini, monete d’oro chiamate così per la figura del re che vi era impressa.
Lucrezia ne prese solo uno e sorridendo disse che d’Alfonso gliene bastava solo uno. Fu così che scattò il colpo di fulmine.
La storia d’amore tra Lucrezia d’Alagno e Alfonso V d’Aragona, ha luogo nella Napoli del 1400.
La storia d’amore
Stupito dalla bellezza della fanciulla, la sera della festa, re Alfonso persuase Lucrezia a stare accanto a lui nel corteo reale, che era diretto verso la Chiesa di San Giovanni a Mare, vicino al porto. Durante il tragitto discussero di poesia, filosofia ma anche di letteratura e storia.
Il giorno seguente, il re, che era in visita a Torre del Greco, la rivide affacciata alla finestra dell’orto del padre e la invitò alla sfarzosa festa che aveva organizzato al Castello Aragonese di Torre del Greco.
Lucrezia d’Alagno si era da poco trasferita a Torre del Greco poiché il padre aveva ereditato un terreno.
Nata nel 1430 da Cola d’Alagno e Covella Toraldo, Lucrezia d’Alagno aveva nobili origini amalfitane. Il padre di Lucrezia era il primo feudatario del Casale di Torre dell’Annunciata (Torre Annunziata), signore di Roccarainola, nonché Capitano di giustizia di Torre del Greco.
Il Re Alfonso V per poter stare vicino alla fanciulla trasferì dunque la sua corte per un periodo a Torre del Greco,facendo ristrutturare il Castello Aragonese, luogo in cui soggiornò.
Oggi il Castello Aragonese è conosciuto come Palazzo Baronale ed è la sede del comune di Torre del Greco.
Nonostante fossero divisi già da anni, Re Alfonso V era il coniuge di Maria di Castiglia, in quel momento ubicata in Spagna ma nonostante questo portò avanti la relazione con Lucrezia, che partecipava anche alle feste di corte. La giovane usò tuttavia l’amore di re Alfonso anche per ottenere ricchezze e favori.
Riuscì ad aiutare i familiari che ottennero privilegi, titoli nobiliari e feudi. Lucrezia stessa ottenne le proprietà terriere di Somma Vesuviana, San Marzano, Caiazzo e in seguito anche il Castello Aragonese di Ischia, e l’isola stessa.
Nonostante non potesse diventare regina, Alfonso la faceva rispettare sia dal popolo che dalla corte come se fosse tale. La diciottenne Lucrezia e il cinquantatreenne Re Alfonso divennero col tempo inseparabili, la loro storia d’amore durò per ben 10 anni. Il re era talmente innamorato della fanciulla che volle suggellare il suo amore dedicandole un giardino intero, oggi conosciuto come Orto della Contessa.
Le complicazioni e la tragica fine di Lucrezia
Lucrezia d’Alagno aveva conquistato Alfonso ma legittimamente non era sua moglie, così pensò ad uno stratagemma per potersi separare dalla sua consorte.
Nel 1457, con un corteo di cavalieri, dame e ben cinquecento cavalli, Lucrezia fu mandata da re Alfonso a Roma, per chiedere l’annullamento del matrimonio al Papa Callisto III. Il pontefice però, nonostante avesse accolto Lucrezia benevolmente, fu estremamente rigido e rifiutò la richiesta.
Purtroppo l’anno dopo Re Alfonso morì all’età di 64 anni, lasciando l’amata Lucrezia priva della sua protezione.
A corte Lucrezia era molto invidiata ma soprattutto odiata, specialmente da Ferrante, figlio illegittimo di re Alfonso V d’Aragona e Gueraldona Carlino, la donna che nel 1423 aveva accompagnato re Alfonso durante il suo ritorno in Spagna. Ferdinando d’Aragona, detto Ferrante, organizzò una vera e propria crociata contro Lucrezia, che fu costretta a rifugiarsi in Puglia, sotto la protezione di Giovanni d’Angiò.
Nel 1459, si diresse poi in Dalmazia, perché il cognato Giovanni Torella rivelò la sua alleanza con gli Angioini per poter ottenere il feudo dell’isola d’Ischia. Nel 1477 giunse poi a Ravenna, chiedendo la protezione del Papa ed infine, visse gli ultimi anni di vita dalla sorella a Roma, dove morì il 23 settembre 1479.
Venne sepolta nella Basilica di Santa Maria a Roma, sopra Minerva ma oggi a quanto pare non ci sono tracce né della tomba, né della lapide.
Oggi abbiamo poche testimonianze riguardanti Lucrezia. A Roma, è presente un busto di Lucrezia d’Alagno, alto circa tre metri, e conosciuto anche come Statua parlante di Madama Lucrezia.
A Napoli, le è stata dedicata una via, l’omonima via Lucrezia d’Alagno, che si trova nei pressi di via Duomo, ed è inoltre rappresentata in un bassorilievo del Maschio Angioino. Fortemente voluto dal re, esso rappresenta l’ingresso trionfale di Re Alfonso V d’Aragona nella città. L’unica figura femminile rappresentata, ritrae proprio l’adorata Lucrezia.
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