Figura simbolo della Napoli delle Quattro Giornate è Maddalena Cerasuolo, detta Lenuccia, che con il suo coraggio partecipò alle rivolte per liberare la città dall’assedio dei tedeschi. Nacque il 2 febbraio 1922 nel Quartiere Stella a Napoli, figlia di Carlo Cerasuolo, un cuoco che a suo tempo si era già distinto come monarchico e antifascista nella Prima Guerra Mondiale. Perso il lavoro come gestore in mensa, il signor Cerasuolo allestì un banchetto per friggere pizze per strada, insieme alla moglie Annunziata Capuozzo.

Quando i tedeschi introdussero i servizi di lavoro obbligatorio per tutti i giovani maschi tra i 18 e i 33 anni, la Cerasuolo, spinta dal desiderio di seguire le orme paterne ma soprattutto dalla volontà di proteggere il fratello Giovanni dalla cattura dei tedeschi, decise di combattere fianco a fianco con i partigiani diventando anche lei una militante.

Così Lenuccia, da semplice operaia di calzaturificio, divenne una partigiana. Scopriamo i luoghi di Napoli simbolo della battaglia di quest’importante donna.

La “quasi distruzione” del Ponte della Sanità

Il nostro percorso non può che cominciare con il Ponte Maddalena Cerasuolo, anche conosciuto come Ponte della Sanità perché sovrasta il Rione omonimo nel Quartiere Stella, luogo di nascita di Lenuccia. Qui Maddalena iniziò a prendere parte alle rivolte.

Il 29 settembre 1943, durante la terza delle giornate rimaste alla storia come le Quattro Giornate di Napoli, la giovane avvistò un sidecar pilotato dai tedeschi che cercavano il Ponte della Sanità. Corse così a casa ad avvisare il padre che la mandò immediatamente a cercare aiuto: avevano capito che i tedeschi volevano distruggere il ponte che collegava le due parti della città.

Giunta lì insieme ai partigiani si imbatté in un tedesco nascosto in una cavità tenendo un filo di esplosivo che attraversava tutto il ponte. Seguì uno scontro a fuoco dove il soldato perse la vita. Quando un secondo ufficiale nazista tentò di raggiungere il detonatore il tenente Dino del Prete riuscì a strappare i fili fermando l’esplosione.

Così Maddalena, insieme al tenente del Prete, salvò il Ponte della Sanità, il più lungo cavalcavia di Napoli oggi dedicato a lei proprio per questo motivo. Una costruzione lunga 118 metri che faceva da collegamento tra Via Santa Teresa degli Scalzi e Corso Napoleone, oggi Corso Amedeo di Savoia.

Gli scontri a Materdei

A circa 15 minuti a piedi dal Ponte della Sanità è possibile raggiungere il Rione Materdei. Qui Maddalena si unì agli scontri per impedire che i tedeschi depredassero una fabbrica. Si offrì volontaria per andare in avanscoperta (in ricognizione per comprendere l’entità delle forze tedesche), rischiando la vita. Volle inoltre trattare con i tedeschi per assicurarsi il rispetto dei diritti stabiliti dalle Convenzioni di Ginevra riguardanti la protezione della associazioni umanitarie in territorio di guerra, il rispetto dei civili e dei medici non coinvolti negli scontri.

Oggi Materdei è considerato come un vero e proprio museo a cielo aperto ricco di monumenti tutti da scoprire. Dalla Piazzetta omonima che è il cuore del quartiere fino alle varie chiese monumentali tra cui quella di San Raffaele conosciuta per il bacio alla statua dal santo. Qui c’è anche il famoso Cimitero delle Fontanelle, dove i napoletani quando si trovano in difficoltà vengono per rivolgersi alle anime del purgatorio .

Lenuccia dopo la fine della guerra

Lenuccia dopo la liberazione di Napoli continuò il suo impegno per la libertà: il 15 ottobre 1943 due agenti della Special Force di Napoli si presentarono a casa sua per proporle una collaborazione con i servizi segreti. La giovane aspettò un cenno di assenso del padre Carlo che disse “Vai! Ho una sola raccomandazione, nun portà scuorno a casa”, cioè “non portare vergogna a casa” così dall’ottobre 1943 prima partì per Ischia dove fu addestrata e dal 21 ottobre in poi collaborò in operazioni di spionaggio fino al febbraio 1944, rischiando la vita in nome della libertà.

Le operazioni di spionaggio

La collaborazione con i Servizi Segreti la portò prima in Corsica fino a Bastia per sabotare i siti militari nemici. Imbarcatasi su un sommergibile partì per Genova dove fu bloccata da dei fascisti che la interrogarono con il sospetto che fosse una spia.

Riuscì fortunatamente a convincerli di essere solo una giovane donna che, rimasta sola a causa dei bombardamenti, doveva raggiungere lo zio a Sanremo, così i tedeschi decisero di rilasciarla. Fu liberata, raggiunse Sanremo e fece persino piangere suo zio con la sua storia.

L’operazione purtroppo si concluse senza successo e Maddalena fu paracadutata oltre le linee nemiche, dove raccolse informazioni sotto falsa identità come cameriera dell’artista Anna d’Andria.

Per il suo impegno le fu consegnato un “Attestato di Benemerenza” (di merito) in cui si leggeva:

“La signorina Maddalena Cerasuolo ha collaborato con questo Comando dall’Ottobre 1943 al Febbraio 1944. Durante questo periodo dopo essersi comportata eroicamente durante l’insurrezione di Napoli ella partecipò a tre tentativi di attraversamento delle linee ed a cinque tentativi di sbarco sulle coste nemiche. Per il suo comportamento coraggioso e per il suo contributo alla Causa della Libertà, a nome di questo Comando, le tributo un elogio e la ringrazio”.

I riconoscimenti a Lenuccia non finiscono qui, il 24 maggio del 1946 fu insignita della medaglia di bronzo al valor militare e riconosciuta partigiana.

Terminata la guerra la Cerasuolo tornò a Napoli ad occuparsi della sua amata famiglia. Raccontava i ricordi della sua guerra ai suoi due figli quasi come se fossero delle favole, così la figlia Gaetana Morgese ha raccolto questi racconti nel suo libro La guerra di mamma, un omaggio ai valori della resistenza che vengono condivisi in modo emozionante e coinvolgente tramite il forte rapporto madre-figlia.

Carlo Faiello le ha dedicato la canzone Maddalena, interpretata da vari artisti nel corso degli anni, che recita così:

Maddalena piglia ‘a vita comme vene

e cunosce tutt’ ‘e turmiente de’ Quartieri

nun ha maje lassat’ ‘a casa

ma te spiega ‘o munno sano

Maddalena parla pure americano

Mille vote mamma è stata Maddalena

sape leggere ‘e penziere ‘e chi sta sulo

nun è maje stata ‘a scola

ma te cerca ‘e cunziglia’

quanti cose Maddalena pò ‘mpara’

Si te parla e quanno steva ‘a guerra

‘o munno pare ca era cchiù bello

‘a sera ‘a gente asceva for”o vascio pe’ parla’

e s’asciuttava ll’uocchie

Quanta femmene vanno addu Maddalena

quanno ‘a notte gela ‘o sango dint’ ‘e vene

Maddalena arap’ ‘a porta

pecchè sape cunzula’

comme scarfa ‘o core ‘o ffuoco ‘e Maddalena.

E te dice: “è sulo malutiempo

aspetta appena ca s’asciutt’ ‘o viento

‘o tiempo passa e vene sempe ‘n’ata primmavera”

e tu si’ cchiù cuntento

Nel 1999 Lenuccia muore ma il ricordo delle sue gesta sarà sempre vivo nei napoletani.