Durante i lunghi anni del Medioevo, Napoli fu conquistata e governata dalla regale stirpe degli Angioini. In questo periodo la città partenopea assunse un carattere tutto particolare, nacque la Napoli che ha gettato le basi della meravigliosa complessità e unicità che oggi la contraddistingue.

La città si inseriva come secondaria all’interno del Regno delle Due Sicilie che aveva la sua capitale a Palermo. Tuttavia con la venuta di Carlo I d’Angiò la capitale divenne proprio Napoli perché scelta come sede regale. In questo periodo Boccaccio, Petrarca e Giotto diedero il loro contributo all’arte e alla cultura della città.

Carlo I, il primo re Angioino a Napoli

Figlio dei re di Francia Luigi VIII e Bianca di Castiglia, Carlo I fu fatto conte d’Anjou e del Maine, due antiche province francesi, da suo fratello Luigi IX re di Francia. Entrò a Napoli appoggiato dall’allora papa francese Clemente IV. A capo delle sue truppe guelfe, batté prima il re ghibellino di Sicilia, Manfredi nella Battaglia di Benevento del 1266 e due anni dopo anche il figlio Corradino, fatto decapitare dal re in Piazza Mercato di Napoli. Divenne così re del Regno delle Due Sicilie, stabilendo l’inizio della dinastia francese monarchica degli Angioini. Persa la battaglia contro il popolo siciliano durante i moti dei Vespri, nel 1282, governò come Re di Napoli.

Qui fece erigere un grandioso castello chiamato originariamente Castelnuovo per sottolineare l’imponenza della struttura e della famiglia reale che vi avrebbe abitato. Oggi conosciuto ai più come come Maschio Angioino, il castello sorge non a caso in un punto strategico di avvistamento dei nemici che provenivano dal mare.

Carlo I però non vi dimorò mai poiché per la maggior parte della sua monarchia fu impegnato a contrastare i famosi moti che insorsero nella parte siciliana del suo vasto regno. Fu invece con la salita al potere del figlio Carlo II d’Angiò che il Maschio Angioino divenne principale residenza reale di Napoli. 

Carlo II d’Angiò e gli eredi angioini

Successore e figlio del Primo re Angioino, Carlo II fu denominato lo zoppo a causa delle sue sfortunate condizioni alla nascita. Durante il suo regno vennero coniati i carlini nella Zecca di Napoli. Tali monete d’oro o d’argento riportavano lo stemma reale degli angioini che si componeva di un tappeto blu ricco di gigli d’oro che simboleggiavano i numerosi reali della stirpe. Tuttavia a capo dello scudo, un rastrello rosso voleva distinguere il ramo principale della famiglia, che regnava in Francia.

Carlo II d’Angiò sposò Giovanna d’Ungheria con cui ebbe ben quattordici figli con i quali il potere della dinastia francese degli Angioini si diffuse dalle terre della Polonia a quelle dell’Albania, dell’Ungheria, del Mediterraneo e della Grecia.

Al primogenito, Carlo Martello, spettò il trono d’Ungheria della madre. La secondogenita era una femmina, Margherita, venne data in sposa a Carlo di Valois portando in dote le contee d’Angiò e del Maine. Il terzo figlio, Ludovico, rinunciò invece al trono per entrare a far parte dell’ordine francescano, divenendo poi vescovo ed infine Santo.

Al suo posto divenne re di Napoli il fratello Roberto d’Angiò, considerato un colto e un mecenate fu denominato il Saggio. Durante il suo regno Napoli divenne meta di grandi intellettuali arricchendosi maggiormente non solo di storie e prestigio ma anche di mirabili monumenti come la Chiesa di Santa Chiara con il suo incantevole chiostro che furono costruiti proprio durante i primi anni della reggenza di Roberto.

Tutta la famiglia del re Carlo II è raffigurata nel Monumento sepolcrale dedicato alla Regina Giovanna d’Ungheria conservato in un’altra famosa chiesa monumentale di Napoli: la grandiosa Chiesa di Donnaregina. L’opera fu del celebre scultore italiano Tino di Camaino che la eseguì intorno al 1326. Il monumento vede la regina accompagnata nel suo eterno sonno dagli angeli e dai suoi figli posti proprio sotto la madre. Questi si distinguono ognuno da simboli aristocratici. Al centro San Lodovico che rinuncia alla corona e diventerà vescovo, si distingue per il suo copricapo episcopale.

Sulla facciata della Chiesa si staglia lo stemma della regina Giovanna d’Ungheria la cui figura è talmente connessa all’immagine della chiesa, che ha dato luogo ad un simpatico equivoco poiché lascia pensare che il nome dato alla chiesa non derivi dal nome della Vergine Maria, ma appunto da quello della regina d’Ungheria.

I monumenti degli Angioini non finiscono qui, anche Castel Sant’Elmo, la Basilica di San Domenico Maggiore, il Duomo e la Basilica di San Lorenzo Maggiore sono stati edificati da quest’importante dinastia.