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Conosci Napoli seguendo gli spiriti che animano la città!
Luogo magico in cui le trame delle storie si intrecciano con le incantevoli stradine e i caratteristici vicoli che nascondono molti miti e leggende.
Quando l’ombra della sera scende sul centro storico, chi non resta abbagliato dalla luce speciale che avvolge la notte in un alone di mistero?
Abbiamo disegnato sette percorsi adatti a chi vuole provare ad immergersi in questa atmosfera alla scoperta di una Napoli esoterica.
Maghi e fantasmi tra panorami mozzafiato
Chi è affascinato dalla magia, in questo percorso può incontrare il mago Virgilio e la Sirena Partenope.
Partendo dalla Stazione di Mergellina, sulla destra, poco dopo la Stazione di Piedigrotta, troviamo il Parco Vergiliano, un luogo da cui poter ammirare uno degli scenari da cartolina più belli di Napoli ma che ha anche un risvolto magico. Infatti, dopo la tomba di Leopardi troviamo, inerpicandoci per la salita, la tomba del sommo poeta Virgilio.
Gli innamorati lasciano ancora le loro poesie e promesse d’amore sull’altare di Virgilio, nei pressi del cenotafio.
Scendendo la salita di Piedigrotta, arriviamo a Piazza Sannazzaro dove è possibile ammirare la Fontana della Sirena Partenope. Secondo la leggenda, la sirena è la protettrice di Napoli, in questo luogo man mano che ci avviciniamo al mare, ci sembrerà quasi di udire in lontananza il suo canto ammaliatore.
Poco più avanti ci affacciamo su Palazzo Donn’Anna, chiamato così per Anna Carafa, proprietaria esclusiva del Palazzo. Si narra che questo palazzo ospitò spesso la Regina Giovanna II d’Angiò per le sue notti di passione.
Racconti di fantasmi alimentano l’atmosfera che avvolge l’edificio, sospeso tra acqua e collina, dove il rumore delle onde sembra risvegliare gli spiriti in pena degli amanti.
Napoli e i suoi vicoli spettrali
In un secondo possibile percorso, con un pò di fortuna, possiamo trovare la Bella Mbriana, il fantasma di Giambattista della Porta, l’inquietante fantasma del muratore a Via Tarsia e persino i Templari!
Tra i vicoli di Napoli non è difficile incontrare la Bella Mbriana, fanciulla abbandonata all’altare, che disperata per l’accaduto cominciò a vagare per le vie della città e ad entrare nelle case per poter osservare attimi di vita quotidiana. Il padre offrì del denaro a chi avesse ospitato la ragazza, per questo la Bella Mbriana è considerata la protettrice della casa.
Il fantasma di Giambattista della Porta e il muratore di Via Tarsia
Giambattista Della Porta, uomo di grande saggezza, è nato e vissuto a Napoli, a Palazzo della Porta in via Toledo. Lo troviamo ancora in giro per il palazzo, in abito scuro a scrutare i passanti.
La storia del muratore di Via Tarsia inizia nel 1955: una bambina appena trasferitasi con la sua famiglia al numero 11 di Via Tarsia, ogni notte ingenuamente salutava uno sconosciuto che passeggiava sul balcone.
Anche gli altri membri della famiglia avvertivano sensazioni e rumori strani, a volte si sentivano alcune mandate alla porta d’ingresso, ma non c’era mai nessuno a infilare la chiave.
La casa fu abbandonata a causa di queste apparizioni. In seguito, anche altri che abitarono nel palazzo notarono una strana presenza: porte aperte da una mano scura, bussate e mandate alle porte.
Alcune persone avrebbero riferito che durante la costruzione dell’edificio un muratore morì in maniera molto violenta e il corpo venne sepolto all’interno della struttura condannando la sua anima a vagare lì in eterno.
Continuando su Via Toledo è impossibile non fermarsi ad ammirare Palazzo Doria d’Angri, a Piazza Sette Settembre, costruito interamente in tufo. Nel Palazzo venne ospitato Garibaldi.
Il percorso si conclude visitando Piazza del Gesù, con la Chiesa del Gesù Nuovo sulla cui mura si dice sia codificato il percorso dei Templari nella Napoli Sotterranea, che porta alla Fontana egizia di Morfisia, la fontana dell’immortalità, alimentata dalle acque del Sebeto. Si dice che le pietre della chiesa del Gesù Nuovo nascondano il pentagramma di un madrigale.
Un tour tra le passioni di Giovanna d’Angiò e i tormenti di Maria d’Avalos
Nel terzo percorso a piedi potremmo incontrare Giovanna d’Angiò e Maria d’Avalos.
Giovanna D’Angiò, regina di Napoli, venne assassinata per il trono nel 1382 da quattro sicari, per ordine di Carlo III di Durazzo.
Poiché Giovanna, prima sepolta in Santa Chiara, venne poi in seguito gettata in una fossa comune, la sua anima non trova pace e continua ad aggirarsi tra i vicoli prossimi al Monastero di Santa Chiara. Guai ad incrociare il fantasma di Giovanna, chi la guarda negli occhi mentre piange e prega è destinato a morte certa.
Le macchine anatomiche del Principe di San Severo
La figura di Raimondo di Sangro, principe di San Severo desta ancora oggi sgomento: il principe, dedito all’alchimia, frequentava gli ambiti dell’occulto ed era un massone.
Sotto il famosissimo Cristo Velato, nei sotterranei della cappella si trovano le macchine anatomiche: lo scheletro di due corpi scarnificati, un uomo e una donna, dei quali è visibile l’intero sistema arterioso e venoso, un feto e una placenta aperta legati dal cordone ombelicale.
Delle riproduzioni così perfette che a lungo si è pensato siano state create praticando un’iniezione di mercurio a cuore ancora vivo sul corpo morente.
Il fantasma di Maria D’Avalos
Passeggiando a San Domenico Maggiore, quando c’è la luna nuova, potreste sentire il lamento di una donna, e vedere negli occhi del suo fantasma ancora il terrore per il folle gesto. La donna è coperta con le vesti da camera e si tratta del fantasma di Maria D’Avalos, giovane sposa di Carlo Gesualdo, massacrata a colpi di pugnale dai sicari inviati dal marito Il 17 ottobre del 1590.
Le Sacerdotesse del Diavolo
La Chiesa di Santa Maria Maggiore alla Pietrasanta sorge sui resti del tempio di Diana. Qui operavano le ianare, ritenute capaci di invocare il diavolo che terrorizzava i passanti presentandosi in forma di enorme maiale.
A Diana le donne si rivolgevano per ottenere parti non dolorosi fino a quando fu fatta edificare la chiesa sulla Pietra Santa, proveniente dalla chiesa di Santa Maria Maggiore di Sion portata a Napoli da Gerusalemme per opera dei pellegrini da cui prende il nome.
Chiesa delle Anime del Purgatorio ad Arco
Una chiesa del XIII secolo che ha all’esterno dei teschi di bronzo ed è dedicata alle anime del purgatorio. Tra i teschi dell’ossario spicca il Teschio di Lucia D’amore figlia del principe di Ruffano, o teschio con il velo da sposa. Vicino questo teschio, infatti, ci sono i biglietti lasciati da donne che vogliono trovare marito o hanno bisogno di riconciliarsi con lui. Lucia, infatti, era sposa promessa al marchese Giacomo Santomago ma non riuscì mai a sposarsi perché deceduta prematuramente: da allora si pensa protegga le spose.
Attenzione al Palazzo Reale… e a Virgilio
In questo percorso ci imbattiamo nel fantasma di Carlo III di Borbone che infesta il Palazzo Reale a Piazza Plebiscito, e scopriamo la magia di Virgilio.
Durante la notte nel Palazzo Reale di Napoli è possibile incontrare il fantasma del Principe Carlo III di Borbone. Si racconta che Carlo si invaghì di Penelope, una bellissima turista irlandese, ma il fratello Ferdinando non gli permise di sposarla. Carlo allora fuggì con la sua amata. Ferdinando prima inviò una lettera al fratello dove gli chiese di rimanere, poi emanò un decreto con cui proibiva ai membri della casa reale di uscire dal regno senza il suo permesso, pena la perdita dei propri averi.
Carlo però sposò ugualmente Penelope in Scozia, matrimonio mai riconosciuto da Ferdinando, il quale fece sequestrare tutte le sue proprietà. Carlo si ritrovò in esilio e povero. Da questo matrimonio nacquero due figli, anch’essi mai riconosciuti. Per questo Carlo vaga ancora oggi nelle stanze vuote del palazzo, in cerca di giustizia e degli averi che gli furono negati in vita.
Gli incantesimi di Virgilio poeta e mago
Non molti sanno che il poeta Virgilio, ritenuto anche mago e protettore della città fino a quando non fu sostituito dal culto di San Gennaro, ha scagliato diverse maledizioni in territorio Campano.
La prima lega le sorti della città di Napoli al castello che sorge sull’isolotto di tufo di Megaride al centro del borgo Marinari: il Castel dell’Ovo fatto costruire da Guglielmo. Virgilio fece inserire nelle fondamenta un uovo in una caraffa di vetro a cui legò le sorti della città di Napoli. Fino a quando l’uovo resterà integro la città sarà salva.
Tenetevi stretta la vostra anima… e copritevi bene il collo!
In questo percorso troviamo una chiesa e un palazzo misterioso. Pare che nella cappella dei Ferriglio, il Chiostro di Santa Maria La Nova, sia sepolto il conte Dracula. La Principessa Maria Blasa, figlia di Dracula, il conte Vlad III Tepez, fuggendo dalle persecuzioni turche giunse a Napoli sotto la protezione di Ferdinando D’Aragona nel 1479 e sposò il conte Giacomo Alfonso Ferriglio. Nel frattempo Dracula venne catturato in battaglia dagli ottomani, i quali chiesero un riscatto alla principessa che quest’ultima pagò per portare Dracula a Napoli. Sulla tomba c’è una croce satanica e le incisioni interne con diverse figuri esoteriche come un teschio trafitto da una croce, sequenze numeriche e cerchi concentrici.
Palazzo Penne
Una delle apparizioni a Napoli del Diavolo, si dice sia stata a Palazzo Penne, identificato, appunto, come il Palazzo del diavolo.
Antonio, un costruttore, chiese aiuto al diavolo per costruire questo palazzo in una notte sola, per sposare la donna di cui era innamorato. Il costruttore promise di consegnare la sua anima al diavolo solo se satana avesse contato tutti i chicchi di grano sparsi nel cortile. Riuscì a sottrarsi al malefico spargendo, insieme ai chicchi di grano, della pece e rendendo così impossibile contarli.
Forza e coraggio, addentriamoci nella Napoli Sotterranea!
Scendiamo alla fermata Piazza Amedeo, raggiungiamo Palazzo d’Avalos e Napoli Sotterranea con il Munaciello. Lungo questo percorso è assolutamente doveroso fermarsi a visitare Palazzo d’Avalos, edificio storico-artistico di Napoli.
Dopo Palazzo d’Avalos, ci dirigiamo nei sotterranei di Napoli, dove troviamo le tracce del passaggio dei Cavalieri Templari. Qui sono state ritrovate sia 12 croci templari incise tra le pareti che delimitano un passaggio sotterraneo , sia una croce latina a triangolo rovesciato.
Il Munaciello
Il fantasma più famoso di Napoli è sicuramente il Munaciello: attraversa la città percorrendo i cunicoli di Napoli Sotterranea ed entrando nelle case infastidisce soprattutto le belle donne.
Lo troviamo anche tra i protagonisti della “Gatta Cenerentola”.
Secondo la leggenda si tratta del figlio di Caterina Frezza, nobildonna Napoletana che fu costretta dalla madre a prendere i voti. Il figlio di Caterina fuggiva quindi di nascosto dal convento vestito, appunto, da monaco.
L’origine della leggenda del munaciello potrebbe essere attribuita ad eventi legati all’addetto all’approvvigionamento dei pozzi d’acqua che, non pagato per i suoi servigi, si vendicava con i suoi committenti, facendo scherzi agli abitanti e vestiva con una specie di saio per difendersi dall’umidità.
Il Munaciello si diverte a fare dispetti ma porta anche denaro e numeri vincenti per il lotto.
Qualche coraggioso vuole incrociare gli spiriti in auto?
Il percorso esoterico per chi ama guidare ci porta al Parco Sommerso di Gaiola e alla Baia dei due Frati a Posillipo, luoghi teatro di antiche leggende su spiriti tormentati.
Villa abbandonata sull’isolotto della Gaiola
Il luogo è già dall’epoca romana teatro di scenari truci. Si narra che Publio Ovedio Pollione allevava in vasche scavate nel tufo delle murene a cui dava in pasto gli schiavi. Si dice che Virgilio sia responsabile anche della maledizione della Gaiola. Il luogo dove si narra sorgesse la scuola di magia di Virgilio è infatti ancora lì, sommerso, a pochi metri della Gaiola e le acque circostanti sarebbero quindi state avvelenate proprio dalle pozioni disperse dal mago.
Chi resta troppo a lungo alla Gaiola riceve, come prezzo della lunga permanenza, presagi di morte improvvisa ed eventi nefasti.
Tra storia e leggenda sette sono le morti avvenute o altre sciagure per chi è stato troppo nei paraggi: Luigi De Negri pescicoltura in rovina , Gaspare Albenga incagliò il vascello sulla secca della cavallara che si trova lì vicino, Hans Praun e Otto Grumbach dopo la morte di Elena Von Parish si suicidarono, Morris Andoss finì in una clinica psichiatrici e si suicidò, Agnelli, Paul Getty nel 1973 la ndranghetà rapì suo figlio. Gian Pasquale Grappone LLoyd Centauro finì in galera per bancarotta, il giorno in cui la villa venne messe all’asta la moglie morì in un incidente stradale.
Posillipo, la leggenda della Baia dei due frati
Un’altra leggenda di Napoli è quella della Cala di San Pietro ai due Frati, detta anche Baia dei due Frati, a Posillipo. Qui, due fratelli di nome Carmine e Luigi, una notte si tuffarono in mare per salvare una barca di pescatori durante una tempesta, ma riuscirono a salvare solo una ragazza, Concetta, mentre il padre e il fratello morirono. Concetta venne ospitata e accudita come una figlia.
I due fratelli però si innamorarono di lei e iniziarono una corte serrata, Concetta inizialmente si avvicinò a Carmine ma poi spostò la sua attenzione su Luigi, e i due diventarono nemici.
Allora Luigi elaborò un piano: si travestì la sera di carnevale e rapì Concetta per partire con lei. La donna una volta smascherato il suo rapitore si ribellò, ma Luigi la trascinò ugualmente in barca.
Carmine nel frattempo cercava la sua amata e vide in lontananza quello che stava accadendo, accorse per salvare Concetta brandendo un coltello per colpire l’uomo che la stava rapendo e lo pugnalò al cuore.
Quando Carmine capì che aveva appena ucciso suo fratello, sconvolto prese la lama e si trafisse il cuore. Da quella notte di Concetta non si seppe più nulla, alcuni dicono che distrutta dal dolore si suicidò poco dopo.
La leggenda racconta che di notte i fantasmi di Carmine e Luigi vagano ancora in cerca dell’amata sullo scoglio dove è avvenuta la tragedia. Una notte un fulmine divise lo scoglio in due parti, che da allora porta il nome dei due sfortunati fratelli. Si dice che ogni anno, nel giorno di San Pietro e Paolo, gli scogli invertono misteriosamente i posti.
Alla fine di questo percorso possiamo scorgere Palazzo Donn’Anna di cui abbiamo già parlato.
Storie di teschi e di grazie
Non ne avete ancora abbastanza di fantasmi? Potete prendere la metro e scendere alla fermata Materdei. Da qui si può visitare il Cimitero delle Fontanelle, un ossario ricavato in una cava di tufo dove si usa chiedere grazie offrendo fiori e accendendo candele. I teschi che hanno concesso le grazie sono quelli messi più in sicurezza rispetto agli altri.
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