Il centro storico di Napoli è il posto ideale per comprende fino in fondo la cultura napoletana e cogliere le radici di un popolo che vive di tradizioni e superstizioni. In questa zona così pittoresca non passano di certo inosservati alcuni luoghi iconici e indimenticabili quali Piazza del Gesù e il Monastero di Santa Chiara.

La prima è forse una delle piazze più famose del capoluogo partenopeo, attraversata dalla celebre Via Spaccanapoli che divide in due la città. Invece la Basilica di Santa Chiara è uno splendido complesso francescano dalla storia secolare che ogni anno attira migliaia di turisti desiderosi di vedere i suoi chiostri. Vieni con noi alla scoperta di queste due incredibili attrazioni incastonate nel ventre di Napoli!

Storia e usanze legate a Piazza del Gesù

Piazza del Gesù è una delle piazze simbolo di Napoli e deve il suo nome all’omonima chiesa del Gesù Nuovo che si affaccia sullo spiazzo. È situata lungo il decumano inferiore e la sua posizione centrale la colloca a pochissima distanza da altri luoghi di grande interesse come Via Toledo, Piazza Monteoliveto, Piazza Dante e Piazza San Domenico Maggiore.

Al centro della piazza c’è un grande obelisco dedicato all’Immacolata, mentre sul versante ovest si possono vedere alcuni edifici nobiliari in stile tardo barocco, tra cui il Palazzo Pignatelli di Monteleone e il Palazzo Pandola. Invece sul lato opposto è presente un elegante complesso medievale, la Chiesa delle Clarisse.

Frontalmente e lateralmente ci sono altre due chiese, quella del Gesù Nuovo e il Monastero di Santa Chiara. La chiesa del Gesù Nuovo è stata costruita su quel che rimaneva di Palazzo Sanseverino e sulla facciata mostra un bugnato a punta di diamante, emblema del barocco napoletano. 

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Invece Santa Chiara è la più imponente chiesa in stile gotico di Napoli e contiene al suo interno il sepolcreto ufficiale della famiglia Borbone e dei sovrani del Regno delle Due Sicilie.

Il fulcro di Piazza di Gesù è il suo obelisco, noto anche come Guglia Immacolata, voluto dal padre gesuita Francesco Pepe su disegno di Giuseppe Genoino. Alto ben 22 metri, è stato eretto nel 1750 al posto di una statua di Filippo V andata distrutta nel 1707.

L’obelisco è rivestito con splendide decorazioni di marmo e sulla sua vetta è posta la statua dorata della Vergine Immacolata. Una delle principali tradizioni legate alla piazza riguarda infatti l’8 dicembre, la festa dell’Immacolata Concezione, quando il sindaco omaggia la Madonna con un mazzo di rose posto ai suoi piedi dai vigili del fuoco. Il rituale si svolge di solito intorno a mezzogiorno ed è un momento molto emozionate per i cittadini.

Questa cerimonia appartiene però non al clero, ma alla città, secondo un accordo sancito nel 1818 tra Papa Pio VII e il re Ferdinando I di Borbone, come testimonia lo stemma sulla cancellata che protegge la base della struttura.

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Monastero di Santa Chiara: il fiore all’occhiello nel cuore di Napoli

Il Monastero di Santa Chiata, noto come Basilica di Santa Chiara, è uno dei principali complessi monastici e di culto di Napoli. Il suo ingresso si trova lungo Via Benedetto Croce sul decumano inferiore, per poi estendersi sul lato nord-est di Piazza del Gesù.

È uno dei monumenti più visitati del centro e si presenta come una grande basilica in stile gotico-angioino. Il monastero include 4 chiostri, gli scavi archeologici e diverse sale espositive del Museo dell’Opera che invece comprende il coro delle monache, un refettorio e la sacrestia.

Il Monastero di Santa Chiara è stato costruito su richiesta di Roberto d’Angiò e sua moglie Sancia di Maiorca che commissionarono il progetto all’architetto Gagliardo Primario. I lavori iniziarono nel 1310, per poi concludersi nel 1328. Al suo interno hanno lavorato importanti artisti dell’epoca quali Giotto e Tino di Camaino.

Nel 1590 è stato sede del monastero Antonio da Patti e tra il 1742 e il 1796 è stato ristrutturato con nuove forme barocche da Domenico Vaccaro e Gaetano Buonocore. Invece a Ferdinando Fuga si deve l’aggiunta del pavimento marmoreo nel 1762.

Purtroppo, un bombardamento nel 1943 ha causato un vasto incendio durato due giorni che ha distrutto una parte della chiesa e alcuni affreschi. Nel 1944 iniziano i lavori di ricostruzione che andranno avanti fino al 1953, quando il complesso è finalmente riaperto al pubblico.

Nel 1995 nasce il Museo dell’Opera con lo scopo di ricostruire e tramandare la storia di questo edificio così importante. Al suo interno sono esposti reperti archeologici ritrovati sotto la basilica nel secondo dopoguerra, reliquiari, oggetti sacri e altri elementi scultorei recuperati dopo l’incendio del 1943.

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