Dalle antiche origini greco-sannitiche, Pozzuoli ha assistito ad una lunga storia che le ha permesso di osservare lā€™avvicendarsi di grandi civiltĆ , ognuna con le proprie tradizioni, culture e religioni.

Non tutti sanno perĆ² che a Pozzuoli ĆØ possibile fare un percorso sulle orme della fede cristiana, dove storia e religione si intrecciano in unā€™esperienza unica e suggestiva.

Il percorso parte dal porto e arriva fino alla Solfatara, facendo tappa al Duomo di Pozzuoli, nellā€™area che oggi ĆØ chiamata Puteoli Sacra. Lā€™antica Puteoli era una delle cittĆ  piĆ¹ importanti dellā€™Impero Romano anche per la presenza dellā€™ampio golfo.

Fu proprio durante il periodo romano che questa cittĆ  si sviluppĆ²: il suo porto accoglieva i naviganti e le sue maggiori strade, Via Campana e Via Domitiana, erano direttamente collegate a Roma.

Crocevia di culture e popolazioni, la cittĆ  aveva visto nascere una delle prime comunitĆ  cristiane giĆ  in etĆ  apostolica, fondate dal giudaismo durante il I secolo.

Le antiche radici del Cristianesimo furono custodite dai fedeli che resistettero alle religioni pagane e alle persecuzioni dei grandi imperatori fino allā€™approdo di San Paolo nel 61 che con il suo arrivo rafforzĆ² la speranza e la fede della comunitĆ  puteolana e dei cristiani. Oggi ĆØ una delle religioni piĆ¹ diffuse al mondo.

I sette martiri di Pozzuoli prigionieri nellā€™Anfiteatro Neroniano

In qualitĆ  di colonia e porto romano, Pozzuoli era regolata dalle leggi dellā€™Impero. I romani erano politeisti e difendevano duramente lā€™esistenza di Giove e di tutti gli altri dei.

Durante lā€™epoca romana la persecuzione dei cristiani raggiunse lā€™apice come si attesta nel martirologio puteolano.

Sette furono i martiri di Pozzuoli, uccisi allā€™inizio del IV secolo, durante lā€™impero di Diocleziano. A quellā€™epoca i cristiani agivano e si incontravano in incognito, per non essere scoperti e perseguitati dai pagani romani.

La figura principale della vicenda fu il martire San Gennaro che a quellā€™epoca era, per la comunitĆ  cattolica, vescovo di Benevento.

Il prelato si recĆ² a Pozzuoli per incontrare i fedeli, accompagnato dal lettore Desiderio e dal diacono Festo.Venuto a conoscenza della visita, il diacono di Miseno, Sossio, decise di incamminarsi per andare incontro al vescovo, suo grande amico e compagno di fede. Scoperto dai pagani fu denunciato e arrestato.

La notizia dellā€™arresto giunse immediatamente a Desiderio che accorse in aiuto del prigioniero e insieme ai suoi compagni di viaggio, furono anche loro scoperti e arrestati.

Tutti prigionieri vennero condannati a morte nellā€™Anfiteatro di Pozzuoli, dove sarebbero stati sbranati dalle bestie feroci (alcune delle fonti riportano che si trattava di leoni, altre di orsi).

Il giorno della condanna perĆ² il governatore Draconzio fu costretto a partire e fu nominato suo successore Timoteo. Questi temeva una ribellione da parte del gran numero di cristiani che si nascondevano tra il popolo pagano e potevano opporsi alla condanna dei confratelli. GiĆ  tra la gente, si levĆ² infatti la protesta del diacono di Pozzuoli, Procolo e dei suoi compagni Eutiche e Acuzio.

CosƬ Timoteo cambiĆ² la condanna e ordinĆ² che i prigionieri venissero decapitati nellā€™anno 305, nei pressi della Solfatara di Pozzuoli.

Ancora oggi nel Santuario di San Gennaro alla Solfatara, edificato proprio nel luogo del martirio, ĆØ conservata la pietra su cui, secondo la tradizione, fu decapitato il santo.

La vicenda dei sette santi di Pozzuoli secondo la tradizione cattolica

La tradizione cattolica riporta una diversa versione della condanna e dellā€™esecuzione dei santi di cui troviamo testimonianza nella tela di Artemisia Gentileschi, custodita allā€™interno del Duomo di Pozzuoli.

Allā€™epoca della successione di Timoteo e allā€™arresto di Sossio, il santo fu condannato ad essere sacrificato agli dei. Sossio si ribellĆ² con forza a questo supplizio cosƬ Timoteo ordinĆ² che fosse bruciato vivo dalle fiamme di una fornace.

Lā€™ordine fu eseguito ma Sossio, per miracolo, rimase illeso. Timoteo, furioso, diede ancora un altro ordine. Sossio fu condannato allā€™orribile tortura dellā€™eculeo: il suo corpo sarebbe stato posto su uno strumento e tirato con forza in tutte le direzioni, fino a che i nervi del corpo non fossero tutti lacerati.

Venuto a conoscenza di tutte queste pene, San Gennaro accorse a visitarlo in nome della loro Chiesa. Timoteo seppe del loro arrivo e fece catturare i viaggiatori per interrogarli. Una volta che questi ammisero di essere cristiani e che volevano assistere il loro fratello Sossio, furono incatenati al carro di Timoteo fino a Pozzuoli, dove sarebbero stati dati in pasto alle belve nellā€™anfiteatro.

Nellā€™arena si verificĆ² un altro miracolo: San Gennaro fece la sua benedizione e le bestie feroci, una volta liberate, corsero verso il gruppo di prigionieri. Invece di sbranarli, gli animali si accucciarono ai loro piedi e li leccarono in atto di riverenza.

Fu questo il motivo per cui Timoteo fu costretto ancora a cambiare lā€™ordine. I martiri furono condotti nella piazza che sorgeva nei pressi della Solfatara, per essere quindi decapitati. San Gennaro, passando vicino al governatore, pregĆ² Dio affinchĆ© punisse quellā€™uomo malvagio. Timoteo divenne cieco e subito fermĆ² lā€™esecuzione.

Con grande stupore e pentimento chiese a San Gennaro di perdonarlo e di pregare Dio affinchĆ© gli restituisse la vista. Timoteo riacquistĆ² immediatamente la vista e cinquemila pagani si convertirono al Cristianesimo.

Il tiranno perĆ² non poteva disubbidire alle leggi dellā€™imperatore Diocleziano, quindi nonostante tutto, ordinĆ² che la sentenza di morte venisse subito eseguita.

I corpi dei santi furono presi dal popolo. I cristiani di Pozzuoli presero i corpi dei santi Eutiche e Acuzio insieme a quello che sarebbe diventato di lƬ a poco il patrono della cittƠ: San Procolo.

I corpi di San Festo e San Desiderio, invece, furono presi dai beneventani mentre quello di San Sossio fu portato a Miseno.

Quello di San Gennaro venne dapprima portato a Benevento, per essere poi spostato successivamente nel Duomo di Napoli, dove sono custodite anche le due ampolline di vetro con il sangue del santo.

Le altre persecuzioni a danno dei cristiani

Prima di affermarsi come la piĆ¹ grande religione a livello mondiale, il Cristianesimo si ĆØ evoluto al passo delle piĆ¹ grandi civiltĆ , tenendo testa a violenze e persecuzioni. Fin dalle sue piĆ¹ antiche origini ĆØ stato contrastato in ogni modo venendo represso e vietato con ogni mezzo.

Come testimoniano gli scritti evangelici del Nuovo Testamento, le comunitĆ  cristiane furono perseguitate dagli ebrei a Gerusalemme e in Palestina tanto che molti cristiani furono costretti a fuggire via da queste terre, come gli apostoli Pietro e Paolo.

I cristiani perĆ², non trovarono vita facile neppure altrove. Fuggendo dalle terre asiatiche, si ritrovarono presto a fronteggiare la potente civiltĆ  romana che si insediĆ² nellā€™estesa area euro-mediterranea.

I romani non potevano tollerare che nel loro impero si professasse una religione diversa dalla loro. Anche loro, quindi, attuarono una politica di dura repressione nei confronti dei cristiani. Durante il regno di Nerone i cristiani furono accusati di aver appiccato il devastante incendio a Roma e per volere dellā€™imperatore furono martirizzati gli apostoli Pietro e Paolo, uccisi nel 64 d.C.

Successivamente il Cristianesimo continuava a diffondersi illecitamente. In testimonianze dei piĆ¹ celebri storici dellā€™epoca, come i testi di Plinio il Giovane, si legge che quando una persona era accusata di professare il cristinaesimo, veniva torturata e interrogata fino alla morte qualora non rinnegava la propria religione.

Altre vicende di persecuzione furono quelle dellā€™imperatore Decio che nel 250 costrinse ogni cittadino dellā€™Impero romano a professare il paganesimo e quella di Diocleziano che nel 303 mise in atto la ā€œgrande persecuzioneā€, che fece migliaia di vittime.

Durante la guerra tra persiani e romani del 338, i cristiani furono ancora perseguitati. Con lā€™editto di Milano, voluto dallā€™imperatore Costantino nel 313, il Cristianesimo venne riconosciuto nelle terre romane, quale religione lecita. PerciĆ² il popolo di Persia iniziĆ² a perseguitare i cristiani presenti nel loro territorio perchĆ© li vedeva come amici del popolo romano e quindi potenziali traditori.

Lo stesso avvenne nelle terre dei visigoti e dei vandali.

Al tempo delle conquiste arabe, invece, ai cristiani venne concesso di professare la loro religione ma furono comunque discriminati anche a livello sociale.

Una lunga storia di guerre e persecuzione che si ĆØ protratta per molti secoli ancora ma che nonostante tutto non ĆØ riuscita ad ostacolare nĆ© smuovere la fede dei credenti.