Numerosi sono i santi che proteggono la città di Pozzuoli, secondo la tradizione, in città si riconoscono ben 54 compatroni. Il patrono di Pozzuoli è però San Procolo Nel 1780, grazie al Monsignor Antonio Gulter, confessore della Regina Maria Carolina di Napoli, il corpo di San Procolo fu recuperato e riportato a Pozzuoli il 13 maggio 1781.

Proprio da questa vicenda nasce la consuetudine della famosa processione che il popolo flegreo organizza nella seconda domenica di maggio. In questo giorno, nelle vie della città in festa, vengono portate in processione le reliquie e il busto di San Procolo, assieme alla statua marmorea di San Gennaro e a quella lignea di San Celso. La processione si spinge fino al centro storico, passando dal Rione Terra.

San Procolo, Santo Patrono di Pozzuoli

San Procolo è uno dei sette santi di Pozzuoli, nonché patrono della città flegrea. Nasce nel 273 a Pozzuoli e muore come martire insieme ai suoi compagni il 19 settembre del 305 nei pressi del Forum Vulcani, la Solfatara di Pozzuoli.

La vicenda viene raccontata in diversi testi sacri. Innanzitutto negli “Atti Puteolani” detti anche “Acta sancti proculi”, testi trovati nella Curia di Pozzuoli e pubblicati ad Anversa nel 1757. Compare però anche negli “Atti Bolognesi”, composti tra il VI e VII secolo di proprietà del monastero di Santo Stefano a Bologna dei padri Celestini.

Dopo il martirio, i sette santi di Pozzuoli furono venerati dai cristiani campani. Raffigurazioni dei santi compaiono nelle Catacombe di San Gennaro, San Severo e di San Gaudioso a Napoli. San Procolo divenne patrono di Pozzuoli ricordato dalla Chiesa il 18 ottobre, mentre è celebrato dal popolo flegreo il 16 novembre presso il Duomo di Pozzuoli che sorge nel Rione Terra.

Il duomo flegreo, denominato Cattedrale di San Procolo martire, custodisce ancora oggi il corpo del santo patrono. Subito dopo la morte del santo si racconta che il corpo di Procolo fu dapprima sepolto nei pressi della necropoli di Via Celle poi, secondo un documento risalente al IX secolo, nell’871 il corpo sarebbe stato portato da un cavaliere svevo, in un’isola sul Lago di Costanza in Svizzera.

San Celso tra i primi Vescovi della città di Pozzuoli

Cara al popolo della città flegrea è la figura di San Celso. Molte e discordanti sono le fonti su questo santo, tanto amato dai puteolani che continuano ad onorarlo durante la processione di maggio anche dopo la Riforma liturgica che ha abolito il culto di San Celso.

San Celso fa parte della tradizione cattolica di Pozzuoli ed è riconosciuto localmente come primo vescovo della città, ordinato direttamente da San Pietro intorno al 60. La Chiesa di San Celso si ergeva nel Rione Terra ed era un edificio molto antico, le cui notizie si trovano in documenti che risalgono addirittura all’età medievale.

Nel tempio sacro del cristiani erano conservate le reliquie del vescovo, fatte traslare nel 1548 nella vicina Cattedrale, a causa dei gravi danni dovuti ai frequenti e disastrosi fenomeni sismici.

Lo spostamento fu però solo temporaneo perché nel 1619, nel Rione Terra venne fatta costruire daccapo una nuova chiesa per il culto di San Celso.Al XVII secolo risale anche la statua di legno policroma del santo che ancora oggi viene portata in processione. Altre reliquie di significativa importanza sono invece custodite nel Museo Diocesano del Rione Terra.

Nell’edificio fatto erigere per conservare e promuovere la conoscenza della ricchezza storica e artistica del territorio diocesano, appartengono a San Celso la croce reliquiaria in oro e pietre preziose in cui è conservato un frammento di osso del santo e un pastorale in argento del suo simulacro.

Il medaglione reliquiario in argento è conservato, contenente ossicini e denti del santo, la mitra e i due putti in argento che ornavano il reliquiario ormai scomparso. Al 1830 risalgono un piattino e un campanellino in argento raffiguranti l’immagine di San Celso che un tempo ornavano la chiesa dedicata al santo.