Come nella gran parte delle regioni italiane, anche la Puglia ha mantenuto vivo un ampio repertorio di superstizioni e riti popolari, tramandati di padre in figlio per generazioni.

Se da una parte alcune di queste leggende e credenze sono retaggio di un passato dai contorni mistici e magici, dall’altra questi scongiuri e miti sono il simbolo di un’identitàculturale di enorme interesse antropologico e sociologico, spesso oggetto di studi accademici che desiderano tornare alle radici di queste arcaiche usanze. In Puglia tutto questo insieme di tradizioni secolari è ancora molto forte e si manifesta in moltissimi modi differenti.

Il tarantismo

Fin dalla notte dei tempi gli uomini hanno sempre creduto in qualcosa di soprannaturale che fosse in grado di modificare il corso degli eventi o hanno tentato di prendere il controllo di ciò che accadeva attraverso rituali trasmessi in famiglia oralmente.

Le credenze popolari legate alla superstizione hanno avuto una massiccia diffusione prevalentemente nelle zone rurali e contadine, dove la vita era scandita dalle stagioni e il futuro era l’ignoto da affrontare. È in queste situazioni che le superstizioni si sono radicate fortemente nelle attività quotidiane e nei principali momenti della vita quali matrimonio, malattia e morte.

Nel sud Italia persistono tutt’ora credenze e pratiche magiche miste alla religione. In Puglia, ad esempio, era diffuso il tarantismo, una danza che si pensava fosse causata dal morso della tarantola. Per liberarsi dal male che li aveva colpiti, i tarantati si scatenavano in lunghi balli accompagnati da orchestrine di pochi strumenti, tra cui tamburello e organetto.

Le donne erano quelle maggiormente colpite dal tarantismo e dovevano essere guarite svolgendo questa rituale danza catartica e terapeutica. In pochi potevano affermare con sicurezza di essere stati davvero morsi dai ragni e a volte qualcuno doveva ripetere il rito dopo pochi mesi.

Non era una vera e propria forma di isterismo collettivo, ma era d’aiuto alla gente di campagna, esausta per il lavoro nei campi, per entrare in un’altra dimensione e lasciarsi andare grazie al ballo sfrenato. Oggi il fenomeno del tarantismo è quasi del tutto sparito ed è rimasta soltanto l’eredita lasciata dalla danza che è entrata a far parte della cultura pugliese.

Malocchio e superstizioni di coppia

In tutto il Meridione, e quindi anche in Puglia, sono sopravvissute le superstizioni legate al malocchio che in pugliese viene chiamato “affascinu”. Questo può essere scatenato da una persona solo con uno sguardo a causa della sua invidia.

Il malocchio sarebbe quindi la causa di malesseri fisici come mal di testa e stanchezza e c’è chi crede che possa influenzare l’andamento della vita in maniera negativa. L’unica soluzione è nelle mani delle vecchie del paese che conoscono il rituale per annullarlo.

Questa formula viene tramandata di madre in figlia la notte di Natale di ciascun anno e si compone di un insieme di preghiere contenenti invocazioni e scongiuri per liberare la persona colpita dal malocchio, ovvero “l’affascinatu”. Ci sono due sistemi per guarire dal malocchio: esclusivamente con le preghiere oppure immergendo il dito del malcapitato nell’olio e facendo cadere delle gocce in un piatto bianco con sale e acqua.

Una volta liberata, la persona si sente subito meglio e per sapere se il rituale ha funzionato, è sufficiente guardare la donna che lo ha tolto, la quale inizierà a sbadigliare insieme al guarito. In Puglia c’è poi chi si munisce di amuleti quali ferri di cavallo, corni rossi e sale grosso in un sacchetto e presta attenzione agli sguardi degli altri, specialmente delle donne barbute, ritenute le peggiori iettatrici.

Le superstizioni pugliesi riguardano poi un momento molto importante come il matrimonio, considerato il principale evento di cambiamento sociale e dunque maggiormente soggetto alla negatività. In genere queste credenze riguardano la coppia o la sposa e si cercano buoni auspici rispettando alcuni rituali.

Per esempio, il letto nuziale deve essere preparato da due donne nubili e nel corso della cerimonia le candele non devono spegnersi. Oppure al momento dello scambio degli anelli, se non si infilano con facilità, significa che in famiglia ci saranno contrasti, soprattutto se la fede che non entra è quella dello sposo che si rivelerà violento e cattivo.

Le feste dei falò

I falò in Puglia sono una delle superstizioni più antiche del territorio ed ogni città ha poi sviluppato un proprio rituale specifico. Infatti, il fuoco nella mitologia era simbolo di purificazione e di energia vitale ed era il fulcro centrale delle cerimonie pagane delle società agricole, per poi diventare importante anche nella cultura cristiana.

Il falò era quindi acceso come buon auspicio per allontanare morte, tristezza e paura. Per preservare questa tradizione è stata istituita la Rete dei Fuochi di Puglia che include 3 eventi: le Fanove di Castellana Grotte, la Focara di Novoli e le Fracchie di San Marco in Lamis.

Le feste dei falò si svolgono in molte altre località pugliesi, spesso nella notte di San Giovanni. In questo giorno, oltre all’accensione dei fuochi, le persone hanno l’abitudine di inserire sotto il cuscino un mazzetto di erbe di San Giovanni per ricevere sogni premonitori. Altra credenza legata al giorno di San Giovanni è quella di mangiare le lumache per allontanare le negatività.