A partire da: 0 a persona
2h
English, Italiano
Illimitato
Castello
Adatto ai bambini
Adatto alle coppie
Animali ammessi
Parcheggio disponibile
Senza barriere
Supporti in lingua
Il biglietto intero costa 12€
I ragazzi di 10-18 anni, le scuole secondarie e residenti di ischia pagano 6€
Studenti 19-26 anni e gruppi maggiori di 20 persone pagano 10€
È possibile partecipare a visite guidate con partenze predefinite o prenotare visite individuali o per gruppi
Gli animali sono ammessi
Il castello è aperto tutto l'anno, 7 giorni su 7, dalle ore 9:00 al tramonto
Il percorso dura circa un'ora e mezza
È possibile prenotare un tour con una guida turistica privata chiamando il servizio di assistenza di Movery al numero 351.5585067
I percorsi di visita del Castello Aragonese d'Ischia sono ricchi di gradini e, in alcuni casi, con forti pendenze. Queste caratteristiche non consentono una visita autonoma per disabili motori su sedia a rotelle.Tuttavia è possibile raggiungere alcuni punti visita col supporto del nostro personale di assistenza
Il Castello Aragonese, è uno dei simboli più rappresentativi dell’isola di Ischia ed è situato su un isolotto di roccia trachitica (ovvero di origine magmatica). Attualmente è di proprietà della famiglia Mattera che se ne prende cura garantendone l’apertura al pubblico 365 giorni l’anno, realizzando le necessarie opere di manutenzione e restauro e promuovendo eventi culturali.
La costruzione del primo castello risale al 474 a.C. sotto il nome di Castrum Gironis, ovvero “castello di Girone”, in onore del suo fondatore; mentre la struttura moderna della fortezza e del Castello è da attribuire proprio agli Aragonesi da cui prende il nome, che lo concepirono sul modello del Maschio Angioino di Napoli.
Alfonso V d’Aragona fece costruire un ponte di legno che congiungeva l’isolotto all’isola maggiore e furono inoltre realizzate poderose mura e fortificazioni, dentro le quali quasi tutto il popolo d’Ischia trovava rifugio e protezione durante le incursioni dei pirati.Il periodo di massimo splendore della struttura si ebbe alla fine del XVI secolo e coincise con un momento culturalmente assai felice per l’intera isola che fu frequentata dai migliori artisti e letterati del secolo, tra cui Vittoria Colonna, che visse nel Castello per circa 35 anni, Michelangelo Buonarroti, Ludovico Ariosto, Jacopo Sannazaro, Giovanni Pontano, Bernardo Tasso, Annibale Caro l’Aretino e molti altri.
Con la fine dell’epopea aragonese il Castello passa prima sotto il dominio spagnolo e poi sotto quello austriaco. Col tempo il Castello, pur essendo ottimo strumento di difesa militare, si mostra del tutto inadeguato a soddisfare le necessità quotidiane dei suoi abitanti in tempo di pace, gli Ischitani si sparpagliano così per tutta l’isola per curare più direttamente ed efficientemente le loro attività. Nel 1655, una terribile pestilenza contribuisce allo spopolamento del Castello. Nel 1737 gli Spagnoli riprendono possesso dell’isola di Ischia e del Castello che, come il Maschio Angioino, viene adibito a fortezza militare e a carcere per i delinquenti comuni. Nel 1860, con l’invasione di Giuseppe Garibaldi, Ischia fu annessa al Regno d’Italia e il carcere politico sito nel Castello fu soppresso. Nel 1912 l’amministrazione del demanio, pose il Castello Aragonese in vendita all’asta.
Da allora l’isola è gestita da privati, che ne curano i restauri e la gestione.
Vicino al Castello Aragonese, vi sono alcuni siti di grande interesse.
La Chiesa dell’Immacolata, la cui imponente cupola viene notata da tutta la città d’Ischia ed all’interno della quale vi è una porta attraverso la quale si giunge al Convento delle Clarisse. Fondatrice del convento fu la nobildonna napoletana Beatrice Quadra, vedova d’Avalos, nel 1575. Sotto la Chiesa dell’Immacolata, è situato il Cimitero delle Clarisse. Secondo il rito, in verità assai macabro, le monache, dopo la loro morte, invece di essere interrate, venivano sedute su seggiole in muratura che avevano di sotto un vaso bucato di creta detto “scolatoio”. Mentre la carne si decomponeva lentamente, le altre monache meditavano sulla fragilità della vita umana e sulla morte. Consumata la carne e sconnesso lo scheletro, le ossa venivano ammassate in un recinto.
Troviamo poi la Cattedrale dell’Assunta che fu costruita nel 1300, quando gli abitanti di Geronda, situata nella pineta attuale, si trasferirono sul Castello a causa dell’eruzione dell’Epomeo. Nel 1509 vi furono celebrate le nozze tra Fernando Francesco d’Avalos e Vittoria Colonna. Dopo essere stata colpita dalle cannonate degli inglesi nel 1809, la Cattedrale dell’Assunta si presenta attualmente come uno spazio aperto che ospita numerosi eventi. Al di sotto, vi è la Cripta Gentilizia costituita da un ambiente centrale con volte a crociera circondato perimetralmente da 7 cappelle voltate a botte. Ciascuna cappella rappresentava una delle famiglie gentilizie che abitavano l’isolotto ed è decorata da affreschi di scuola giottesca. Vi è infine la Chiesa ortogonale di San Pietro a Pantaniello che risale al periodo rinascimentale e conserva tutta la sua grazia architettonica.
Un’ultima curiosità sul Castello Aragonese: nel 1952 al suo interno sono state girate alcune scene del film statunitense Il corsaro dell’isola verde con Burt Lancaster.
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