A partire da: 0 a persona
English, Italiano
Illimitato
Museo statale
Adatto ai bambini
Adatto alle coppie
Animali ammessi
Parcheggio disponibile
Senza barriere
Supporti in lingua
Il costo del biglietto intero è di € 9,00
Il costo del biglietto ridotto è di € 6,00
È possibile prenotare un tour con una guida turistica privata chiamando il servizio di assistenza di Movery al numero 351.5585067
Animali non sono ammessi all’attività
I giorni di chiusura sono il 4, 11, 24, 25, 31 dicembre
Il museo è aperto il giovedì dalle ore 14:00 alle 20:00; il venerdì dalle ore9:00 alle 16:30; il sabato e domenica dalle ore 9:30 alle 19:30
La tariffa ridotta è destinata ai ragazzi tra 6 e 18 anni non compiuti
In carrozza! Per staccare un pò dalle bellissime chiese di Napoli e dai suggestivi scorci che la città partenopea regala, forse una visita al Museo Ferroviario di Pietrarsa potrebbe essere una bella soluzione.
Nella splendida cornice del rinnovato Reale Opificio Meccanico, Pirotecnico e per le Locomotive dimorano una cinquantina di locomotive, da quelle a vapore a quelle elettriche, che dopo aver corso in lungo e in largo sulle ferrovie italiane sono ora custodite a testimonianza storica nel Museo Ferroviario di Pietrarsa. Museo che sorge proprio vicino alla prima ferrovia costruita in Italia: la Napoli – Portici, inaugurata il 3 ottobre del 1839, con i suoi 7 km di lunghezza che oggi fanno parte della linea ferroviaria Napoli – Salerno.
Il Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa è il custode per eccellenza della storia delle ferrovie italiane.
I locali e i padiglioni che ospitano il museo nacquero come Reale Opificio Meccanico, Pirotecnico e per le Locomotive voluto da Re Ferdinando II di Borbone nel 1840. Si tratta di fatto del primo polo industriale in Italia, realizzato 57 anni prima degli stabilimenti della Fiat e 44 anni prima della fondazione della Breda. Nello stabilimento sorto durante il Regno delle Due Sicilie sono state costruite centinaia di locomotive a vapore, e, in seguito all’Unità d’Italia e alla successiva statalizzazione delle ferrovie, la fabbrica entrò a far parte delle nuove Ferrovie dello Stato, diventando una delle officine delle Grandi Riparazioni, specializzata naturalmente nelle locomotive a vapore. Nel Novecento tuttavia il Reale Opificio Meccanico non ebbe vita lunga, per via dell’avvento delle locomotive elettriche e diesel, un avanzamento tecnologico che fece tramontare i mezzi a vapore e gli stabilimenti dove venivano costruite e riparate, primo fra tutti quello di Pietrarsa.
Le officine, in seguito alla chiusura nella seconda metà degli anni settanta, furono destinate a diventare il Museo Ferroviario che oggi conosciamo, inaugurato dopo una ristrutturazione il 7 ottobre del 1989, in occasione del 150° anniversario delle ferrovie italiane.
L’ultimo restauro del 2014 ha dato al museo degli spazi esterni meravigliosi, con il bel Giardino del Mediterraneo e un parapetto in vetro per la terrazza sul lungomare, che dà una vista mozzafiato sul Golfo di Napoli.
Con la sua superficie complessiva di circa 36000 metri quadri, il Museo Ferroviario di Pietrarsa ospita una cinquantina di locomotive tra locomotive a vapore, locomotive elettriche trifase, locomotive a corrente continua, locomotori diesel, elettromotrici, automotrici e carrozze passeggeri. Nei padiglioni ottocenteschi restaurati possiamo ammirare pezzi di storia della ferrovia in Italia, come la riproduzione della Locomotiva Bayard che nel 1839 trainò il primo convoglio ferroviario sulla Napoli – Portici, scena riprodotta nella ricostruzione storica visitabile nel primo padiglione, dedicato ai mezzi a vapore e ai locomotori elettrici a trifase. La Storia d’Italia può essere toccata con mano anche attraverso la locomotiva 740.115, una delle locomotive che, alla fine della prima guerra mondiale, trainò il treno del Milite Ignoto per tutta la penisola. I padiglioni del museo ospitano anche molti rotabili e carri in scala ridotta, nonché oggetti ferroviari in generale e plastici, oltre a locomotori elettrici che sono stati in servizio fino a pochi anni fa: tra questi l’ultima arrivata è la E.444.001, un modello di locomotiva elettrica molto potente e resistente, entrata nell’immaginario collettivo con il soprannome di Tartaruga.
Da non perdere assolutamente la carrozza salone del treno Reale, attualmente Treno della Presidenza della Repubblica Italiana, convoglio che fu costruito per le nozze di Umberto II di Savoia con Maria José del Belgio, composto da ben undici vagoni.
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