L’associazione del ciuccio alla squadra di calcio Napoli ha origine dall’ironia tipicamente partenopea.
“O ciuccio ‘e Fechella, trentatrè chiaje e ‘a cora fraceca” (l’asino di Fechella, trentatè piaghe e la coda fradicia) è un antico detto napoletano, utilizzato in riferimento ad una persona dalla salute cagionevole: è da qui che l’asino diventa pian piano il simbolo della città. Ma chi era Fechella? E come mai il suo asino è diventato così famoso?
Fechella era uno scherzoso soprannome con cui era conosciuto Don Mimi Ascione, un carrettiere originario di Torre del Greco che agli inizi del 900, con l’aiuto di un anziano e malconcio asinello, era solito trasportare la frutta da vendere poi al mercato. Ti chiederai cosa c’entra questa storia con la squadra calcicistica: nel 1926, quando la squadra venne fondata, fu scelto come simbolo iniziale un cavallino rampante di colore bianco, circondato da un ovale celeste con i contorni dorati. Sotto c’era un pallone da calcio circondato dalle lettere A, C ed N, ovvero le iniziali di Associazione Calcio Napoli.
Purtroppo, però, il primo campionato giocato dal Napoli fu disastroso: la squadra perse tutte le partite tranne un misero pareggio con il Brescia. Lo stadio inizialmente era situato nel rione Luzzatti, e nella redazione del settimanale satirico napoletano “Vaco ‘e pressa”, ironizzando sull’imbarazzante situazione degli azzurri, un giornalista esclamò: “Ato ca cavallo sfrenato, a me me pare ‘o ciuccio ‘e fichella, trentatré chiaje e a coda fraceta!”
Il giorno dopo venne pubblicata una vignetta che raffigurava un asinello tutto incerottato con indosso la divisa del Napoli. Fu un grandissimo successo: il ciuccio suscitò subito grande simpatia ed ottenne l’affetto dei tifosi che lo associarono subito ad un porta fortuna. Il primo logo, infatti, durò soltanto un anno, fino al 1927, poi venne sostituito dal ciuccio.
Il ciuccio fece il suo primo vero ingresso allo stadio il 23 febbraio 1930 in occasione di una partita Napoli-Juventus. Magicamente, da una sconfitta quasi assicurata dall’iniziale 0-2, la squadra si riprese terminando l’incontro con il 2-2. Al termine della partita un piccolo asinello infiocchettato con un nastro azzurro fu portato in trionfo accompagnato da un cartello con la scritta “Ciuccio fa tu”.
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