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Il nocino, anche detto “nocillo” in dialetto napoletano, è un liquore dal sapore deciso, a base di noci acerbe ed erbe aromatiche. Il processo di preparazione prevede che i frutti di noce, ancora maturi e verdi, vengano infusi nell’alcol puro con zucchero e spezie varie, come cannella, chiodi di garofano, noce moscata, scorza di limone e, a seconda dei gusti, anche chicchi di caffè.
L’infuso viene poi maturato al sole o in un luogo caldo per circa 40 o 60 giorni. In seguito viene filtrato più volte e viene aggiunta dell’acqua pura a seconda della gradazione alcolica che si vuole raggiungere. La ricetta originale modenese, in realtà, non prevede acqua in quanto già il succo dei malli e lo zucchero diluiscono l’alcol portandolo a circa 33° (un po’ alta!). Il nocino può essere conservato anche per anni (migliora col tempo) ma deve essere tenuto in un luogo lontano da fonti di calore.
Origini e curiosità storiche
La tradizione racconta che le noci vengano storicamente raccolte nella notte tra il 23 e il 24 giugno, giorno del santo Giovanni Battista: secondo le antiche credenze contadine, durante questa notte magica le piante raggiungono il massimo della loro vitalità e, quasi con un richiamo biblico all’acqua del battesimo di San Giovanni, anche le goccioline di rugiada che si formano all’alba sui frutti ne alimentano le proprietà curative; il nocino, infatti, vanta anche la capacità di alleviare le difficoltà digestive e gastro-intestinali, soprattutto dopo un bel pasto abbondante.
Ci sono diverse leggende pagane legate alla nascita di questo liquore dal sapore così intenso, alcune anche di natura esoterica. Il noce, infatti, è da sempre considerato l’albero delle streghe, dei riti e degli incantesimi, grazie ai cui frutti veniva preparato un intruglio magico che avrebbe allontanato i mali che affliggevano le popolazioni rurali di un tempo. Non è un caso che il nocino sia anche un prodotto tipico campano in quanto è proprio Benevento la culla in cui sono nati i riti longobardi per il dio Odino che si svolgevano attorno agli alberi di noce, e il prediletto era quello nei pressi del fiume Sabato.
Alla base delle credenze popolari c’è anche l’influenza dei riti celtici: all’alba del solstizio d’estate, la notte in cui la luce vince sulle tenebre, si narra che il raccolto delle noci venga svolto da una vergine a piedi nudi, o dalla donna più esperta nella preparazione di questo liquore, che arrampicandosi sull’albero afferra a mani nude i frutti acerbi lasciandoli tutta la notte sotto la rugiada.
Le origini storiche, invece, risalgono all’invasione della Britannia, quando i romani conobbero un popolo curioso, che chiamarono Picti, per la strana usanza che avevano di dipingersi e tatuarsi volto e corpo. Questi ultimi, durante i riti che erano soliti svolgere durante il solstizio d’estate, bevevano proprio un infuso fatto di noci, miele e frutta fermentati, che li rendeva anche particolarmente allegri.
La nascita del comune di Noceto in Emilia Romagna, infatti, è da attribuire proprio ai romani che chiamarono questa zona Noxetum per l’ingente presenza di boschi di noci sparsi per il territorio. È da generazioni che si tramandano le ricette segrete, in particolare quella della famiglia Cotti, che da 400 anni segue questa tradizione culinaria. Il marchio “Nocino di Noceto” è ormai regolarmente registrato tra i prodotti tradizionali dell’Emilia Romagna dal 2000.
Altri ancora attribuiscono il merito della diffusione del liquore nel Modenese ai frati francesi, che bevevano un “liqueur de brou de noix”, cioè un ratafià di mallo (involucro esterno del frutto), con i frutti che raccoglievano nei dintorni del convento.
La ricetta napoletana
Il nocino è molto apprezzato anche in Campania, dove viene chiamato nocillo. Tra le noci più pregiate della regione ci sono sicuramente quelle di Sorrento. L’autentico nocillo sorrentino prevede la presenza ricorrente dei numeri 13 e 3: 13 noci, 13 chicchi di caffè tostato, 3 chiodi di garofano, 3 grammi di cannella e 1 noce moscata. Il tutto ovviamente in infusione in 1 litro di alcool puro.
Per preparare a casa il celebre liquore segui la ricetta napoletana (puoi prepararlo a giugno per gustarlo a Natale).
Ingredienti
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23 noci acerbe
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1 litro di alcol a 95°
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7 chiodi di garofano
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1 stecca di cannella
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1 noce moscata
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500 gr di zucchero
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1 bicchiere di acqua
Preparazione
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Per prima cosa bisogna pulire le noci, tagliarle in quattro e metterle in un barattolo di vetro.
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Unire alle noci 1 litro di alcol, 7 chiodi di garofano, 1 stecca di cannella e 1 noce moscata. Lasciare a macerare il tutto per 40 giorni ricordandoti di agitare il contenitore una volta a settimana.
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Dopo 40 giorni preparare lo sciroppo con 500 grammi di zucchero e un bicchiere di acqua (circa 150 ml). Scaldali sul fuoco senza portare a ebollizione. Fai raffreddare lo sciroppo e uniscilo al nocino precedentemente filtrato.
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Mescola bene, versa in bottiglie scure, chiudi e lasciare riposare in un luogo buio fino a Natale. Solo allora si può gustare il nocino napoletano.
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