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Illimitato
Borgo
Adatto ai bambini
Adatto alle coppie
Animali ammessi
Parcheggio disponibile
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Raggiungi il punto di interesse con i mezzi pubblici
Dalla Stazione Centrale di Napoli prendi il treno regionale diretto a Sapri. Scendi alla fermata Pisciotta-Palinuro. Da qui prendi il bus diretto a Marina di Camerota (capolinea). Il percorso è di circa 2 ore e 45 minuti.
Raggiungi il punto di interesse in auto
Da Napoli Piazza Garibaldi, prendi SS162dir da Corso Meridionale, Via Taddeo da Sessa e Via Emanuele Gianturco. Guida da E45, A3, A2/E45, SS 18 Tirrena Inferiore e SR562 a Marina di Camerota. Prendi Via Vivaldi e Via Venezuela in direzione di Via Nazario Sauro. Il percorso è di circa 2 ore e 45 minuti.n
Marina di Camerota è situata nel Cilento, è la frazione più famosa del comune di Camerota, antico borgo arroccato sul Monte Bulgheria, di cui ne rappresenta l’antico sbocco a mare.
Per via della natura carsica del suolo, Marina di Camerota è nota ai paleontologi per le interessanti grotte che ricoprono il territorio, nella maggior parte delle quali, a partire dagli anni ’50 del Novecento, sono stati fatti importanti ritrovamenti archeologici, risalenti principalmente all’età della pietra.
A cominciare dal confine con Palinuro, lungo la cosiddetta Cala del Cefalo, è possibile ammirare grotte che, fin quando non sono state scoperte, erano abitate da alcuni pastori con le proprie famiglie: tra di esse sono da menzionare la Grotta del Pesce, quella dell’Autaro e la Caprara, che oggi ospita una famosa discoteca. Ai margini settentrionali dell’abitato esisteva la Grotta della Calanca, oggi non più esistente per via di un crollo. Altre grotte da menzionare sono la Grotta Sepolcrale o del Poggio, la Grotta di Manfregiudice (a pozzo e pericolosissima), la Grotta della Serratura, la Grotta della Cala o dell’Uomo preistorico ed il Riparo del Poggio o Nicchia Gamba, testimonianza dei resti di quella che un tempo fu una grotta, già crollata in epoca preistorica.
Fra queste la Grotta della Cala, proprio alle spalle della spiaggia principale di Camerota, è stata riconosciuta come patrimonio dell’UNESCO. Riaperta nel maggio 2016, la grotta, abitata già 45.000 anni fa, ospitò sia l’Homo sapiens che l’uomo di Neanderthal. All’interno, alcuni diorami, delle rappresentazioni in scala, riproducono in maniera realistica piccoli insediamenti preistorici, affiancati da autentici reperti e da accurati pannelli esplicativi.
La spiaggia di Lentiscelle, dove è situata la Grotta della Serratura, è l’ultima spiaggia di Marina di Camerota raggiungibile in auto, ed è posta a ridosso della punta Zancale dove sorge l’omonima torre. Tramite una scalinata e un breve sentiero è possibile raggiungere la torre, dal cui promontorio potrai ammirare uno splendido panorama sulla costa e sul versante est del paese.
La spiaggia di sabbia e ghiaia è lunga quasi 500 metri e alle sue spalle noterai ulivi secolari e la grotta di Lentiscelle, la quale in precedenza ospitava una ricostruzione della barca Leone di Caprera, la goletta utilizzata da tre marinai italiani per affrontare una traversata oceanica compiuta nella seconda metà dell’ottocento, il cui obiettivo era la consegna di un libro firme a Garibaldi. Attualmente la ricostruzione è conservata a Milano nel Museo della Scienza e della Tecnica.
Al lato estremo della grotta inizia il Sentiero del Mediterraneo che porta fino a Porto Infreschi.
La spiaggia, circondata da scogliere, ospita diversi lidi attrezzati con snack bar e ristorantini, in cui è anche possibile affittare pedalò e canoe.
Tra le località balneari più famose, Cala degli Infreschi è stata nominata “la spiaggia più bella d’Italia nel 2014”. Un’altra spiaggia “nascosta” di Camerota è spiaggia Calanca, che dista pochi minuti a piedi dal centro del paese: vi si accede attraverso una scalinata a gradoni che termina sull’unico tratto della magnifica spiaggia libera. Il basso fondale, l’acqua limpida e gli scorci che incontrerai lungo la discesa ti ripagheranno dalla fatica spesa.
Il modo più bello e originale per scoprire le coste di Camerota è dal mare, durante un’indimenticabile escursione in barca fra baie, calette nascoste e anfratti accessibili solo dal mare, come la grotta degli Innamorati o la grotta del Pozzallo. Ci sono diverse cooperative che organizzano tour in barca spesso affiancati alle famose lamparate con cena a bordo.
Camerota è stata spesso associata alla notorietà delle sue grotte: per questa ragione è stato realizzato il Muvip, Ecomuseo virtuale del Paleolitico, un piccolo spazio dove è possibile conoscere il territorio di Camerota e delle sue frazioni attraverso un plastico dell’area, scoprendone inoltre le caratteristiche grazie a una installazione di approfondimento e una sala immersiva in cui le pareti sono sensibili al tocco; chi la visita, infatti, può scegliere il percorso da scoprire tra le grotte del territorio.
Camerota ospita il Castello Marchesale, una fortificazione medievale costruita durante il periodo normanno, tra l’XI e il XII secolo. Inizialmente baronale, divenne marchesale nel XVI secolo. L’armata turca distrusse il Castello nel 1552, ma quello stesso anno fu ricostruito dal marchese Don Placido de Sangro, alterandone così le caratteristiche originarie.
Anche a Marina di Camerota, però, c’è un interessante castello. Costruito nel XVIII secolo per volere dell’ultimo signore feudale del borgo, Orazio Marchese, l’edificio era la residenza estiva dei marchesi di Camerota. Nonostante ciò, si pensa che la Torre Layella fosse stata già precedentemente costruita nel 1518.
Dopo innumerevoli proprietari, nel 2020 il Castello è stato acquistato all’asta dal Comune di Camerota, che ne ha avviato i lavori di riqualificazione interni e esterni. Sono stati scoperti, infatti, ambienti funerari con ossa umane nella piazza antistante la struttura.
Il fascino del complesso ha permesso, inoltre, di sceglierlo come location per eventi musicali e spettacoli come il Camerota Festival – Suoni dal Castello o Fiati all’Opera.
Non può mancare una visita al caratteristico borgo marinaro della città, un centro colorato fatto di archi, antiche casette e gradinate che conducono al mare. Il principale punto di ritrovo è Piazza San Domenico, patrono della città festeggiato il 4 agosto. La festa religiosa inizia già il 1 agosto, un’occasione per ricordare il salvataggio miracoloso di quattro marinai sorpresi in mare dalla tempesta.
Un evento suggestivo e tradizionale si svolge la seconda domenica di agosto, durante il quale, dopo la celebrazione religiosa, la processione conduce la statua del Santo dalla chiesa di S.Lazzaro alla spiaggia; una volta arrivata, la statua viene portata in mare su una barca di pescatori scortata al largo da altre barche.
L’origine del comune è legata ad una leggenda pensata dal letterato napoletano Berardino Rota, ad apertura della sua opera poetica in latino Sylvarum seu Metamorphoseon liber. Secondo il mito, Palinuro, il nocchiero di Enea, costeggiando le coste dell’attuale Cilento, s’invaghì di una bellissima ninfa del mare, di nome Kamaratòn, la quale non ricambiò l’amore del giovane che, disperato, la inseguì nelle profondità del mare, perdendo così la vita.
Secondo un’altra teoria, invece, Palinuro invocò il dio del Sonno per porre fine alle sue sofferenze. Venere, dea dell’amore, sdegnata dalla crudeltà di Kamaratòn, la trasformò in roccia, proprio l’attuale sperone su cui sorge Camerota, condannandola a guardare in eterno il suo spasimante respinto.
Stando a studi più realistici, si pensa che Camerota sia stata fondata nel VI sec. a.C. dai Focei, la stessa popolazione greca che fondò la città di Velia. Il suo nome probabilmente deriva dal greco Kamaratòn, che tradotto significa costruzione ad arco. Nella zona, infatti, ci sono numerose grotte naturali a volta o, secondo alcuni studiosi, realizzate con una tecnica di costruzione caratteristica del posto, il cui modulo fondamentale è l’arco a tutto sesto.
La cittadella si sviluppò attorno ad un primo castello fortificato negli anni 535-553, durante la guerra tra i Goti e i Bizantini. Camerota fu dominata da diverse popolazioni nel corso del tempo: normanna, araba, sveva, angioina, aragonese, fino alla dinastia borbonica, la cui dominazione si è conclusa con l’Unità d’Italia.
Pur essendo una città fortificata, fu saccheggiata più volte dai pirati saraceni, che la occuparono anche dall’868 al 915. Nel 909 la fortezza di Camerota era la seconda roccaforte del Cilento assieme ad Agropoli.
Nel luglio del 1552 la potente armata turca, comandata dal generale Rais Dragut Bessà, assalì la cittadella devastandola completamente, mentre molti furono fatti prigionieri o uccisi. Dopo questi eventi furono ristrutturate e costruite molte torri di avvistamento lungo il territorio.
Ritornando a tempi più recenti, invece, durante il XIX secolo e l’inizio del XX, Marina di Camerota è stata oggetto di un importante flusso emigratorio, in particolare verso il Sudamerica e il Venezuela per i legami intrattenuti con questi Paesi. Non a caso, in una piazza del centro, di fronte al porto, è stata eretta una statua in onore del “Libertador” venezuelano Simón BolÍvar, al quale sono anche dedicati la via principale del paese e il cinema locale.
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