A partire da: 0 a persona
30minuti
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Illimitato
Piazza
Adatto ai bambini
Adatto alle coppie
Animali ammessi
Parcheggio disponibile
Senza barriere
Supporti in lingua
Situata tra il quartiere Chiaia e il quartiere San Ferdinando, Piazza Vittoria è un’importante piazza di Napoli. Deve il suo nome alla battaglia di Lepanto tra le flotte musulmane dell’Impero ottomano e quelle cristiane della Lega Santa. Secondo i cristiani fu proprio la Madonna ad intervenire per l’esito dello scontro, così le venne dedicata la Chiesa di Santa Maria della Vittoria, che affaccia proprio sulla piazza. Nella zona nord della piazza è possibile ammirare le statue neoclassiche della Villa Comunale, a sud sono state collocate le statue di due importanti politici italiani: Nicola Amore e Giovanni Nicotera. Verso ovest troviamo il monumento ai caduti in mare, meglio conosciuto come la colonna spezzata. La statua di Nicola Amore originariamente era posta nella piazza che porta il suo nome tra Corso Umberto I e Via Duomo ma nel 1938 fu spostata per eliminare ogni ostacolo dal rettilineo in previsione della visita di Adolf Hitler a Napoli. Il lato est della Piazza è collegato con Via Calabritto, famosa strada ricca di negozi d’alta moda. A Piazza Vittoria è possibile gustare la famosa pizza di Gino Sorbillo o assaggiare il sapore del mare da Pescaria.
Fondata intorno al 1573 dai Padri Carmelitani, passò poi ai Padri del Gesù tramite la donazione della marchesa di Polignano Anna Maria Toraldo. Nel 1646, per volere di Margherita d’Austria, figlia di Giovanna d’Austria, la chiesa fu restaurata e rimaneggiata da Pietro Caracciolo: fu costruita la cupola e il portico a tre arcate prima dell’ingresso. A causa del terremoto del 1732, furono necessari altri restauri. Dal 1775 in poi il convento fu utilizzato per ospitare il quartiere militare borbonico e parte della Caserma Vittoria. Nel 1824 la facciata della chiesa andò perduta e il complesso venne adibito ad abitazioni. L’edificio sacro è decorato con colonne corinzie in marmo accanto ai pilastri di sostegno della cupola, un dipinto di Massimo Stanzione raffigurante l’Annunziata e un’opera anonima del XVII secolo raffigurante la Vergine che appare a don Giovanni d’Austria durante la battaglia di Lepanto, commissionata da Giovanna d’Austria nel 1628.
Questo monumento ai caduti in mare ha una storia molto particolare: la base in marmo era stata costruita nel 1867 in onore dei caduti nella battaglia navale di Lissa ma non fu mai terminato. Inizialmente si era pensato di mettere sulla base in marmo uno statua dell’ammiraglio Francesco Caracciolo, di cui è possibile ammirare un busto nato come bozza della statua, nel cortile della Biblioteca Universitaria. Il progetto purtroppo fallì per mancanza di fondi così, nel 1914 fu deciso di posizionare una colonna di epoca greca romana proveniente dal teatro romano di Via Anticaglia, prima conservata nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Pare che questa colonna fu ritrovata durante gli scavi per la realizzazione del campanile del Duomo e dovesse essere utilizzata per realizzare un obelisco dedicato a San Gennaro. I padri teatini la ricevettero in dono dal viceré Don Pietro Antonio d’Aragona e tentarono di utilizzare per un’obelisco dedicato a Santo Gaetano da Thiene. Prima fu posta accanto alla porta della Chiesa di San Paolo Maggiore, poi infine nel MANN da cui poi è stata collocata a Piazza Vittoria.
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